ASSETATI DI DENARO – I NOSTRI PARTITI SPENDACCIONI SI PREPARANO A FINANZIARSI CON GLI SMS – SI POTRÀ DONARE UNO-DUE EURO PER VOLTA E FINO A 10 EURO CON UNA TELEFONATA – LA TORTA ATTESA SI AGGIRA INTORNO AI 60 MILIONI L’ANNO

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1 - FINANZIAMENTO AI PARTITI, BASTERÀ UN SMS

Aldo Fontanarosa per “la Repubblica

 

Al comizio, alla festa di partito, alla riunione di sezione, ora ci chiederanno anche questo. Dona 2 euro con un semplice sms. La possibilità teorica di finanziare così un partito esiste dal febbraio 2014, da quando entrò in vigore la legge Letta sui costi della politica. Ma solo il prossimo 28 aprile, a poche settimane dalle elezioni amministrative, il Garante per le Comunicazioni discuterà la delibera che ci permetterà di aiutare il Pd o Forza Italia, la Lega o i Cinquestelle quasi fossero un’associazione umanitaria.

cena di finanziamento del pd a roma  salone delle fontanecena di finanziamento del pd a roma salone delle fontane

 

I numeri della solidarietà - quelli cui indirizzare i nostri messaggini e i nostri soldi – sono pronti da tempo. Il Garante li ha già precisati (nella famosa delibera 8/15/Cir). Hanno 6 cifre e iniziano tutti con il 499. Ad ogni sms potremo donare al partito uno o 2 euro, non di più. Sarà possibile pagare anche dal telefono fisso, da 2 fino a 10 euro stavolta. E presto arriveranno le app per smartphone. Stesso meccanismo: clicco e regalo.

 

Il cittadino donatore potrà sempre rinsavire e pentirsi. Avrà diritto a reclamare indietro il denaro se non è più convinto oppure se questo gli è stato tolto per errore. Lo prevedono le società di tlc nel Codice di Autoregolamentazione, sul quale hanno (quasi) raggiunto un accordo. Per la restituzione, il donatore pentito spedirà alla società di tlc una lettera oppure una e-mail entro 30 giorni dalla fuoriuscita dei soldi.

 

I partiti potranno avviare la campagna di finanziamento se iscritti al Registro nazionale istituito dalla legge. Ma i numeri 499 non andranno alle forze politiche, semmai alle società di tlc che hanno titolo giuridico a gestire le numerazioni. Come per le medaglie olimpiche, anche nella telefonia ci sono numeri di bronzo, d'argento e numeri d'oro che si ricordano più facilmente. Immenso è il valore del 499.999 che ti entra subito in testa e darà un bel vantaggio alla società di tlc e al partito che lo utilizzeranno.

cena di finanziamento del pd a roma  enzo monaco col peperoncinocena di finanziamento del pd a roma enzo monaco col peperoncino

 

Il Garante - tenuto ad assegnare i numeri con criteri “equi e non discriminatori” - pensa a un uso condominiale. In pratica, tutti gli operatori tlc useranno le stesse numerazioni senza esclusive. Dare un 499 in esclusiva a un operatore, d'altra parte, avrebbe due effetti terribili. Significa riservare ai soli clienti di quella società tlc l’uso del numero pregiato. Non proprio democratico. Certo, questa società potrebbe sempre aprire la sua rete e questo suo numero ai clienti delle altre società; ma avrebbe facile gioco a chiedere un pedaggio per il transito, in base alle norme sulla “interconnessione” tra le reti. Tutto molto complicato.

 

Le società di tlc avranno diritto infine a un compenso per il servizio che offrono ai partiti. Ma sarà contenuto o addirittura simbolico se il Garante esenterà le società dal pagare gli oneri amministrativi (30 mila euro) quando riceveranno il numero.

 

Quanto raccoglieranno i partiti dagli sms di iscritti o simpatizzanti? Le associazioni benefiche e le Onlus portano a casa fino a 30 milioni, ogni anno. La torta dei partiti potrebbe essere almeno doppia e, a cascata, sarà interessante il ricavato per le società di tlc (se davvero lo reclameranno). Società che stanno procedendo non senza tensioni. Tim, Vodafone e Wind lavorano a una casa comune. Pensano a una società consortile a responsabilità limitata per gestite tutta questa storia in cordata, a braccetto. Nome provvisorio del consorzio “Dono per”. Evviva la fantasia. H3g e gli operatori minori (come Poste o Coop, nel mobile) non vogliono il consorzio e, anzi, lo osteggiano preoccupati che questa casa comune guadagni una posizione dominante nella sfida del nuovo sms solidale. L'sms di partito.

FINANZIAMENTO PUBBLICO images FINANZIAMENTO PUBBLICO images

 

 

2 - QUATTRO PER MILLE RIMBORSI, CREDIT CARD E LA POLITICA DIVENTA MERCHANDISING

Filippo Ceccarelli per “la Repubblica

 

TANTO per cambiare i partiti hanno speso troppo, perciò bussano a quattrini, ma come al solito è molto difficile commiserarli.

Così da più di un quarantennio (la prima legge sul finanziamento pubblico entrò in vigore nel 1974), nell’arco ormai di tre o quattro generazioni, accade a un certo momento che i tesorieri entrino in ansia, e allora si agitano, si riuniscono, fanno pressioni sui rispettivi leader e alla fine - che però non è mai la fine cercano comunque di tamponare la crisi finanziaria con qualche ideona più o meno bislacca, che però regolarmente presentano come risolutiva.

 

Quasi sempre cercano di ammantarla di retorica. All’inizio si diceva: «La democrazia ha un costo », con il che ventilando che il prezzo della corruzione sarebbe stato maggiore. Le formule dell’ultimo ventennio, comprensibilmente più reticenti rispetto al malaffare, recitano: «Dei partiti non si può fare a meno» e «altrimenti la politica possono farla solo i Berlusconi». Ogni soluzione escogitata, in linea di massima, è più pulita e più trasparente della precedente. Ma tutti sanno che non è così.

 

La premessa, o se si vuole il peccato originale è di far finta che gli italiani non abbiano mai votato contro il finanziamento pubblico, come invece accadde nel 1993, dopo Tangentopoli, con il 90,3 per cento.

 

A livello tecnico il micro-finanziamento digitale ricorda un pochino la vana astuzia varata nel 1998 con la Carta di Credito «Unica», gestita da Mastercard e dalla Banca Finemiro, per cui ogni acquisto effettuato comportava un contributo alle forze politiche. Il potenziale bacino d’utenza del merchandising di partito fu valutato allora attorno ai quattro milioni di cittadini- consumatori. Ma in realtà il flop fu tale da cancellarne perfino il ricordo.

 SOLDI AI PARTITI SOLDI AI PARTITI

 

Due o tre anni prima, d’altra parte, sempre i poveri cassieri avevano elaborato un complicatissimo congegno di esenzioni fiscali, il cosiddetto «Quattro per mille», che doveva coinvolgere i contribuenti. Però anche in quel caso la fiducia risultò così bassa che i risultati di quel pronunciamento vennero a lungo nascosti e divulgati solo quando, con votazioni semiclandestine e notturne, fu varato un complicatissimo, ma ricco sistema di «rimborsi», tra virgolette, perché in pratica il finanziamento pubblico era del tutto ripristinato, con l’aggravante di una complicità quasi generale.

 

Di solito sono scelte che si pagano in un secondo tempo. In questo senso l’assenteismo elettorale, poco sotto al 50 per cento, è appena un aperitivo. Non solo, ma il finanziamento pubblico non impedisce gli scandali. Né si può pensare che lo facciano gli sms e le app. Negli ultimi due anni le cronache, anche giudiziarie, sono state allietate dalle «spese pazze» nelle regioni. Per l’anno 2015 e seguenti, a partire dalla Roma di Alemanno e da Ischia cooperante, s’annuncia un pienone di inchieste su quelle «fondazioni» che dai partiti sono germinate non proprio come centri di elaborazione culturale.

SILVIO BERLUSCONI OSSERVA LA SUA GIGANTOGRAFIA NELLA NUOVA SEDE FORZA ITALIA FOTO LAPRESSE SILVIO BERLUSCONI OSSERVA LA SUA GIGANTOGRAFIA NELLA NUOVA SEDE FORZA ITALIA FOTO LAPRESSE

 

Nel frattempo la Lega ha investito in diamanti e pagato la laurea albanese al Trota; e se Forza Italia si è trasferita in una sede principesca, ogni tanto nel Pd prendono a rinfacciarsi gli uni con gli altri ricchi stipendi, signorili soggiorni e perfino televisioni, tanto clandestine quanto costose.

 

Eppure tutti lì a piangere che i soldi non bastavano mai mentre affittavano aerei, pullman, camper, hotel di lusso e ordinavano sondaggi a rotta di collo, organizzavano concerti e convegni con le immancabili hostess, stipendiavano specialisti di ogni tipo, addirittura «reputation manager» con il compito di «pulire» la rete dalle loro stesse malefatte. Col bel risultato che in questo quadro di spendi e- spandi e arraffa-arraffa solo i cinquestelle - che è tutto dire - finiscono per fare una bella figura perché almeno hanno rinunciato ai soldi pubblici, 42 milioni di euro, con cerimonia di assegnone- poster davanti a Montecitorio.

 

SILVIO BERLUSCONI TAGLIA IL NASTRO NUOVA SEDE FORZA ITALIA FOTO LAPRESSE SILVIO BERLUSCONI TAGLIA IL NASTRO NUOVA SEDE FORZA ITALIA FOTO LAPRESSE

In tale contesto fiorisce la soluzione tecnologica dei messaggini e dei regalini da un euro, ma subito viene spontaneo pensare a quali fantasiose e massive scappatoie, a quali astrusi stratagemmi e traviamenti faranno ricorso i partiti per riempire le loro casse. Senza ideali, senza progetti e senza credibilità si capisce che la post-politica costa molto di più. Meno voti e più soldi, più affari e meno realtà. La politica con altri mezzi, la politica che mangia se stessa.