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Laura Guien per “Le Monde”
Pablo Iglesias, eletto segretario generale de “Podemos”, il partito spagnolo legato al movimento degli “indignados”, in continua crescita, è un tipo “supercool”. In quattro mesi ha spezzato il bipartitismo durato 40 anni, e a fine ottobre ha pubblicato “Vincere o morire”, una analisi politica della serie televisiva “Il Trono di spade” applicata al contesto socio-economico spagnolo, una riflessioni sul potere in salsa pop. I riferimenti a “Il Trono di spade” sono diventati il leitmotiv della sua comunicazione, le citazioni delle frasi culto della saga si sono trasformate in commenti di attualità.
Così i dirigenti sono gli spietati signori feudali alla Re Joffrey, la casata di Ned Stark rappresenta lo scenario di distruzione dell’ordine civile e politico, legato a un pessimismo generalizzato e una presa di coscienza fatalista della nostra civiltà occidentale. L’attitudine morale del nobile Ned Stark non serve a cambiare le cose, crea solo un mondo in cui gli innocenti sono costretti a scappare per sopravvivere.
Secondo Iglesias l’unica a poter sedere sul trono è Khaleesi, la regina dei draghi, colei che ha legittimità storica (per discendenza) e forza necessaria. Non aspira solo ad essere buona, ma a una vita degna di essere vissuta. Come Khaleesi, Iglesias è carismatico e conosce l’arte oratoria, ha avuto legittimità in piazza e alle urne, intende liberare “gli schiavi”.
Thomas J. Miley, che si occupa di sociologia politica a Cambridge, segnala però i punti che “Podemos” e “Il Trono di spade” non hanno in comune: «Il partito ha solo il potere di guadagnare i voti. A parte questo, non ha margine di manovra, non ha la forza operaia che si mobilita, non ha la capacità di cambiare il gioco del neoliberismo in Europa». In altre parole, non ha i draghi.
Le persone dietro a “Podemos” vivono sui social, conoscono bene internet e i temi più seguiti. La serie tv fa parte di quell’universo. E’ un riferimento ultrapopolare che porta la conversazione ad altri livelli, dove i partiti tradizionali non arrivano. Per alcuni sociologi è segno di una visione politica semplicista, infantile, dove tutto si divide fra buono e cattivi, senza dare conto delle sfumature. Pur ambendo al potere orizzontale, Iglesias dimentica che nelle società numerose e ultracritiche, così come nella serie della “HBO”, gli eroi di primo piano non durano mai a lungo.
Re Joffrey rappresenta i dirigenti
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