DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO…
Estratto dall’articolo di Marco Lillo e Davide Vecchi per il Fatto Quotidiano
Tiziano Renzi è indagato per traffico di influenze illecite dalla Procura di Roma nell' ambito dell' inchiesta Consip. Secondo i pm romani Paolo Ielo e Mario Palazzi, che hanno ereditato l' indagine avviata dalla Procura di Napoli, il padre dell' ex premier e il suo amico Carlo Russo (indagato per lo stesso reato) avrebbero usato la loro influenza sull' amministratore delegato di Consip, Luigi Marroni, per indurre Alfredo Romeo a promettere pagamenti nei loro confronti. Romeo ambiva all' appalto più grande d' Europa, Fm4, il facility management per i servizi a tutti gli uffici pubblici italiani. Poi è risultato primo in graduatoria per tre lotti pari a 609 milioni di euro su 2 miliardi e 700 milioni complessivi. Ora è in attesa dell' aggiudicazione.
Nell’articolo, Marco Lillo e Davide Vecchi sul Fatto Quotidiano rilevano un particolare nell’inchiesta.
L' elemento più impressionante e originale dell' indagine – scrivono - è il "pizzino" trovato nella spazzatura sul quale sarebbero scritte di pugno da Romeo - secondo gli investigatori - proprio le iniziali di Tiziano e di Russo accanto ai pagamenti mensili da effettuare. I pm napoletani Henry John Woodcock, Celeste Carrano ed Enrica Parascandolo hanno dato ordine ai carabinieri di sequestrare i sacchetti gettati dopo i colloqui tra i due nell' estate scorsa. Lo scopo era trovare i fogli su cui Romeo scriveva (senza parlare per paura delle intercettazioni) davanti a Russo i destinatari delle somme ritenute possibili tangenti.
Romeo prima dice a Russo la cifra da dare a un soggetto poi scrive una o più lettere sul foglio. Quando dice "30 al mese a", secondo gli inquirenti si riferisce a Tiziano Renzi, che sarebbe rappresentato dalla "T." vergata in silenzio sul foglio.
A buon intenditor poche parole. Secondo l' ipotesi degli inquirenti, nell' ufficio di via Pallacorda a Roma, Russo potrebbe aver concordato con Romeo di dare 30 mila euro al mese a "T." alias Tiziano Renzi e il suo intendimento - sempre secondo l' ipotesi investigativa - sarebbe stato quello di ottenere un trattamento più favorevole per la Romeo Gestioni nei rapporti con la Consip.
Era il costo di quella che Romeo chiama "una polizza assicurativa"… Russo gli promette l' intervento di Tiziano su Marroni e si impegna a organizzare un incontro tra Romeo e Tiziano Renzi: "Ci si va a prendere una bistecchina con Tiziano". Secondo alcune testimonianze, da verificare, un incontro con Romeo, Russo e Tiziano ci sarebbe poi stato.
Inoltre va detto che i pagamenti ipotizzati per Tiziano non si sono poi verificati. Millanterie di Russo? Gli inquirenti hanno capito male? Certo, proprio quando l' inchiesta da Napoli stava arrivando nel cuore della famiglia Renzi, l' indagine è stata danneggiata irrimediabilmente da una fuga di notizie che, secondo quanto ha dichiarato l' amministratore della Consip stessa, Luigi Marroni, avrebbe avuto come protagonisti il comandante dei carabinieri Del Sette ma sopratutto tre amici di Matteo (non Tiziano) Renzi: Luca Lotti, il comandante della Toscana dell' Arma, Emanuele Saltalamacchia, e Filippo Vannoni. L' avvocato di Tiziano Renzi, Federico Bagattini, invita a non correre: "Ricordiamoci come è finita a Genova sulla presunta bancarotta". Tiziano Renzi fu indagato e prosciolto.
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