franco simone con la moglie

LA GALERA FUNZIONA (PER VUOTARE IL SACCO) - FRANCESCO SIMONE, IL "TOM TOM" DELLE RELAZIONI TRA COOP CONCORDIA E POLITICI, VUOLE FARSI INTERROGARE DA WOODCOCK: È L'UNICO MODO PER USCIRE DAL TERRIBILE POGGIOREALE (IL 1992 NON È MAI PASSATO)

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Fulvio Bufi e Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera

 

FRANCESCO SIMONE - CPLFRANCESCO SIMONE - CPL

Potrebbe tornare a breve davanti ai magistrati della Procura di Napoli Francesco Simone, il responsabile delle relazioni istituzionali della cooperativa Cpl Concordia arrestato nei giorni scorsi nell’inchiesta sugli appalti per la metanizzazione dell’isola d’Ischia.

 

Dopo aver scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio di garanzia davanti al gip, Simone, tramite il suo avvocato, fece sapere ai pm Henry John Woodcock, Celeste Carrano e Giuseppina Loreto (titolari dell’inchiesta basata sulle investigazioni dei carabinieri del Nucleo operativo ecologico) di essere disposto a farsi interrogare. Ha già riempito numerose pagine di verbale, consentendo alla Procura, con le sue rivelazioni, di raddoppiare i fascicoli, che ora sono diventati due: oltre a quello su Ischia ne è stato aperto un altro relativo agli appalti, sempre per gli impianti di distribuzione del metano, che la Cpl si era aggiudicata a Procida.

 

Il Tribunale del Riesame

ROBERTO CASARIROBERTO CASARI

Ma è evidente che il patrimonio di conoscenze che Simone custodisce è molto più vasto, ed è pronto a metterlo a disposizione dei magistrati anche dopo l’udienza fissata per lunedì davanti al Tribunale del Riesame. L’obiettivo più immediato di Simone è lasciare il carcere di Poggioreale, e arrivare all’udienza di inizio della prossima settimana con una collaborazione conclamata e riconosciuta valida dalla procura può essere utile per ottenere lo scopo.

 

Un nuovo interrogatorio, quindi, appare scontato, però non sarà certamente entro lunedì, quando al Riesame è fissata anche l’udienza per valutare il ricorso presentato dai legali di Maurizio Rinaldi, il presidente del consiglio di amministrazione della Cpl, anche lui arrestato insieme a tutti i vertici della cooperativa e al sindaco di Ischia Giuseppe Ferrandino.

 

nicola Verrininicola Verrini

Dovrà invece aspettare mercoledì prossimo Nicola Verrini, ex membro del consiglio di amministrazione della Concordia, nonché responsabile commerciale per l’area Tirreno (si è dimesso dagli incarichi ma non dalla cooperativa dopo essere finito sotto inchiesta). Anche lui, come Simone, ha cominciato a rispondere alle domande dei pm e a rivelare tutto quello di cui è a conoscenza, a cominciare dai rapporti del fondatore della Cpl Roberto Casari con esponenti del Pd.

 

Il suo interrogatorio, durato poco meno di sei ore, è stato per ora ritenuto sufficiente dagli inquirenti, che non hanno avvertito i legali di Verrini di tenersi pronti per un nuovo incontro. «Ma in ogni caso noi restiamo disponibili: se i magistrati avranno altre cose da chiedere, il nostro cliente risponderà certamente», spiega l’avvocato modenese Michele Jasonni.

John Henry WoodcockJohn Henry Woodcock

 

La competenza

L’appuntamento con il Tribunale del Riesame rappresenta un momento delicato anche per la Procura: dopo aver superato nettamente il vaglio del gip (che ha accolto le richieste di misure cautelari avanzate dai pm) l’inchiesta va ora all’esame di un nuovo giudice. Ci arriva con le ammissioni di due degli indagati, tra l’altro due che occupavano posti chiave nella Cpl, e così come erano figure centrali nella cooperativa, lo sono anche nella ricostruzione dei presunti illeciti fatta dagli inquirenti.

 

Giosi Ferrandino Giosi Ferrandino

Un elemento, quindi, che rafforza notevolmente il lavoro dei pubblici ministeri. Resta però aperto il capitolo delle competenze territoriali. Arricchendosi di nuove rivelazioni, l’inchiesta tende ad abbracciare vicende ben lontane da Ischia e Procida (Simone ha parlato di «un protocollo ben collaudato», un sistema che funzionava in tutta Italia), e questo potrebbe portare — almeno in futuro — al coinvolgimento di altre Procure.

 

Ma per adesso l’indagine è saldamente radicata a Napoli e lo dimostrano le riunioni fra i tre pm e il procuratore aggiunto Alfonso D’Avino (che coordina il lavoro) per fissare le nuove mosse investigative che si ripetono quotidianamente.