DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Valentino Errante per il Messaggero
SILVIO BERLUSCONI FRANCO COPPI
Non azzarda previsioni Franco Coppi, professore di diritto penale, avvocato di lungo corso da poco entrato nel pool di difensori di Silvio Berlusconi. Ieri, durante l’udienza a Strasburgo, non ha preso la parola, la violazione dei diritti umani è già stata oggetto delle lunghe memorie depositate alla Corte nei mesi scorsi. Un giudizio favorevole al Cavaliere rischia però di non bastare. Perché una sentenza che riconoscesse le ragioni dell’ex premier contro quelle dello Stato, potrebbe rivelarsi inutile se non arrivasse in tempi stretti, ossia prima delle elezioni, per consentire al leader del centrodestra di candidarsi.
Professore, che previsioni ci sono, è ottimista?
«I tempi sono normalmente piuttosto lunghi, da sei a diciotto mesi. Ci auguriamo che in questo caso siano ridotti, ma sappiamo che sarà difficile. Adesso bisogna soltanto attendere».
La rappresentante del governo italiano ha sostenuto che il diritto a candidarsi non rientra tra i diritti umani.
«I diritti umani sono tutti quelli che concorrono a formare la personalità di un individuo in un ordinamento, quindi anche il diritto ad essere eletti. Su questo, come su altri punti, si conferma la posizione di netto contrasto tra noi e l’Avvocatura».
Secondo il governo, la legge Severino non è una norma penale, quindi il problema della retroattività non si pone.
«Credo che la rappresentante dello Stato italiano, piuttosto, abbia eluso il problema. La nostra interpretazione è opposta ed è il punto centrale. La natura penale della norma si porta dietro a cascata tutti i principi che riguardano la sanzione, applicata retroattivamente. Lo è, ma anche se non fosse una norma penale, va detto che neppure le sanzioni amministrative possono essere retroattive. In questo caso, comunque si tratta di una vera e propria pena accessoria, conseguente a una condanna».
Come l’interdizione dai pubblici uffici?
«È esattamente la stessa cosa, tanto è vero che il giudice portoghese Paulo Pinto de Albuquerque in udienza ha chiesto quali fossero le differenze tra l’interdizione dai pubblici uffici e la legge Severino. E ha voluto acquisire elementi sul punto. La verità è che c’è un’identità di sostanza e quindi di natura».
Secondo lei sulla vicenda Berlusconi c’è un eccesso di retorica, come ha sostenuto l’Avvocatura? In effetti se ne parla su tutti i giornali.
«Stiamo parlando di ineleggibilità e decadenza di un ex presidente del Consiglio. Quindi mi sembra ovvio che se ne parli e se ne parli in questa misura».
Cosa accadrebbe se la Corte dei diritti dell’uomo vi desse ragione, Berlusconi potrebbe candidarsi?
«Una sentenza favorevole cancellerebbe la decadenza e l’incandidabilità e sarebbe immediatamente operativa nell’ambito dell’ordinamento. Quindi la risposta è sì».
Ma molte sentenze non vengono poi recepite dal nostro ordinamento, potrebbe verificarsi una situazione del genere?
«La Corte Costituzionale ha stabilito che queste sentenze sono autoreferenziali, non hanno bisogno di recepimenti e delibazioni, come sarebbe un giudizio di convalida».
Se Strasburgo desse ragione a Berlusconi che ne sarebbe della legge Severino?
«Questo dipenderà dal legislatore».
Ma la Consulta si è già pronunciata sulla legge e non ha ravvisato profili di incostituzionalità
«Se la Corte europea stabilisse che viola i diritti fondamentali, credo, però, che il problema si porrebbe. Comunque mi sembra prematuro affrontare la questione».
Berlusconi si candiderà con riserva?
«Questa è una questione politica. Non so cosa intenda fare. In teoria l’istituto esiste».
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