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UN ALTRO FRONTE DIVIDE L’EUROPA: LA CONFISCA DEI BENI RUSSI CONGELATI – I POLACCHI E I PAESI BALTICI (OLTRE GLI UCRAINI) SONO IN PRESSING PER L’ESPROPRIO DEI 300 MILIARDI DI EURO DI ASSET DI MOSCA CONGELATI IN OCCIDENTE (200 DI QUESTI SONO IN BELGIO) MA LA FRANCIA FRENA - PER MACRON, UN SEQUESTRO IMMEDIATO “NON RISPETTEREBBE IL DIRITTO INTERNAZIONALE”. IL TOYBOY DELL'ELISEO TEME LA FUGA DEGLI INVESTITORI CINESI E ARABI DALLE PIAZZE EUROPEE, CON CONSEGUENZE INCALCOLABILI ANCHE SULL'EURO...

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Luigi Ippolito per corriere.it - Estratti

 

vladimir putin emmanuel macron

Si fa più concreta la possibilità di espropriare i 300 miliardi di euro di beni russi congelati in Occidente, una mossa radicale più volte evocata ma mai messa in pratica. Tuttavia, la decisione di Donald Trump di sospendere gli aiuti militari all’Ucraina ha impresso una nuova accelerazione, perché i Paesi europei dovranno rapidamente trovare le risorse per far fronte al «buco» lasciato dall’America: e quale occasione migliore per farla letteralmente «pagare» ai russi.

 

All’inizio dell’invasione, nel 2022, i Paesi del G7 avevano congelato circa 300 miliardi di risorse della Banca centrale di Mosca depositati in Occidente: quasi 200 si trovano in Belgio, presso il deposito centrale europeo Euroclear, una trentina sono a Londra e il resto sparsi tra Francia, Giappone, Stati Uniti e Svizzera. Finora, i profitti generati da quei depositi sono stati usati per ripagare i prestiti occidentali all’Ucraina: uno schema appena annunciato anche da Londra per garantire il finanziamento di oltre 2 miliardi di sterline concesso qualche giorno fa a Kiev. Allo stesso modo, si era pensato di usare quei beni come collaterali per l’emissione di bond destinati a finanziare il sostegno all’Ucraina.

emmanuel macron vladimir putin

 

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È per questo che fino a ora era prevalsa la cautela: come ha detto l’altro giorno il premier britannico Keir Starmer, «ovviamente i profitti vengono usati, ma per quanto riguarda gli asset in sé, è una questione molto complicata, non è così lineare».

 

Anche Emmanuel Macron aveva affermato che un sequestro immediato «non rispetterebbe il diritto internazionale» e perfino uno come Mikhail Khodorkovskij, l’ex oligarca russo arcinemico di Putin, metteva in guardia da una simile mossa (e lui ne sa qualcosa, dato che si è visto confiscare tutti i suoi beni dal Cremlino).

 

zelensky tusk

Ma di fronte al precipitare degli eventi, le cose stanno prendendo un’altra piega: secondo il Financial Times anche francesi e tedeschi, finora i più cauti, hanno avviato discussioni con Londra e altri Paesi sul modo di utilizzare in maniera diretta i beni russi congelati. «Dobbiamo fare di più — ha ammesso Starmer — e stiamo lavorando assieme ad altri Paesi per vedere quanto meno quali siano le possibilità».

 

Un’idea affacciata dai francesi sarebbe quella di legare il sequestro dei beni russi a un’eventuale violazione di un futuro cessate il fuoco: un modo d’inserire una ulteriore garanzia per gli accordi di pace, accanto a quelle militari di cui si è discusso nei giorni scorsi al vertice di Londra. Anche il futuro cancelliere tedesco Friedrich Merz si starebbe allineando a questa posizione e ne avrebbe parlato con l’attuale, Olaf Scholz, in vista del vertice europeo di domani, dove la questione potrebbe essere messa sul tavolo.

 

Sino a oggi erano stati i baltici e i polacchi (oltre agli ucraini) a invocare a gran voce il sequestro degli asset russi: posizione ovvia, data la loro bassa esposizione finanziaria.

 

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