
DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È…
Alberto D'Argenio e Conchita Sannino per âLa Repubblica'
«Il 2014 sarà il nostro nuovo 1994 e torneremo a vincere per noi, per i nostri figli, per la nostra Italia. Viva l'Italia, viva la libertà ». à con un videomessaggio che Silvio Berlusconi decide di festeggiare i vent'anni della sua discesa in campo. Un modo dimesso per il Cavaliere, che da giorni ha annullato i festeggiamenti previsti a Milano per via delle spaccature nel partito dopo l'ascesa di Giovanni Toti al suo fianco. Ma Berlusconi, pur non rinunciando a denunciare i «quattro colpi di Stato» subiti, si mostra più ottimista che mai, dicendo che i festeggiamenti ci saranno il 27 marzo, ventennale della prima vittoria di Forza Italia.
Il Cavaliere dopo l'accordo con Renzi sull'Italicum e i giorni di riposo a Villa Paradiso, sul Lago di Garda, viene descritto di ottimo umore dai suoi. Perché ora il Cavaliere si sente di nuovo al centro della scena politica. L'analisi che condivide con i suoi suona così: «Noi l'accordo sulla legge elettorale lo vogliamo davvero e se va in porto divento fondatore della Terza Repubblica. Altrimenti o si vota col proporzionale e resto determinante per fare un governo oppure salta tutto e non vota e a quel punto tornei a governare, ma con Renzi».
Ma la realtà ieri ha mostrato anche un volto più problematico per Berlusconi. I guai sono arrivati dal Sud, da Bari e Napoli. Nel capoluogo pugliese Raffaele Fitto ha riunito circa 5 mila persone per festeggiare il ventennale ma il Cavaliere non si è presentato alla kermesse. Così Fitto ha fatto emergere i malumori che agitano la vecchia guardia affermando che «nominare esclusivamente gente dall'esterno (leggi Toti, ndr) mortificherebbe e umilierebbe una classe dirigente che ha una forza e competenza cresciute molto in questi anni». Fitto rivendica di non voler partecipare «a una gara per gli incarichi» e in effetti in questi mesi ha rifiutato tutte le poltrone che gli sono state offerte nel partito.
L'ex ministro evidenzia la «lealtà » della vecchia nomenklatura ma chiede al Capo: «Ascolta il nostro impegno». Ma il Cavaliere, oltre a non recarsi a Bari, nemmeno telefona alla kermesse. Dallo staff dell'ex premier si fa sapere che non è stato un gesto di ripicca verso Fitto, ma che lo stesso ex ministro non abbia voluto un intervento al telefono perché ritenuto inadeguato rispetto alla portata dell'evento.
Fatto sta che in serata invece il Cavaliere chiama una festa di Cosenza. Ma c'è un'altra spina nel fianco di Berlusconi, Nicola Cosentino. L'ex sottosegretario che si sentì «pugnalato» dal Cavaliere quando lo espulsero dalle liste delle politiche per consegnarlo direttamente al carcere, ora torna in campo, con aggressivo slancio. Porta quasi tremila dei suoi sostenitori in mattinata alla Stazione Marittima insieme al senatore D'Anna e ai consiglieri appena confluiti in Forza Campania, partito sconfessato dallo stesso Berlusconi settimana scorsa.
Chiede visibilità , Cosentino. E punta ad essere eletto al Parlamento europeo, persino duellando con il suo ex sodale Luigi Cesaro che gli contende quel posto: ma Cosentino può ormai contare solo sul sostegno di Denis Verdini, con cui si è visto spesso a Roma da quando è stato definitivamente scarcerato. E alla sua prima uscita politica tra la folla, dopo la scarcerazione, manda un messaggio al Cavaliere: «Mi chiedete se l'ho perdonato. Beh, sono del parere che un padre può fare uno sgarbo al figlio, ma un figlio non dovrebbe mai fare uno solo sgarbo al padre».
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