DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL…
Estratto dell’articolo di Giuseppe Colombo per “la Repubblica”
Scottata dall'accelerazione di Matteo Salvini, Forza Italia prova a mettere un piede dentro il decreto "Salva-casa" del leader della Lega. A 48 ore dal voto è Antonio Tajani a tentare l'incursione: «C'è qualche disfunzione che crediamo si debba correggere durante il dibattito parlamentare a tutela dei commercianti», promette il segretario forzista alla platea amica delle piccole e medie imprese di Confesercenti.
Il riferimento è agli emendamenti che i deputati azzurri depositeranno in commissione Ambiente, alla Camera, per rispondere alle proposte di modifica che il Carroccio ha già preparato.
MATTEO SALVINI - DECRETO SALVA CASA
Ad una, in particolare: la possibilità per il proprietario di un locale posto al piano terra di cambiare la destinazione d'uso per ricavarne un'abitazione. La riconversione riguarderà uffici e studi, ma anche i negozi: una possibilità, quest'ultima, che Tajani rigetta perché, dice, «magari alla fine si trasformano in b&b». Il timore è perdere un pezzo di consenso a ridosso dell'apertura delle urne, ma le preoccupazioni vanno oltre la disaffezione della categoria. «Salvini va arginato, altrimenti diventa il dominus della casa», rivela una fonte qualificata di FI. Voti a rischio, anche in questo caso. Per di più su un tema - la casa - da sempre caro al partito fondato da Silvio Berlusconi. […]
MATTEO SALVINI - GIORGIA MELONI - ANTONIO TAJANI
Ma il Carroccio non intende retrocedere. Passa poco più di un'ora ed è Gianangelo Bof, deputato della commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici, a ribattere: «Stupisce che un provvedimento che libera il mercato e taglia burocrazia, come il piano Salva-casa, non venga accolto con entusiasmo da Tajani, che pure dovrebbe apprezzare una boccata di libertà».
Il contropiede è servito: sfidare FI sulla liberalizzazione. Con una precisazione, che viene messa in evidenza come "prova" della volontà di non trasformare i piani terra in un business turistico per pochi, a danno dei commercianti. Il perimetro è definito in un appunto che dettaglia il pacchetto degli emendamenti leghisti: «Resta la possibilità per i Comuni di vincolare il cambio di destinazione d'uso al rispetto di "specifiche condizioni" perché - si legge - ovviamente bisogna tenere conto degli effetti che la misura può produrre nei diversi contesti urbani […]
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