DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA…
Tommaso Labate per corriere.it
La versione dei nemici interni è che «Conte l’ha messo in panchina per un po’, lasciandolo defilato». La versione degli amici coincide con quella dei nemici; anche se si discosta sulle motivazioni che stanno alla base della scelta dell’ex premier di privarsi dei consigli del suo storico braccio destro, «perché vuole tutelarlo in vista della fase successiva». Il diretto interessato, invece, alle continue sollecitazioni che gli arrivano anche dagli interlocutori degli altri partiti, se la cava sempre con un sorriso: «Scusami ma in questo periodo sono parecchio incasinato. Mille riunioni dalla mattina alla sera, sto sempre su Zoom…».
giuseppe conte e rocco casalino
La domanda che si fanno in tanti, fuori ma anche dentro i confini del M5S, è quella che riguarda il destino di Rocco Casalino. Che fine ha fatto lo spin doctor di Giuseppe Conte? Negli ultimi cinque anni non c’è stata grande guerra, atroce battaglia e nemmeno semplice baruffa che avesse l’ex premier tra i contendenti in cui dietro le quinte non ci fosse una strategia, un piano o anche solo una mossa «griffata Casalino». E invece nelle ultime settimane, quelle della «guerra fredda» tra l’ex presidente del Consiglio e il suo successore Mario Draghi , l’ingegnere regalato alla comunicazione politica è scomparso da tutti i radar. Fuori dal proscenio ma anche fuori dal «dietro le quinte», come se fosse stato improvvisamente inghiottito dall’oblio.
GIUSEPPE CONTE ROCCO CASALINO E IL TAVOLINO MEME
Nelle ultime apparizioni in pubblico, anche se si trattava di due cene separate per festeggiare il compleanno, agli amici (prima cena) e ai parenti (seconda cena) Casalino aveva mostrato sul telefonino l’anteprima del comunicato che avrebbe annunciato l’uscita dei 5 Stelle dalla maggioranza. Solo che gli eventi delle ore e dei giorni successivi, dalla telefonata Conte-Draghi al faccia a faccia tra i due, hanno sconfessato quella linea e spostato il documento tra le «bozze non inviate» dello smartphone. E dire che in quei giorni, il mito della scomparsa dai radar di Casalino si era alimentato proprio a causa della previsione — poi rivelatasi errata — della scelta di Conte di consumare fino in fondo la rottura con Draghi. Ai tantissimi interlocutori di Lega e Pd che continuavano a consultarlo come fosse un oracolo, l’ex spin-doctor di Palazzo Chigi aveva offerto certezze. Della serie, «usciremo dalla maggioranza». Poi però aveva mescolato abilmente le carte, trasformandosi da «falco» a «colomba», da incendiario a pompiere. Salvo sparire nel nulla subito dopo.
GIUSEPPE CONTE VENDITORE DI CALDARROSTE
Titolare di un contratto di collaborazione che lo lega ai gruppi parlamentari del Movimento, Casalino sperimenta oggi la panchina. Che sia il geniale fantasista uscito dagli schemi dell’allenatore o l’uomo della provvidenza pronto a ritornare in campo appena il gioco tornerà a farsi duro, ecco, lo si capirà nelle prossime settimane. Di certo c’è che la promessa di trovarsi in posizione eleggibile nelle liste delle prossime elezioni politiche, quella è agli atti e difficilmente qualcuno potrà rimangiarsela. Su una cosa sono tutti d’accordo, nemici e amici: il giorno che Conte decidesse di togliere l’appoggio a Draghi, la mano delle mosse successive tornerebbe a essere quella di Casalino. La sua propensione a riapparire, d’altronde, è seconda solo alla capacità di mimetizzarsi nel nulla. È già successo e risuccederà. Forse.
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