IL DESTINO DELL'UCRAINA SI DECIDE TRA WASHINGTON E MOSCA: LA TRATTATIVA SEGRETA TRA PUTIN E TRUMP È…
1- LIBIA: CONSIGLIO BENGASI; JALIL, PRONTI A USO FORZA
(ANSA-AFP) - Il leader del Cnt, Mustafa Abdel Jalil, minaccia di ricorrere alla forza per impedire quella che ha definito la "sedizione dell'Est", all'indomani della nascita di un Consiglio provvisorio della Cirenaica a Bengasi che chiede "autonomia" da Tripoli e reclama un sistema federale.
2- LIBIA: NASCE CONSIGLIO BENGASI, PER CNT E' COSPIRAZIONE
Claudio Accogli per l'ANSA - Le funeste profezie del defunto rais di Libia, Muammar Gheddafi, sembrano sempre più avverarsi. Il Colonnello aveva pronosticato il 'diluvio' dopo la sua uscita di scena e la 'somalizzazione' del Paese, disarticolato dalle divisioni interne e facile preda dell'estremismo islamico targato al Qaida. Il Consiglio nazionale transitorio (Cnt) arranca da mesi alla ricerca di una unità di intenti e di prospettive, e solo su una cosa sembra ci sia l'accordo di tutti: l'Islam, che per molti si traduce Sharia, deve divenire la base del diritto inscritto nella nuova Costituzione.
Dopo mesi di scontri tra le fazioni militari che hanno causato decine di morti, con il Cnt incapace di disarmare le milizie che hanno sconfitto Gheddafi e di fatto 'occupato' il Paese, oggi è arrivata una nuova tegola: a Bengasi, il cuore della rivolta libica esplosa oltre un anno fa, circa 3.000 persone in rappresentanza di tribù e gruppi armati dell'est, hanno deciso di dare vita al Consiglio provvisorio per la Barqa (Cirenaica, ndr). Una decisione che il capo del Cnt, Mustafa Abdel Jalil, ha bollato come un atto di "sedizione", ispirato e finanziato da "alcuni Paesi arabi".
"Quello che si è verificato oggi è l'inizio di una cospirazione contro il Paese. E' una vicenda molto pericolosa che minaccia l'unità nazionale", ha tuonato a Tripoli Jalil, senza precisare quali Paesi arabi abbiano fomentato le divisioni. In passato, il Cnt ha più volte denunciato "l'ingerenza" del Qatar nel Paese, che "finanzia i gruppi armati islamici". Stamani, in una ex fabbrica di detersivi di quella che fino a qualche mese fa era stata ribattezzata la 'capitale dei ribelli', si è osannata l'autonomia, il federalismo, la fine dell'egemonia di Tripoli, dei "vecchi giochi del regime", la definitiva uscita di scena degli ex sodali del rais.
L'assemblea ha approvato un documento in otto punti: in cima c'é la richiesta di un "federalismo per uno Stato che riconosca l'Islam come base della vita civile", hanno rivelato all'ANSA alcuni dei partecipanti all'incontro, ovvero il ritorno al sistema federale abrogato nel 1964. Il Consiglio si propone di rappresentare gli interessi della Cirenaica in seno al Cnt, ma soprattutto nel nuovo Congresso nazionale che verrà eletto a giugno e che dovrà redigere la Costituzione e portare a nuove elezioni. Il meccanismo, che assegna più spazio ai rappresentanti della Tripolitania (102 rappresentanti su 200) non piace ovviamente a quelli di Bengasi, che reclamano più spazio.
"Nelle intenzioni, il Consiglio vuole marcare la propria autonomia", soprattutto in campo economico, ovvero sullo sfruttamento dei giacimenti petroliferi e sulla destinazione degli introiti derivanti dall'export, mentre lascerebbe carta bianca al Cnt in tema di politica internazionale e difesa. La Cirenaica, che si estende da Sirte fino al confine con l'Egitto e in cui si trovano la maggior parte dei giacimenti e dei terminal per l'export, vuole insomma le proprie "risorse nelle proprie mani", scrive la Bbc.
Fonti diplomatiche occidentali assicurano che la parola "indipendenza" non è "mai uscita" nel corso dell'incontro, e che anzi fuori dalla ex fabbrica di detersivi "campeggiava uno striscione con scritto 'vogliamo uno Stato Unitario'". Eppure, il capo del Barqa Supreme Military Council, la formazione militare espressione del neonato consiglio, Hamid Al-Hassi ha voluto sottolineare alle agenzie di stampa che i combattenti che hanno cacciato Gheddafi "sono pronti a dare battaglia per la propria autonomia".
A capo del Consiglio provvisorio è stato nominato Ahmed al-Senussi, pronipote di re Idris, influente membro del Cnt e una sorta di leggenda per i prigionieri politici del Paese, essendo rimasto in carcere per 31 anni dopo aver tentato, senza successo, un golpe anti-Gheddafi nel 1970. Che sia lui "l'uomo forte" che un libico su tre vorrebbe sul trono della nuova Libia, secondo lo studio condotto dall'Università di Oxford poche settimane fa?
gheddafi gg Abdel Jalil dei ribelli libiciLIBIA PROTESTE I LEADER DELLE TRIBU DELLA CIRENAICA CHE SFIDANO TRIPOLI I NUOVI RIBELLI DI BENGASI I CITTADINI DI BENGASI CON LA NUOVA BANDIERA DELLA CIRENAICA INDIPENDENTE
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