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1 - GOVERNO: PANICO M5S 'NUMERI NON CI SONO', E C'E' CHI CHIEDE STOP VETO SU IV *
(Adnkronos) - "I numeri non ci sono", dice all'Adnkronos un esponente di governo del Movimento 5 Stelle quando sulle agenzie si materializza la nota dell'Udc. Il partito di Lorenzo Cesa si sfila dall'operazione responsabili ribadendo la sua permanenza nel centrodestra. Quanto basta per far scatenare il panico nelle chat grilline, che in un primo momento avevano benedetto l'operazione 'costruttori' pur di dare il benservito a Matteo Renzi e a Italia Viva.
Ma adesso la situazione sembra essere mutata. E c'è chi torna a caldeggiare un dialogo con Iv per scongiurare una fine traumatica della legislatura e il conseguente e ritorno al voto, vero spauracchio di queste ore concitate. "Il premier non può tenerci tutti in ostaggio - si sfoga un parlamentare pentastellato -, deve dimettersi in modo da sbloccare il Conte Ter. E deve far cadere il veto su Iv". Un Conte Ter che per molti eletti M5S rappresenta la possibilità di rimettere mano alla squadra di governo.
"I vertici si sono impuntati, non vogliono cambiare niente. E invece nei gruppi molti chiedono di sostituire chi finora non ha lavorato bene", rimarca un altro deputato. I riflettori sono puntati sulle prossime mosse del premier. Nei giorni scorsi Conte ha chiuso la porta a Iv. "Lo ha fatto lui, non noi", sussurra un grillino. "Noi stiamo col premier - prosegue - ma se dovesse ostinatamente rimanere sulle sue posizioni non andremmo certo a immolarci per lui...".
2 - L'UDC SI SFILA, I RESPONSABILI TRABALLANO
Gabriella Cerami per https://www.huffingtonpost.it
Numeri sempre più incerti. La pattuglia dei presunti responsabili traballa e il pallottoliere del Senato non riesce a segnare la maggioranza assoluta. La prima doccia fredda arriva dall’Udc su cui venivano riposte un po’ di speranze: “Non ci prestiamo a giochi di Palazzo e stiamo nel centrodestra. I nostri valori non sono in vendita”. La seconda doccia fredda arriva da Italia Viva, che non si spacca e a quanto pare resiste, almeno in questa fase, alle lusinghe che arrivano da tutte le parti, da Conte e dal Pd.
Riccardo Nencini, anche lui tra coloro che sembravano già passati sul fonte del premier adesso frena. “Serve un governo autorevole con questa coalizione per poter ripartire”. E citando “le aperture di Pd e Iv”, suggerisce che recuperare i renziani sarebbe ancora possibile, spiega il presidente del Psi allontanando ogni ipotesi di frattura con Renzi. Terza doccia fredda: il gruppo Maie-Italia23 non riesce ad ampliare la compagine a parte qualche transfuga M5s.
Il premier Conte è di nuovo sulle sabbie mobili. Non vuole riaprire un tavolo con Renzi, è deluso e troppo amareggiato. Ma da alcuni lati del Pd, e ora anche da qualche pentastellato, iniziano ad arrivare spinte perché riapra il dialogo con Conte. La condizione che però pone il leader di Italia Viva è sempre quella, eventualmente, di un Conte ter e ciò significa che l’attuale premier dovrebbe dimettersi. E come è prevedibile il presidente del Consiglio non si fida. “Se non si dimette rimane tutto bloccato”, è la voce che inizia a circolare anche tra i pentastellati alla luce degli ultimi calcoli e dei ‘no’ che stanno arrivando compresi quelli da Italia Viva.
renzi mejo dello sciamano di washington
Renzi fa un ennesimo azzardo in un’intervista al Messaggero: “Secondo me senza di noi non hanno i numeri, sono lontani da quota 161 al Senato. Hanno raccontato un loro auspicio come fosse la realtà”. È possibile una ripresa dell’interlocuzione con il premier? “Deve chiederlo al premier. Noi siamo disponibili come sempre”. Conte non lo è, ma lo scouting sta andando male e soprattutto i suoi sostenitori iniziano ad avere dubbi e i messaggi che arrivano a Palazzo Chigi sono di forte preoccupazione. Questa al momento è la fotografia di una vicenda politica in rapida evoluzione.
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