fabio rainieri - kyenge versione scimmia

QUI NON SIAMO CHARLIE – IL TRIBUNALE DI ROMA CONDANNA UN LEGHISTA A UN ANNO E TRE MESI DI RECLUSIONE PER AVER MESSO SU FACEBOOK UN FOTOMONTAGGIO DELLA KYENGE IN VERSIONE SCIMMIA – SALVINI: “NEANCHE A UNO SPACCIATORE DANNO UNA CONDANNA COSÌ”

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1 - FOTOMONTAGGIO DELLA KYENGE, PER I GIUDICI NON È SATIRA

Francesco Curridori per “il Giornale

 

FABIO RAINIERI - KYENGE VERSIONE SCIMMIAFABIO RAINIERI - KYENGE VERSIONE SCIMMIA

Vietato fare fotomontaggi su Cecile Kyenge. Proprio nei giorni in cui si piange ancora per la strage dei giornalisti e vignettisti satirici di Charlie Hebdo, il tribunale di Roma ha condannato Fabio Rainieri, segretario regionale della Lega nord Emilia-Romagna, reo di aver diffamato l’ex ministro dell’Integrazione con un’immagine, pubblicata su Facebook, che la raffigurava con il volto di una scimmia.

 

Il leghista è stato condannato per diffamazione aggravata da discriminazione razziale a un anno e tre mesi di reclusione e a pagare un risarcimento di 150 mila euro alla Kyenge che attualmente siede a Bruxelles come europarlamentare del Partito Democratico. Secondo la vittima risarcita, "istigare le persone a considerare i neri come animali – spiega la Kyenge - non è satira, né critica, ma solamente un reato ed è proprio per questo che trovo altrettanto grave la decisione della Lega Nord di non discostarsi dalle posizioni sostenute da Rainieri. In questo modo è l’intero partito a rendersi corresponsabile delle sue azioni".

FOTOMONTAGGIO KYENGE DEL LEGHISTA FABIO RAINIERIFOTOMONTAGGIO KYENGE DEL LEGHISTA FABIO RAINIERI

 

Il segretario della Lega Nord Matteo Salvini ha infatti difeso su Facebook il suo dirigente di partito rivendicando il diritto alla libertà di satira: “Neanche a un ladro o a uno spacciatore danno una condanna così, pazzesco”.

 

L’ex candidato governatore Alan Fabbri che ha portato la Lega emiliana al 20% ha, invece, causticamente dichiarato: “Non entro nel merito della sentenza perché non sono un giudice, credo la battaglia politica della Lega debba essere fatta sui contenuti e noto che il ministero di Kyenge era così utile che il Governo Renzi l’ha abolito e lei è stata spostata dall’Italia all’Europa. Ecco cosa ci ha lasciato: il nulla”.

 

2 – “ESSERE CHARLIE, PER DAVVERO”

Alessandro Gilioli per http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it

 

FABIO RAINIERIFABIO RAINIERI

Essere davvero Charlie, fuori dal comprensibile e sacrosanto abbraccio di questi giorni, implicherebbe un cambiamento nelle coscienze e negli atteggiamenti a cui noi, in Italia, non è che siamo molto portati. Non la meno, qui, con l’influenza delle grandi Chiese – quella cattolica e quella comunista – che pure qualche effetto in questa scarsa attitudine l’hanno avuto. Passo subito a un esempio concreto, recente e urticante.

Il consigliere regionale della Lega nord Fabio Rainieri è stato appena condannato a un anno e tre mesi di carcere per aver pubblicato sulla sua pagina questo fotomontaggio:
 

La stupidità e il razzismo di Rainieri sono fuori discussione. Il riferimento a Kyenge anche. Eppure, anche questo è un reato d’opinione. Certo, c’è una legge che lo punisce. Ma anche vilipendio alla religione è un reato. Anche oltraggio al Capo dello stato. Siamo ancora pieni di reati d’opinione. Per noi non musulmani, è facile accettare la liceità di pubblicare vignette come questa. Per noi non cattolici è facile accettare anche la liceità di  pubblicare vignette come questa.
 

matteo salvini 5matteo salvini 5

Ma per noi antirazzisti, è probabilmente più difficile accettare come lecite immagini come quella postata da Rainieri. Ne siamo capaci?  Siamo davvero in grado di fare nostra un’accezione smisurata di libertà? O siamo Charlie solo con quello che non ci dà fastidio, che non consideriamo profondamente sbagliato, vergognoso, diseducativo, inaccettabile? E arriveremo mai a far nostro il principio che essere Charlie vuol dire lasciare libertà di espressione anche a ciò che ci pare mostruoso? Arriveremo mai a far nostro il principio di base che alle cattive idee si risponde con le buone idee – e non con il carcere?