DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E…
Denise Pardo per L'Espresso
Slogan: "Onesti ma furbi" (bisogna essere). Versetto satanico: "Imitare è stupido, copiare è intelligente". Metafisica: "La burocrazia sta alla politica come il mistero alla religione". Parafrasi (da "L'idiota" di Dostoevskij): "La bellezza salverà l'Italia". Il Renzismo ha un maître à penser, e che maître! Maître à penser? Soprattutto maître à manger.
FARINA DA OSCAR. Le perle sopracitate sono farina (cos'altro?) di Oscar Farinetti, inventore di Eataly, i supermercati del cibo di qualità , successo globale anche nippo e anche americano, passato dagli elettrodomestici (una catena di negozi) alla salsiccia di Bra, modello più che pimpante di imprenditoria illuminata.
Il suddetto ha fatto l'endorsement pro Matteo Renzi (pure una marea di complimenti a Bersani, applicando il master in "Non si sa mai"). Ha pagato 5 mila dobloni per l'affitto del PalaIsozaki a Torino e per i pasti del tour piemontese del diletto "rottamatore".
AUTO ROTTAMATO. Il farinettismo è corrente assai più acculturata del Renzismo. Berlusconi aveva dietro le televisioni, Renzi così ha dalla sua l'oppio del popolo in crisi, il cibo italiano di alto rango (da Forza Italia a Eataly?). Farinetti, figlio di un partigiano
(il comandante Paolo della Brigata Matteotti), ex socialista di quelli che ci credevano davvero, è un fuoco di fila, rilascia interviste scoppiettanti a giornali e tv, accoglie Giorgio Napolitano, Elsa Fornero, Corrado Passera nell'ex stazione Ostiense a Roma, dove ha aperto l'ultima creatura per la quale reclama come morigerata reazione dei suoi clienti «l'orgasmo: devono andare fuori di melone». à più renzista di Renzi. A 58 anni ha già annunciato l'auto-rottamazione, lascia tutto ai figli, senza deroghe sottolinea perfido e passa oltre. Altro che Rosy Bindi.
GASTRO POLITICA. Ma siamo nel solco della tradizione. La gastropolitica fa parte dell'essenza Pd. Se ne ritrovano tracce esaustive negli antenati Nutella boys, setta di prodiani e veltroniani. Nel 2007 fra i 45 membri del comitato promotore per il neonato Pd viene nominato Carlo Petrini testa d'uovo (è il caso di dire) dello Slow Food, nato a Bra come Farinetti (un nome, un destino) che lo considera il suo guru. Senza dimenticare che a Trieste fu candidato Riccardo Illy, un nome, un caffè.
Che Prodi era chiamato Mortadella, Fassino Grissino e Bersani Culatello (copyright Dagospia) e autore della dottrina politica «non tutto il maiale diventa prosciutto». Era ora che la provvidenza mandasse l'unto (in questo caso nel senso
di cucinato?) del Signore.
WELFARE FARINETTI. Bene. Il nostro tra il lusco e il brusco l'ha detto: va pazzo per la politica. E ha anche messo in pratica il Welfare Farinetti: da Eataly c'è la quindicesima per tutti, mai un salario è meno di mille euro, lo stipendio più alto non può superare di cinque punti quello più basso. Un cuor d'oro, macché un santo, che Dio ce lo conservi! Così alla domanda di Massimo Gramellini che lo incalzava sulla scadenza nel 2014 di Roberto Cota alla presidenza del Piemonte non ha risposto. Ha preferito sorridere. Intanto va segnalato che il Cavaliere ha sondato Guido Martinetti, uno dei due fondatori della catena Grom, il gelato che sa di gelato. Si vede che ora il bipolarismo è gastronomico.
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