GALLETTI BIGOTTI - DOPO LE PROTESTE DEI CATTOLICI, HOLLANDE RINVIA LA LEGGE SULLA FAMIGLIA CON ALCUNE MISURE CONTESTATE COME UTERO IN AFFITTO E PROCREAZIONI ASSISTITA PER LE LESBICHE

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Cecilia Zecchinelli per il "Corriere della Sera"

Hanno vinto loro: i tradizionalisti, i benpensanti, i difensori della morale, i conservatori cattolici ma pure musulmani, o come ora va di moda chiamarli, i Tea party à la française. Il progetto di legge sulla famiglia sponsorizzato dal governo socialista di Jean-Marc Ayrault non verrà discusso dal Consiglio dei ministri in aprile e presentato in Parlamento entro fine anno, come previsto, ma rimandato a data da destinarsi.

«I lavori di preparazione non sono conclusi, devono proseguire», ha detto ieri il premier aggiungendo che i ministri e l'Assemblea «hanno un calendario già molto denso». In realtà è un'evidente marcia indietro dopo le manifestazioni di domenica guidate dal movimento anti-gay e anti-famigliofobia (dicono loro) Manif pour Tous, che ha portato in piazza a Parigi e Lione decine di migliaia di persone al grido di «Famiglia, patria, lavoro»: 100 mila secondo la polizia, 540 mila secondo gli organizzatori.

Il «progetto resta sul tavolo», ha precisato ieri Matignon, ribadendo che non avrebbe comunque incluso due delle misure più avversate dalla destra arrabbiata, attivatasi dopo l'approvazione della legge sulle nozze gay nell'aprile 2013. Sia sull'utero in affitto (ora proibito) sia sull'estensione a coppie lesbiche della procreazione assistita (permessa attualmente solo a coppie eterosessuali sposate e senza ricorrere a donatori), il presidente François Hollande in persona si era già detto contrario, cercando di calmare l'allarme.

La nuova normativa avrebbe invece dovuto affrontare diversi temi legati alla nuova realtà delle famiglie allargate, le adozioni internazionali e l'accesso a informazioni sui propri genitori biologici per i bambini nati da procreazione assistita. Tutte novità che Manif pour Tous e i suoi seguaci non hanno mai gradito, come hanno dimostrato di non gradire la sperimentazione avviata da settembre in 600 scuole di un programma di educazione all'eguaglianza e al rispetto tra i sessi, accusando il governo e gli organizzatori di incitare così i bambini all'omosessualità e alla masturbazione.

Nelle scorse settimane era stato tale programma, chiamato «Abc dell'uguaglianza», a riaccendere le proteste, prima sui siti e nelle scuole, con il ritiro di molti bambini, poi in riunioni culminate nelle manifestazioni di domenica. L'Abc va avanti, per altro con l'approvazione del 53% dei francesi, ma i conservatori ora possono almeno gioire per lo slittamento della legge-famiglia.

«È una grande vittoria, sono felice», ha infatti commentato ieri Ludovine de la Rochère, presidente di Manif pour Tous, 43 anni e quattro figli, cattolicissima e già responsabile della comunicazione della Conferenza episcopale francese. «Quello che si delineava in questo progetto di legge non era favorevole al superiore interesse del bambino e della famiglia, protestando abbiamo fatto capire che siamo persone rispettabili».

Furiosa invece la Gauche, che si sente tradita. Il fondatore del Partito della Sinistra Jean-Luc Mélenchon ha parlato di «ripudio e inganno» e accusato i socialisti di «coccolare la destra, ammirare la Confindustria e accarezzare la Chiesa», chiedendo poi di tornare alle urne.

Gli ecologisti di Europa Ecologia-I Verdi (Eelv), nella coalizione di governo, tramite la loro leader Emmanuelle Cosse hanno denunciato la «rinuncia desolante seguita alla mobilitazione del campo reazionario». E anche alcuni deputati socialisti non hanno nascosto la delusione, come Jean-Luc Romero che ha twittato: «Incredibile che la manifestazione della regressione in rappresentanza di una minoranza di francesi imponga il suo diktat agli eletti della République» .

 

 

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