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DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO…
Alessandro Barbera e Paolo Baroni per “la Stampa”
marino renzi foto mezzelani gmt325
«Il confronto all’americana che aveva promesso Renzi ha funzionato: tutte le cose che andavano dette sono state dette» ha spiegato il sindaco di Firenze Dario Nardella. Confronto «molto chiaro e franco» per Piero Fassino, che ieri guidava la delegazione Anci. Incontro alle 8 di mattina a Palazzo Chigi, col premier, i ministri Boschi e Delrio ed i sottosegretari Baretta e Bressa, vertice in extremis prima del varo definitivo del Def previsto oggi.
Quelli che erano stati «i fraintendimenti e le incomprensioni dei giorni scorsi – ha spiegato Fassino – sono stati superati». In particolare il premier ha assicurato ai sindaci che per il triennio 2015-2017 il Def «non conterrà misure di tagli incrementali o aggiuntivi» rispetto alle decisioni prese. Il testo definitivo del documento ne prevede per circa 10 miliardi, necessari ad azzerare la clausola di salvaguardia da quasi 17 che incombe sulla ripresa: se scattasse, Iva e accise aumenterebbero per quella cifra. Il resto - circa 6,5 miliardi - sarà garantito dal risparmio della spesa per interessi sul debito pubblico e grazie al calo dello spread.
IL NODO CITTÀ METROPOLITANE
Altro nodo, i tagli alle città metropolitane. Su questo il governo si è detto disponibile a trattare ed una delle ipotesi su cui si ragiona prevede di introdurre una nuova tassa sui transiti nei porti e negli aeroporti che potrebbe arrivare anche a 3 euro per passeggero.
Lo stesso vale per le altre richieste avanzate dall’Anci come la ricostituzione del fondo di perequazione di 625 milioni di euro sulla Tasi, e quella di rimodulare al ribasso le sanzioni previste per le città metropolitane che hanno incorporato province che avevano sforato il patto di stabilità 2014, perché altrimenti molti nuovi enti «non sarebbero in grado di chiudere i bilanci».
Un nuovo incontro è fissato per mercoledì: in quella sede l’esecutivo avanzerà una proposta sul fondo-Tasi e si affronterà la questione dei tagli alle città metropolitane. Dei 256 milioni di tagli previsti per il 2015 ben 26 ricadono su Firenze, 65,7 su Napoli e 87,2 su Roma. L’idea di partenza, già discussa ieri dagli amministratori dei 10 capoluoghi, è di spalmarli in maniera differente aumentando il carico su città meno colpite dai tagli come Bologna e Milano. Alternative?
Tra le ipotesi c’è quella avanzata dal sindaco di Roma, Ignazio Marino, che propone di istituire una tassa di transito nei porti e negli aeroporti per compensare i tagli sulla falsariga di quella da 1 euro che da qualche anno consente di recuperare risorse destinate ad abbattere il debito storico della capitale.
«Una possibilità prevista fin dal 2011 col decreto sul federalismo», ha ricordato Fassino con un basso impatto sugli utenti ma che per effetto del moltiplicatore che basterebbe a risolvere tutti i problemi della capitale nei cui aeroporti transitano ogni anno oltre 40 milioni di passeggeri. Non è detto però che il governo la accolga.
LA PROTESTA DELLE PROVINCE
Nel frattempo incombono altri due problemi: i piccoli Comuni campani, che ieri hanno presentato ricorso al Tar per contestare l’obbligo ad accorparsi, dall’altro le Province, le quali protestano per i tagli che il governo intende confermare.
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