NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON…
Estratto da "Il Sottobosco" di Claudio Gatti e Ferruccio Sansa - Chiarelettere, Milano 2012
Immaginatevi una foto. Come quelle che hanno reso famosi Oliviero Toscani e Fabrica, il laboratorio di marketing sociale da lui creato per Benetton. La foto di un bacio, ispirato a quello storico tra il segretario del Pcus Leonid Breznev e il leader della Germania dell'Est Erich Honecker, ma in questo caso concettualmente più vicino a quello fittizio tra il primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu e il premier palestinese Mahmoud Abbas.
Il bacio in bocca che vi chiediamo di immaginare è tra Silvio Berlusconi e Massimo D'Alema, ritratti entrambi a occhi socchiusi, in un gesto passionale reso immortale dallo scatto di una foto. L'immagine potrebbe essere percepita come una provocazione, un'oscenità politica fine a se stessa, o come un invito alla tolleranza, alla tregua tra duellanti. Invece no. Vuole rappresentare un amore proibito e inconfessabile finalmente portato alla luce: il bacio del grande paradosso, il più grande della recente storia politica italiana. In politica la prassi è di dichiarare stima e amicizia per poi sferrare la classica pugnalata alle spalle.
Berlusconi e D'Alema, invece, da due decenni ostentano una reciproca inimicizia, se non disprezzo, per poi scambiarsi gentilezze sottobanco. Molti hanno provato a spiegare le ragioni di questa strana sintonia tra i due, ma nessuna interpretazione è risultata mai del tutto convincente. In questo libro cercheremo di offrire una nuova chiave di lettura, basata sull'osservazione delle convergenze del mondo dalemiano con quello berlusconiano nel cosiddetto «sottobosco».
Il bacio in bocca tra D'Alema e Berlusconi, uomini simbolo degli ultimi due decenni di storia politica italiana, si è infatti realizzato in questo ambiente raramente rischiarato dai raggi del sole, immerso com'è nell'umidità all'ombra delle piante d'alto fusto. Un ambiente che descriveremo attingendo alle carte inedite delle inchieste sugli affari, in comune e non, di Marcello Dell'Utri, braccio sinistro di Berlusconi, e Roberto De Santis, che definisce D'Alema il proprio «fratello maggiore».
A cominciare da una partita di petrolio venezuelano, intorno alla quale ruotano anche un personaggio vicino alle cosche calabresi e un imprenditore cresciuto a pane e politica che riesce a essere legato nello stesso tempo a D'Alema e a Dell'Utri. Parleremo poi dello scandalo di Bari, dove Gianpaolo Tarantini procurava signorine per le serate del Cavaliere con lo scopo finale di fare affari con amici di D'Alema e alcuni finanziatori della sua fondazione.
Ma soprattutto scopriremo che in questi ultimi due decenni lo stile di vita della nuova classe dirigente - di centrosinistra come di centrodestra - è stato simile, quasi uguale: ognuno ha avuto allegri salotti e scandali conditi da escort. Le vicende in cui sono coinvolti gli uomini più vicini a D'Alema dimostrano infatti che la differenza (anzi, la lontananza) politica tra le due realtà è spesso mera sovrastruttura, se non addirittura finzione: nei fatti, negli affari e nello stile di vita, quei due mondi apparentemente opposti si sono di frequente intersecati.
A Palazzo Chigi, a Montecitorio e a Palazzo Madama si tende a parlare dei massimi sistemi, a sottolineare la differenza e a litigare. Ma le decisioni politiche diventano concrete nel sottobosco, un ambiente lontano dai riflettori che incarna l'anima vera - politica, civile e morale - dell'Italia di oggi.
à il cuore politico-economico del nostro malandato paese. Dove ci si spartisce il denaro superando ogni contrasto, dove spesso vince chi ha migliori agganci e le regole di una sana competizione vengono falsate alterando lo sviluppo economico e sociale. à un peccato che il mondo letterario degli ultimi decenni non abbia prodotto un autore capace di descrivere i protagonisti di questo sistema incestuoso.
Nessun maestro di ritratti come Van Eyck. Nessuno scrittore capace dell'ironia e della passione umana che usò Gogol per raccontare la Russia zarista. Non un Tomasi di Lampedusa in grado di descrivere l'Italia postcraxiana. Così siamo costretti ad accontentarci delle carte giudiziarie. Seppur con un linguaggio non propriamente letterario, verbali e «progressivi» delle intercettazioni ricostruiscono con accuratezza gli ambienti di nostro interesse.
à successo all'epoca delle scalate bancarie di Gianpiero Fiorani e Stefano Ricucci, inventori di memorabili neologismi come «i furbetti del quartierino». In questo libro i documenti illustrano invece stile di vita, gusti, interessi ed espressioni dei protagonisti del sottobosco politico. A diciotto anni di distanza dalla sua prima vittoria elettorale, Berlusconi rimane il leader del partito di maggioranza in Parlamento. E a diciotto anni dalla sua elezione a segretario, D'Alema resta uomo di punta del principale partito di opposizione.
Ma si può parlare veramente di maggioranza e opposizione quando, dietro al siparietto della politica, le due realtà convergono? Può esistere una vera dialettica politica se all'ombra del sottobosco amici e alleati di un leader condividono affari e comportamenti con quelli dell'altro? Evidentemente no. Soprattutto con un avversario come Berlusconi, le divergenze non possono essere solo politiche. Devono essere anche, o soprattutto, culturali ed etiche.
CLAUDIO GATTIIL SOTTOBOSCO DI GATTI E SANSAFERRUCCIO SANSAMASSIMO D ALEMA E SILVIO BERLUSCONIInciucio DAlema Berlusconi roberto desantis MARCELLO DELLUTRI pc billio03 gianpiero fiorani costantino vitaglianoSTEFANO RICUCCI E GIAMPI TARANTINI CHIAMATO IL TARANTOLA DA RICUCCI
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