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renzi dalema fassina civati gioco dello schiaffo
Annalisa Cuzzocrea per “la Repubblica”
Stefano Fassina considera offensive le dichiarazioni fatte da Matteo Renzi a Davos e usa parole nette su quel che è accaduto ieri in Senato. «Dal patto del Nazareno siamo passati al partito del Nazareno - dice il deputato della minoranza pd - la verità è che non si è voluta cercare una mediazione».
A palazzo Madama si è consumata una spaccatura profonda. Non si poteva evitare?
«È stata una brutta pagina per il Pd: il presidente del Consiglio non ha voluto tener conto di un emendamento che rappresenta non il capriccio della minoranza, ma un elemento decisivo della ricostruzione del rapporto fra cittadini e istituzioni come la possibilità di eleggere chi li rappresenta.
L’ Italicum consegna una camera a larghissima maggioranza composta da nominati in un contesto nel quale quel che resta del Senato sarà composto da nominati. Una miscela che restringe spazi di partecipazione democratica perfino rispetto al Porcellum. Il premier ha scelto Forza Italia e il fatto politico nuovo è che Berlusconi entra in campo con una funzione sostitutiva di una parte del Pd. Questo è molto grave per il governo e per il partito».
L’alternativa era affossare l’Italicum, ne avete tenuto conto?
FASSINA CONTESTATO DAL CORTEO ALCOA
«Renzi aveva il dovere di trovare un compromesso, invece ci siamo trovati di fronte alla scelta politica di privilegiare il rapporto con Berlusconi, con un contorno di dichiarazioni offensive della dignità di chi cerca di dare un contributo».
Cos’ha trovato offensivo?
«Quando dice “chi frena perde” Renzi continua nella delegittimazione morale di chi ha punti di vista diversi. Nessuno intende frenare. Vogliamo solo migliorare le proposte che nella configurazione attuale costituiscono un arretramento della partecipazione».
UGO SPOSETTI E PIERO FASSINA jpeg
Perché crede non si sia cercata una mediazione?
«Perché Berlusconi agisce come imprenditore, non come leader politico. È interessato a controllare i suoi parlamentari per tutelare le sue aziende, sacrifica le prospettive di Forza Italia con l’ok al premio di maggioranza alla lista e in cambio Renzi ottiene una rendita di posizione».
Tra pochi giorni si vota per il presidente della Repubblica. Crede sia possibile ricucire?
«Noi siamo impegnati affinché tutto il Pd possa condividere i criteri di fondo per scegliere il prossimo capo dello Stato. Crediamo che il requisito fondamentale sia l’autonomia dall’esecutivo, la capacità di garantire la funzione del Parlamento. Speriamo che il passaggio di ieri non abbia precostituito una soluzione a discapito dell’autonomia, anche se mi sembra che dal patto del Nazareno si sia passati al partito unico del Nazareno».
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