DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E…
1. LA FIGURACCIA DEI SONDAGGISTI
Luigi Crespi per "Il Tempo"
Il Paese ha scelto Matteo Renzi. Qualunque sia il risultato finale, il referendum che lui stesso ha convocato sul suo governo, il premier l'ha vinto. E l'ha vinto da solo. Del resto non aveva alternative, se non voleva fare la fine di D'Alema o di Bersani. Dopo aver fatto fuori Letta in un modo discutibile, questa legittimazione popolare gli era indispensabile per andare avanti. Le altre forze che compongono il suo governo, invece, escono malconce da questa tornata elettorale.
Alcune praticamente annientate. Come esce sconfitta la minoranza interna del Partito democratico, ormai disarmata soprattutto perché non abituata alle vittorie. Silvio Berlusconi, dal canto suo, ha dato un grosso contributo alla vittoria di Renzi. La sua campagna elettorale, tutta concentrata su Grillo, è riuscita nell'obiettivo di spaventare gli elettori moderati, che hanno fatto la scelta «utile», cioè il voto che consentiva di fermare il Movimento Cinque Stelle. Comunque Berlusconi resiste: Forza Italia rimane ampiamente la prima forza del centrodestra. Ora si dovrà capire se il suo partito riuscirà ad andare oltre questa sconfitta, per ritrovare il filo della relazione con un elettorato in libera uscita, saccheggiato proprio da Renzi.
Per quanto riguarda Beppe Grillo, il passaggio da Vespa non solo non gli ha consentito di catturare i moderati ma è servito a irritare i suoi elettori. Nello scontro bipolare, dunque, gli italiani hanno scelto la speranza e non la vendetta. Una nota a margine la meritano i miei ex colleghi sondaggisti. Avevo ripetuto fino alla nausea che, a mio avviso, i sondaggi erano tutti sballati. Poi mi ero fatto un'idea, attraverso l'analisi dei «sentiment» in rete, che Grillo potesse ottenere un risultato importante.
Un'ipotesi, per carità , mai supportata da dati reali. Ma la figuraccia a cui abbiamo assistito in tv da parte di tutti coloro che si sono cimentati in previsioni, ha fatto impallidire quella che mi toccò fare personalmente con le stramaledette «bandierine» di Emilio Fede.
La verità è che è impossibile utilizzare il sondaggio come strumento di vaticinio (e quindi è assurdo vietarne la pubblicazione), in una fase storica, sociale e politica in cui l'elettorato è libero da ancoraggi ideologici e clientelari. In un mondo economicamente destrutturato, il corpo elettorale diventa fluido, emotivamente compromettibile. E quindi liquido. In questo scenario, qualsiasi sondaggio è inutile.
2. I SONDAGGI DEI PRINCIPALI ISTITUTI DI RICERCA DUE GIORNI PRIMA DEL VOTO
Dalla pagina Facebook di Fabrizio Rondolino
Ecco i risultati dei sondaggi condotti negli ultimi quattro giorni da alcuni dei più importanti istituti di ricerca. Questi dati vengono pubblicati in violazione dell'art. 8 della L. 28/2000 e a difesa del diritto all'informazione
Piepoli
Pd 32%
M5s 28%
FI 18%
Lega 4.5%
Ncd 5.5%
Euromedia
Pd 30.5%
M5s 29.5%
FI 21%
Ipsos
Pd 32%
M5s 26%
FI 18%
Lega 6%
Ncd 4.5%
Tecnè
Pd 30%
M5s 28%
FI 21%
Lega 6%
Ncd 4.9%
IPR Marketing
Pd 31%
M5s 26%
FI 18%
Lega 6%
Ncd 5.5%
SWG
Pd 34.5%
M5s 25.5%
FI 18%
Lega 5.5%
Ncd 5%
Secondo tutte le rilevazioni Tsipras, Fratelli d'Italia e Scelta europea non superano la soglia del 4%
3. I RISULTATI DEFINITIVI IN TUTTA ITALIA
Da www.repubblica.it
Trionfa il Pd di Matteo Renzi: con il 40,8%, batte il record di Veltroni del 2008, stravince nelle cinque le circoscrizioni e diventa il primo partito dell'area socialdemocratica europea, arriva quasi a doppiare l'M5S e a superare la somma di grillini e Forza Italia. Non solo, il Partito Democratico resta l'unica forza politica italiana a far meglio, in numeri assoluti, del 2013 di oltre due milioni e mezzo di voti (in percentuale sale del 15%) e fa capire a tutti che sarebbe in grado di vincere da solo eventuali elezioni politiche con l'Italicum. Cinque dati tutti in positivo, un pokerissimo che esce dalle carte in mano di Renzi e costringe in un angolo grillini e berlusconiani.
I primi dovranno adesso spiegare le minacce e l'arroganza delle ultime settimane, raccontare agli italiani come hanno fatto, in meno di un anno di opposizione "pura e dura" a perdere quasi 5 punti in percentuale passando dal 25,5% al 21,2% e da 8 milioni e 689 mila voti a 5 milioni e 800 mila. Dato che segna una pesante sconfitta anche di fronte a un calo percentuale degli elettori dal 75,2% (politiche 2008) al 57,22 % di ieri. Per Forza Italia, poi, c'è un crollo spaventoso da 7 milioni e 332mila (21,6%) del Pdl a un misero 16,8% oggi, pari a non più di 4 milioni e 600 mila voti.
Insomma, l'Italia si sveglia molto più "seria" del resto d'Europa e può paragonare la sua stabilità a quella (per tanti versi diversa) di una Germania. Gli italiani si dimostrano capaci di respingere i due populismi: quello tradizionale di Berlusconi e quello ambiguo tra sinistra e destra di Grillo. E il Pd riesce a recuperare voti dappertutto: da destra e anche da sinistra.
Per gli altri partiti, Lega Nord, Ncd-Udc e Tsipras, superano la soglia del 4% che permette di portare parlamentari a Strasburgo. Il partito di Salvini (che ha già annunciato la fine dell'euro) ariva al 6,2 con 1 milione e 660mila voti superando ampiamente il 4,1% delle politiche 2013 (5 deputati europei). I centristi di Alfano e Casini arrivano al 4,34 con 1 milione e 200mila voti. La Lista Tsipras riesce a farcela, seppur di pochissimo: con 40 sezioni da scrutinare (circa 20mila voti) su 61.592 , i seguaci del leader greco sono al 4% pieno. Dovrebbero avere tre deputati come Ncd-Udc. E' probabile che il dato di Alfano e Casini abbia anche un benefico effetto sulla compattezza del governo.
Male tutti gli altri: da Fratelli d'Italia (al 3,7%, anche se quasi raddoppia i consensi rispetto allo scorso anno) e, soprattutto, a Scelta Europea che quasi sparisce (0,6%).
Tornando ai risultati dei primi tre, va notato che il Pd supera largamente il record di Veltroni del 2008 (33,2%) restando sotto di circa 800mila voti rispetto ai 12 milioni di suffragi presi in quella occasione. E va pure detto che che neanche il Pdl era mai andato oltre il 37,4% e alle europee del 2009 si era sttestato al 35,3%. Forza Italia, da sola aveva preso il 21% nel 2004.
Nelle cinque circoscrizioni, il Pd è sempre al comando. Nel Nord Ovest arriva al 40,6% (M5S al 18,4% e Forza Italia al 16,2%). Nel Nord Est, Renzi raggiunge il 43,5% con i grillini al 19% e Forza Italia al 12,9%. Nella circoscrizione del Centro, il Pd tocca il suo record al 46,6%; l'M5S è al 21,8% e Forza Italia al 14,8%. Nella circoscrizione meridionale e nelle isole era previsto il sorpasso di Grillo nei confronti del Pd. Le urne hanno suonato tutt'altra musica. Nella circoscrizione del Sud il Pd tocca quota 35%, l'M5S si ferma al 25% e Forza Italia al 22%. Nelle Isole i grillini toccano il loro miglior risultato (27,3% col 30,5% in Sardegna) ma restano molto indietro rispetto al Pd che raggiunge il 34,9% con il 38,7 in Sardegna e il 33,7% in Sicilia. Forza Italia si ferma, nella circoscrizione insulare, al 20%.
Straordinari, per il Pd, i risultati nelle singole regioni. Il picco (sembra un omaggio a Renzi) si verifica in Toscana con il 56,3%. Segue l'Emilia Romagna con il 52,5%. Nelle due regioni "rosse" pare di essere tornati ai tempi del miglior Berlinguer che, comunque, non superò mai il 34% (33,6% nel 1984, anno del sorpasso sulla Dc subito dopo la scomparsa del grande leader comunista). In altre otto regioni, il Pd supera il 40 per cento: Umbria (49,2%), Valle d'Aosta (47,1%) Marche (45,5%), Basilicata (42,2%), Friuli Venezia Giulia (42,2%), Liguria (41,7%), Piemonte (40,7%) e Lombardia (40,3%). In sei regioni, il partito di Renzi è sopra quota 30%: Lazio (39,2%), Sardegna (38,7%), Veneto (37,5%), Campania (36,1%), Puglia (33,6%), Sicilia (33,6%), Abruzzo (32,4%), Molise (31,2%). Solo in Trentino Alto Adige il Pd finisce sotto il 30%: raggiunge il 29,9% ma supera addirittura la Svp (28,8%)
La serata era cominciata con gli exit poll di Emg per La7 (Mentana) che, evidentemente avevano colto un segnale e davano il Pd intorno al 33% con Grillo intorno al 26 e Forza Italia al 18. Probabilmente, Fabrizio Masia (direttore di Emg) aveva dati ancora migliori per Renzi, ma darli come exit poll dopo i sondaggi delle ultime settimane che vedevano Pd e M5S poco distanti tra loro, sembrava, oggettivamente, un azzardo.
Così, il trionfo del Pd di Matteo Renzi è diventato concreto solo quando, intorno a mezzanotte, Antonio Noto, direttore di Ipr Marketing ha snocciolato davanti a un allibito Bruno Vespa la sua prima proiezione (10 per cento del campione) con il Pd al 40,2%, l'M5S al 23,1% e Forza Italia al 16%: "Quando ho visto i dati - confessa Noto - mi sono preoccupato perché sembravano davvero 'forti'. Semplicemente, ho avuto il coraggio di darli". Da lì in poi, tutte le proiezioni hanno confermato la tendenza.
GRILLO E VESPA c d dfe f e b RENZI E GRILLO a bbed a aee b ae aad grillo RENZI SALUTA CONFALONIERI DOPO LA D URSO MATTEO RENZI IN CONFERENZA STAMPA A PALAZZO CHIGI FOTO LAPRESSE CONFRONTO SKYTG RENZI CUPERLO CIVATI MASSIMO DALEMA PIERLUIGI BERSANI Luigi Crespi FABRIZIO RONDOLINO PIEPOLI PAGNONCELLI ALESSANDRA GHISLERI Nicola Piepoli RENZI ALFANO CASINI IN SENATO FOTO LAPRESSE MENTANA VESPA FOTO BECHIS Bianca Berlinguer
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