DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Fosca Bincher per “Libero quotidiano”
Soldi non ce ne sono, quel che c’è volenti o nolenti servirà a pagare almeno parte della sentenza della Corte Costituzionale sulla indicizzazione delle pensioni. Così Matteo Renzi deve rivedere quasi tutti i suoi programmi elettorali per le amministrative. Aveva in mente di fare qualcosa di sinistra distribuendo un po’ di mancette, e non può. Allora piano B: diritti civili, che fanno fine e non impegnano troppo il portafoglio. Ed è proprio su spinta di palazzo Chigi che la maggioranza in parlamento ha deciso di dare una accellerata al dossier «matrimoni gay», che da tempo stagnava nelle commissioni di merito in Senato.
Entro oggi scadrà il termine per il deposito di emendamenti al testo unificato predisposto dalla relatrice Monica Cirinnà sulla base di alcune proposte di legge di vari gruppi parlamentari. La griglia scelta è quella del disegno di legge presentato da Luigi Manconi all’inizio della legislatura. E nonostante la stringatezza del testo, che elenca soprattutto articoli del codice civile, l’impianto base prevede l’equiparazione al matrimonio dell'unione fra persone dello stesso sesso.
C’è pure una apertura alla possibilità di allevare figli, sia pure nel caso uno die due contraenti dell’unione gay avesse un figlio nato da una precedente unione. Un punto che è considerato come un piccolo trionfo anche dalle associazioni di categoria, sia pure fra molte proteste e distinguo. Sono state tutte ascoltate a gennaio e febbraio dalla commissione giustizia.
L’ufficio diritti civili della Cgil ha applaudito: «Apprezziamo il disegno di legge in argomento, ma in accordo con la relatrice sen. Monica Cirinnà, non possiamo che considerarlo come il risultato di una forte mediazione con le forze conservatrici del nostro Parlamento, mediazione oltre la quale non riteniamo sia possibile procedere, qualora fosse cancellato uno qualunque degli articoli proposti, in particolare sosteniamo come fondamentali l’approvazione della possibilità di adozione del figlio del partner, come indicato nel dispositivo complessivo dell'articolo 3 del disegno di legge e la reversibilità della pensione».
Sul primo punto è stata spalancata la porta, sul secondo quasi sicuramente arriverà il parere negativo della Ragioneria generale dello Stato perché i soldi per quella reversibilità delle pensioni proprio non ci sono. I diritti civili debbono essere a costo zero per lo Stato, ha spiegato ai suoi Renzi, che però ha dato il via libera agli altri punti del testo, chiedendo anzi di approvarlo il più in fretta possibile in modo da mettersi quella medaglia sul petto.
Gran parte del parlamento è ormai convinta di dare il via libera ai matrimoni gay, e a differenza delle altre legislature, i cattolici fedeli ai principi di Santa Madre Chiesa (anche quella di papa Francesco) si contano ormai sulle punte delle dita di una mano. Sono pochi e cercano altre strade. Alla Camera ad esempio è stato presentato un disegno di legge a prima firma Mara Carfagna sulle «unioni omoaffettive» assai più timido nelle aperture.
Riconosce tutti i diritti civili e patrimoniali alle unioni gay, ma le distingue sia dal matrimonio che dalle unioni civili fra persone di sesso diverso. Non a caso il ddl è stato firmato anche da Elena Centemero, cattolica di Forza Italia che ben sa quale è il magistero della Chiesa. «Ma so che sarà una battaglia difficile», ammette lei, «Ivan Scalfarotto mi ha spiegato che Renzi vuole subito quel testo del Senato. E secondo lui ci sono anche i numeri nella maggioranza e nell’opposizione per fare passare l’adozione dei figli alle coppie gay...».
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