UN SACCO BILL – VOTI 1 MA NE PRENDI 4: LA FAMIGLIA DE BLASIO FA ANCORA DISCUTERE, LA FIGLIA DEL NUOVO SINDACO DI NEW YORK AMMETTE: ‘RESTARE SOBRIA È LA COSA PIÙ DIFFICILE DELLA MIA VITA’

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Michele Farina per ‘Il Corriere della Sera'

Da Bill a Bill: il primo dell'anno sulla scalinata di City Hall, il municipio bianco di New York, il nuovo sindaco Bill De Blasio giurerà nella mani dell'ex presidente Bill Clinton. La Bibbia su cui appoggerà la mano è un cimelio appartenuto a un altro gigante democratico, Franklin D. Roosevelt.

E se l'immensa capigliatura «afro» di Dante, il figlio quindicenne del primo cittadino, lo permetterà, i fotografi scopriranno se la prima cittadina Chirlane, di origini giamaicane, indosserà sì o no un abito della sua stilista preferita Anni Kuan originaria di Taiwan.
I reporter potranno scorgere tra gli invitati alla cerimonia di inaugurazione anche l'aspirante presidente Hillary.

I Clinton sono stati datori di lavoro del nuovo mayor italoamericano, e sono grandi newyorkesi d'adozione. Accanto a questi totem, a pochi passi dalle Torri del New World Trade Center e dagli uffici di Wall Street, il Bill di Brooklyn comincerà la sua avventura a Manhattan, centonovesimo timoniere della città più popolosa degli Stati Uniti.

Eleggi uno prendi quattro. Raramente nella storia di New York un sindaco è arrivato al potere circondato in maniera così visibile e mediatica dalla sua famiglia. Anche sotto questo aspetto alle elezioni di novembre Bill ha vinto presentandosi come l'anti-Bloomberg, un normale padre di famiglia che faceva il coach del figlio nei campetti di baseball di Prospect Park, un blando castiga-ricchi più nell'atteggiamento che nei numeri (con lui le tasse dovrebbero aumentare soltanto dello 0,5%).

D'altra parte fare meglio del suo ricco predecessore Mike Bloomberg non sarà così facile, visto che anche il New York Times (sostenitore di De Blasio) ieri nel suo editoriale di addio ha promosso l'operato del sindaco imprenditore: «Ha mantenuto le promesse» il miliardario semisconosciuto che dodici anni fa, sulla stessa scalinata di City Hall, con un discorso impacciato e di basso profilo prese le redini della città stremata e impaurita dopo l'11 settembre.

New York è ancora «la capitale del mondo» e Bloomberg se ne va ringraziando in punta di piedi, con l'ultimo discorso alla radio, diversamente dal sindaco-sceriffo Rudy Giuliani che fino all'ultimo rimase al centro della scena, con una monumentale festa di addio tra le luci di Times Square la notte del 31 dicembre 2001. In queste ore 800 persone lavorano nella stessa piazza, simbolo turistico di Manhattan, ma solo per preparare la scenografia del megashow dell'ultimo dell'anno.

Questo passaggio di consegne avviene più in sordina. E anche questa volta De Blasio in qualche modo ha mandato avanti la famiglia, i suoi figli già onnipresenti nella campagna elettorale: alla vigilia di Natale la diciottenne Chiara ha messo una video-confessione su YouTube nella quale per la prima volta spiega la sua battaglia contro la depressione, l'alcol e le droghe: «Restare sobria è la cosa più difficile della mia vita, ma ne vale la pena».

Tutto pronto per il trasloco a Manhattan: i multietnici De Blasio si spostano dai bastioni (mattoni) liberal di Park Slope per andare ad abitare negli antichi saloni di Gracie Mansion nell'Upper East Side, sulla riva dell'Hudson. La settecentesca residenza è una specie di piccola e più dimessa Casa Bianca di New York, dove un altro italoamericano, Fiorello LaGuardia, si trasferì con la famiglia negli anni Quaranta.

Per oltre un decennio è rimasta disabitata (Bloomberg da sindaco ha continuato a vivere nella sua magione a cinque piani a pochi passi da Central Park). Gracie Mansion è stata rinnovata con un restauro multi-milionario (voluto proprio da Bloomberg). E il capellone Dante dovrà partire presto alla mattina per continuare a frequentare la sua scuola a Brooklyn.

 

 

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