![software israeliano paragon spyware whatsapp alfredo mantovano giorgia meloni peter thiel](/img/patch/02-2025/software-israeliano-paragon-spyware-whatsapp-alfredo-mantovano-giorgia-meloni-pe-2094641_600_q50.webp)
DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO…
Carmelo Lopapa per "la Repubblica"
Forza Italia in rampa di lancio, il 14 e 15 settembre. Denis Verdini, destinato a prendere in mano il timone dell'organizzazione assieme a Daniela Santanché, è già al lavoro per una grande kermesse che a Roma, in quel fine settimana, dovrebbe segnare la ri-nascita del partito formato '94. Tutto preceduto dalla campagna preparatoria d'agosto: propaganda portata in volo, a tappeto sulle località balneari, da aerei con striscioni «Forza Italia », «Forza Berlusconi, siamo con te», forse persino «Berlusconi libero». Accompagnata dalla raccolta firme ai referendum radicali sulla giustizia.
Metà settembre, dunque, data non casuale. Perché da qui a un mese le risposte che Silvio Berlusconi attende dal Colle - chiuso da due giorni nel ritiro di Arcore in «rispettoso silenzio», viene fatto notare - dovranno comunque arrivare. In un senso o nell'altro. Tutto sarà compiuto, insomma, il destino segnato.
«Tenetevi pronti alla campagna elettorale, con questo Pd tutto può succedere in qualsiasi momento » andava ripetendo ieri pomeriggio ai colleghi in aula Daniele Capezzone. I falchi del partito lavorano perché quel week end di metà settembre segni anche lo start della campagna elettorale, convinti come sono che dalla Presidenza Napolitano nessuna soluzione salvifica potrà essere elaborata.
In realtà , che si torni al voto, per di più senza una legge elettorale riformata, è tutt'altro che scontato. Il Cavaliere lo sa, mantiene la consegna del silenzio e coltiva una buona dose di dubbi. Quel che tutti danno per certo è che, se davvero la situazione dovesse precipitare anche per il capo, l'uscita del 14 settembre potrebbe coincidere anche con il «predellino» 2 targato Marina Berlusconi.
Lo sperano falchi e "amazzoni" del partito, lavorano perché un Berlusconi comunque campeggi ancora sul simbolo. Per adesso, in realtà , racconta chi ha parlato col Cavaliere, non vi sono segnali in quella direzione, nessuna accelerazione, le riserve della figlia insomma non sono state sciolte.
Ma basta poco perché accada da qui a qualche giorno. Soprattutto se il Senato si avviasse a inizio settembre verso la dichiarazione di decadenza del leader e se il governo Letta dovesse vacillare. Dopo gli affondi del segretario Pd Epifani in direzione e quelli del viceministro Stefano Fassina («Nessun sostegno per interventi ad personam») il Pdl è tornato ad alzare di nuovo le barricate.
«Ho l'impressione che la discesa sia inarrestabile - racconta un fedelissimo del capo come Paolo Romani - Credo sia impossibile ormai procedere e mi dispiace perché il Paese vorrebbe da noi un ennesimo atto di responsabilità . Ma se continua così, l'unico esito possibile è quello di andare a votare». E così pure il capogruppo al Senato, Renato Schifani: «Se il Pd ha deciso di staccare la spina al governo, cessi le provocazioni e lo dica chiaramente, se ne assumerà le responsabilità davanti agli italiani».
Ma è un gioco delle parti. Da Villa San Martino in realtà il Cavaliere continua a mordere il fresconi e a invitare i suoi alla prudenza, a evitare attacchi al governo, per ora. Almeno fino a quando l'atteso «segnale» dal Quirinale non sarà arrivato. «Ci risentiamo dopo Ferragosto e facciamo il punto» ha spiegato Denis Verdini ai parlamentari che gli chiedevano lumi al termine della riunione informale di gruppo, ieri mattina, per lo scambio di auguri di buone vacanze alla vigilia della pausa estiva. In vacanza con la testa al capo, spiegano tutti.
In effetti Berlusconi non viene lasciato un solo istante dai figli, che si alternano al suo fianco ad Arcore. Sono ore di sconforto in cui - spiegano i pochi che gli hanno parlato - continua a ripetere di non riuscire a rassegnarsi «perché io sono innocente ». Intento a lavorare alla nascitura Forza Italia ma soprattutto, confessano, a cercare una via d'uscita. «Non voglio passare i miei giorni nei giardini di Villa San Martino» è lo sfogo dei momenti più cupi con lo spettro della decadenza e dei domiciliari. Per adesso, intenzionato a non muoversi dalla residenza, zero voglia di vacanze e Sardegna.
DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO…
DAGOREPORT - BERLUSCONI ALLA SCALA SI È VISTO UNA SOLA VOLTA, MA IL BERLUSCONISMO SÌ, E NON AVEVA…
FLASH! - RUMORS ALLA FIAMMA (GIALLA): IL COMANDANTE GENERALE DELLA GUARDIA DI FINANZA, ANDREA DE…
DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA…
DAGOREPORT – LA SOLITA OPPOSIZIONE ALLE VONGOLE: SUL CASO ALMASRI SCHLEIN E CONTE E RENZI HANNO…
URSULA VON DER LEYEN, CALZATO L'ELMETTO, HA PRESO PER LA COLLOTTOLA GIORGIA MELONI - A MARGINE DEL…