"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON……
1 - AIUTO, TORNA ANCHE TONINO
Da"il Giornale"
«Mi rimetto in gioco e torno a candidarmi». Parola di Antonio Di Pietro. Più che una promessa, una minaccia. Dopo il rientro in politica annunciato da Gianfranco Fini, ora si rigetta nella mischia anche Tonino, cui il ruolo di presidente onorario dell’Italia dei Valori non basta più.
«L’onorario è quello che partecipa all’associazione dei combattenti e dei reduci. Io combattente lo sono, per il reduce c’è tempo»,ha detto l’ex pm. Dopo la mazzata presa alle ultime elezioni europee, con percentuali da prefisso telefonico per l’Italia dei Valori, ecco tornare in campo il fondatore del partito. «Ma non ci sarà più il mio nome sul simbolo», promette. Per la serie, una croce sopra.
2 - NCD ADESSO FLIRTA CON FINI ALL'INSAPUTA DI ALFANO
Francesco Cramer per "il Giornale"
Pezzi di Ncd ora cercano il rottame Fini. Trovano conferme le voci di un incontro super segreto tra Cicchitto e l'ex leader di Fli, finito in disgrazia. Tema del summit: mettersi tutti insieme ma lontani da Arcore. Della partita ci sarebbero gli esponenti alfaniani più restii al rifidanzamento con il Cavaliere: Cicchitto, appunto, ma anche Quagliariello e il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, ora su posizioni ruvidamente antiberlusconiane. Il progetto è una sorta di Nuovo-Nuovo centrodestra, confermato anche dallo stesso Fini qualche giorno fa: prima in occasione di un suo intervento a Bari poi in un'intervista al Messaggero.
Il disegno: fare un rassemblement che escluda gli «estremisti» azzurri, i «lepenisti» della Lega, gli «antieuro» di Fratelli d'Italia e metta insieme quel che resta del centro: dai brandelli di Scelta civica ai Popolari per l'Italia di Mario Mauro, passando per l'Udc di Cesa. A questo proposito, ieri a tarda sera in Senato, proprio Cicchitto s'è riunito con il collega Quagliariello e il senatore udiccino, Antonio De Poli.
Naturalmente il piano cozza con l'ultima apertura fatta da Alfano qualche giorno fa ai forzisti tramite intervista alla Stampa. Se Angelino aveva detto di aspettarsi «un colpo di telefono dai forzisti» c'è chi invece nel suo partito vuole mandare l'occupato o riagganciare subito.
BEATRICE LORENZIN FOTO LAPRESSE
«L'apertura di Angelino? Una falsa apertura», giura un big di partito che non ha nessuna voglia di avere a che fare un domani con Brunetta & C. Così, visto il misero risultato del 4 virgola grazie all'Udc, gli alfaniani anti-forzisti si danno da fare con la politica dell'aspirapolvere. E quale polvere migliore se non il «buon» vecchio Fini? Anche i finiani, ex parlamentari tornati alle proprie occupazioni che non hanno tagliato del tutto i ponti con l'ex leader futurista, confermano i contatti tra Cicchitto e l'ex presidente della Camera.
Il quale, in questi giorni, si sta spendendo moltissimo per ricontattare tutti i suoi ex compagni di viaggio di Fli e tirarli in mezzo a una nuova avventura. «Tu ci stai? Lo spazio c'è...», dice a molti. Vuole tornare in pista a tutti i costi, Gianfranco. Non gli è bastata la batosta e, appunto, si attovaglia perfino con Cicchitto con il quale - miracoli della politica - all'epoca della scissione futurista era suo acerrimo nemico: non c'era giorno che i due si mandassero a quel paese a colpi di lanci di agenzia al vetriolo.
Qualcuno gli risponde di sì; qualcun altro - ben più realista - lo mette in guardia: «Sì ma non puoi essere tu il volto del rinnovamento». Fini lo sa. Forse gliel'hanno detto pure gli udiccini tra i quali serpeggia il malumore: «Ma i volti nuovi chi sono? Fini e Cicchitto? Suvvia...». A questo proposito proprio Fini starebbe mettendo in pila nomi di amministratori locali, professionisti, esponenti della società civile, rigorosamente under 40.
In compenso nel Ncd il dibattito è serrato anche su come e soprattutto quanto restare al governo.
L'ala più favorevole al dialogo con gli azzurri, tra la quale c'è la capogruppo alla Camera Nunzia De Girolamo, mollerebbe Renzi qualora quest'ultimo non desse maggiormente retta alle istanze alfaniane fin da subito: «Fosse per me anche dopo il semestre europeo», dice. Dicembre-gennaio, quindi.
L'ala più refrattaria al dialogo con Forza Italia, nella quale va inserito Quagliariello, starebbe sul treno del premier-pigliatutto ben più a lungo: «Il nostro programma ideale è stare con Renzi fino allo scadere della legislatura e intanto lavorare alla costruzione dell'alleanza che dovrà sfidare Renzi», ammette Quagliariello. Con Fini?
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