NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON…
Francesco Bei per La Repubblica
«L'ho detto anche ieri chiaramente a tutti i presenti intorno al tavolo. à stata scelta una strada del tutto diversa da quella da me proposta e quindi mi sono tirato fuori». Il giorno dopo il gran rifiuto, Corrado Passera racconta ai suoi collaboratori del ministero quelle tre difficili ore passate con gli altri "soci" dell'operazione Monti. Un summit da cui è uscita sconfitta - sotto la pioggia di critiche di Casini e dei montezemoliani - la sua idea di presentare un'unica lista anche alla Camera. Anche se Casini ieri ha smentito che ci sia stato uno scontro: «Passera ha motivazioni da considerare con grandissimo rispetto, è una delle persone che stimo di più».
Tra il premier e il ministro dello Sviluppo i contatti sono fermi a due giorni fa. Ieri Monti era a Venezia e non ha ritenuto necessario approfondire ulteriormente le ragioni del dissenso. Ma tra i "montiani" qualcosa non quadra, alimentando di fatto un giallo che si arricchisce delle voci - magari insinuazioni - più diverse.
La più ricorrente delle quali è che Passera, che da mesi lavora riservatamente a un suo network politico di imprenditori e società civile, avesse in mente per sé il ruolo di capo politico della lista Monti. Una sorta di segretario, di «general manager», che evidentemente non corrispondeva affatto ai disegni degli altri protagonisti.
In primis Casini e Montezemolo. E forse nemmeno a quelli del numero uno, Mario Monti, che non vede alcuna necessità di avere un numero due al suo fianco. «Passera - riferisce uno dei partecipanti del summit al convento delle suore di Sion - aveva pronta una sua rete da piazzare nella lista unica. Una rete troppo grande».
In ogni caso anche ieri è andata avanti l'organizzazione dello sbarco di Monti in politica. In mattinata a Roma si sono incontrati gli sherpa per discutere i dettagli dell'impresa comune: la lista unica da presentare al Senato. à girato qualche bozzetto per il simbolo
- Agenda Monti per l'Italia, Italia con Monti, Monti per l'Italia - ma nessuno ha davvero convinto e perciò è stato dato mandato ai grafici di Udc e Italia Futura di lavorarci ancora.
Ma il tempo stringe, anche perché Monti, da Venezia, ha diramato il suo primo ordine alla coalizione: «Mi aspetto lunedì sul mio tavolo il simboli del Senato e quelli per la Camera».
Nella riunione si è anche affrontata una questione molto delicata, come in tutti i matrimoni: i soldi. Ne servono tanti per la campagna elettorale e l'Udc ha qualcosa in cassa. Ma ne servono molti di più e ciascuno dovrà versare nella cassa comune in base al peso che avrà in lista.
Ovviamente, tanti saranno gli eletti e tanti saranno i rimborsi che spetteranno a ciascuno dei contraenti. Per mettere bene per iscritto queste regole sarà creata un'associazione davanti al notaio, che sarà proprietaria del simbolo comune e riceverà i futuri finanziamenti pubblici. Alla Camera le cose sono molto più semplici. Ci sarà una lista Udc e una lista di Fli con Fini capolista ovunque.
Ma soprattutto ci sarà la lista civica, che ha un posto speciale nel cuore di Monti. Anzi, sembra che il premier - irritato per essere rappresentato come il leader di una piccola coalizione centrista - sia sempre più determinato nel trasformare proprio la lista Montezemolo-Riccardi nella "vera" Lista Monti.
Quella che dovrà misurare il suo consenso personale, quella su cui potrà esercitare un controllo assoluto sulle candidature. Montezemolo gli cederà la sua vettura chiavi in mano, senza candidarsi. Semmai, dopo le elezioni, il patron della Ferrari vedrebbe bene per sé un ministero a vocazione industriale.
Alle tre gambe della coalizione centrista se ne potrebbe aggiungere a breve una quarta. Gli ex Pdl - da Stracquadanio alla Bertolini - hanno deciso ieri di dar vita a un'associazione politica - primo passo per una lista - con un nome già registrato da Mario Mauro: Popolari italiani per Monti. Sarà quella la nuova casa anche per Franco Frattini (che dovrebbe essere candidato al Senato), Alfredo Mantovano e Giuliano Cazzola.
PIERFERDINANDO CASINI WALTER VELTRONI CORRADO PASSERACORRADO PASSERA E MARIO MONTI MONTI CON PASSERA ALLA CONFERENZA STAMPA montezemolo e passera allauditorium Corrado Passera, Giovanna Salza, Luca MontezemoloMONTI HA VOLUTO PASSERA CORRADO PASSERA E GIOVANNA SALZA
Ultimi Dagoreport
DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI…
DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA”…
C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA…
FLASH – COME MAI IL PRIMO MINISTRO UNGHERESE VIKTOR ORBAN, PUR INVITATO, NON È VOLATO A WASHINGTON…
DAGOREPORT - DANIELA SANTANCHÈ A FINE CORSA? IL CAPOGRUPPO DI FDI IN SENATO, LUCIO MALAN, È A…