
DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA…
(Adnkronos/Washington Post) - Bufera a casa repubblicana dopo che Richard Grenell, che Mitt Romney aveva nominato appena due mesi fa suo portavoce per le questioni di politica estera e sicurezza nazionale, si e' dimesso facendo capire di aver subito attacchi da parte dei conservatori perche' dichiaratamente gay. In una dichiarazione al Washington Post, Grenell, che aveva lavorato nella delegazione americana all'Onu ai tempi dell'amministrazione Bush, ha infatti affermato che la sua "capacita' di parlare in modo chiaro e deciso" delle questioni di politica estera "era gravemente diminuta dalla discussioni, super di parte, su questioni personali".
In ogni caso, ha concluso Grenell che e' stato portavoce di quattro ambasciatori Usa al Palazzo di Vetro compreso John Bolton che e' uno dei suoi principali sponsor politici, ha ringraziato il governatore Romney per aver espresso in modo chiaro "che il mio essere gay dichiarato non fosse un problema per lui e il suo staff". Subito dopo l'annuncio delle dimissioni, i democratici sono partiti all'attacco: "oggi abbiamo appreso che nel 2012 un candidato repubblicano alla presidenza non puo' avere un gay come portavoce", ha scritto in un tweet Teddy Goff, direttore digitale della campagna di Obama.
In effetti, la nomina di Grenell era stata controversa sin dall'inizio, tanto che il portavoce repubblicano era stato costretto a rimuovere dal suo account di Twitter una serie di affermazioni riguardo ad alcune donne ritenute offensive e sessiste. Per esempio aveva fatto dei commenti sulla figura del segretario di Stato Hillary Clinton o sull'acconciatura della moglie di New Gingrich, Callista. Senza contare l'uso che ha fatto in questi anni del suo account di Twitter per criticare l'attuale ambasciatore americano all'Onu, un'altra donna, Susan Rice, o per attaccare in modo diretto e aggressivo giornalisti che avevano scritto articoli a lui sgraditi.
Ma e' stato l'attacco da parte della destra religiosa a determinare la rapida fine della sua carriera al fianco di Romney: Matthew Franck, direttore Center on Religion and the Constitution, ha definito Grenell "una mina vagante" con la passione "per l'agenda politica in favore dei gay", sottolineando la contraddizione del fatto che "un attivista per i matrimoni gay fosse andato a lavorare per un candidato che li vuole sconfiggere".
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