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mattia feltri premio e' giornalismo 2018 8
Mattia Feltri per “la Stampa”
Non so se sarà Clemente Mastella a salvare il governo Conte ma, nel caso, mi sarà un po' più simpatico. Non Mastella, che mi è simpatico da sempre, ma il governo Conte. Mastella mi diventò particolarmente simpatico quando, da ministro della Giustizia, promosse un indulto con una maggioranza trasversale, spiegando che il compromesso è l'architrave della politica, e il compromesso più nobile fu la Costituzione.
L'ho visto messianico nella sua Ceppaloni, con la fila di questuanti con preghiera d'intercessione in questa o quella pratica, e lui prometteva e manteneva, e se la fila era troppo lunga dava a tutti appuntamento su in villa - con piscina a forma di conchiglia - e i questuanti arrivavano l'indomani e lui distribuiva le prebende.
Mi è simpatico perché a non so quale anniversario della sua discesa in politica raccontò in comizio di essere entrato in Rai su raccomandazione di Ciriaco De Mita quindi forza, chiedete e vi sarà dato. Mi è simpatico perché, quando si sposò il figlio, organizzò una festa con seicento invitati, il carrello delle granite, la piramide di pesche e Katia Ricciarelli al microfono.
Perché ai suoi raduni di partito arrivavano Roberto Benigni e Claudio Baglioni. Perché patrocinava la sagra del fusillo al pecorino e la fiera degli sbandieratori, e poi andava in yacht con Diego Della Valle. E quando la sua collisione con Di Pietro fu fatale al governo Prodi, io stavo con Mastella perché non è moralista, mentre i moralisti sperano di camuffare le loro bassezze con alte parole. E infatti sarà con Mastella che, dentro questo governo, il termine onestà comincerà persino ad avere un senso.
mastella bassolinomastellaSILVIO BERLUSCONI E CLEMENTE MASTELLAclemente mastella luca di montezemolo diego della valleclemente mastella foto di baccoCLEMENTE MASTELLACLEMENTE MASTELLA - VINCENZO DE LUCA - SERGIO MATTARELLAmastella
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