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Ilaria Sacchettoni per "Il Corriere della Sera - Roma"
Microspie in Regione: i magistrati romani archiviano l' inchiesta. L' ipotesi di intercettazione abusiva nei confronti di Renata Polverini, presidente della Regione Lazio, resta senza riscontri ma il mistero della cimice rinvenuta in un' intercapedine dell' ufficio di presidenza, potrebbe essere automaticamente sciolto dalla Procura di Velletri che, fin dall' inizio, è stata parte in causa nella vicenda e che sta effettuando un indagine supplementare in merito.
Ad aprile scorso, le altre microspie rinvenute in seguito a un'operazione di bonifica autorizzata dagli stessi vertici regionali (due, collocate negli uffici dell' assessorato alle Attività produttive e ai rifiuti) condussero ai pm velletrani che, interessati allo smaltimento dei rifiuti nella discarica di Roncigliano, avevano autorizzato delle intercettazioni ambientali ad hoc.
Si sospetta una truffa ai danni dei cittadini: la società che ha in gestione l' impianto, con la complicità di funzionari dell' assessorato regionale, emetterebbe fatture gonfiate per lo smaltimento di rifiuti della provincia. La bonifica effettuata ad aprile (la Polverini era fuori) e la conseguente scoperta delle cimici ambientali rischia di mandare all' aria la loro istruttoria. In seguito verrà aperto un fascicolo con l' ipotesi di intralcio alle indagini. La svolta viene proprio dalla consulenza tecnica della Digos eseguita sulla terza, misteriosa, apparecchiatura.
Una microspia anonima, senza un logo, acquistabile ovunque, non riconducibile all' affaire Marrazzo e dunque senza una «paternità » giudiziaria. Per la procura di Velletri che delega al Noe accertamenti, si tratterebbe di uno specchietto per le allodole. «Il sospetto di intercettazione abusiva nei confronti del governatore della Regione era più che sufficiente per autorizzare una bonifica, il tutto probabilmente all' insaputa della Polverini» è il ragionamento degli investigatori. E da Velletri affiora un' altra considerazione: l' operazione che avrebbe portato al rinvenimento e alla neutralizzazione delle microspie fu autorizzata dagli uffici regionali che autorizzarono la spesa (diverse migliaia di euro).
Domanda: possibile che all' assessorato ai Rifiuti fossero a conoscenza di essere intercettati? Possibile, anche perché attorno all' installazione e alla bonifica delle cimici autorizzate da Velletri (ma la certezza si è avuta solo dopo) era nato un vero e propri caso di sicurezza interna: le bonifiche sarebbero state sollecitate dopo una serie di controlli effettuati a febbraio per via di quello che fu denunciato come «un insolito andirivieni notturno di persone nel palazzo della Regione».
E' certo che gli apparecchi furono individuati e rimossi all' istante. Di recente, la presidente lo ha spiegato così: «Non c' erano molti posti dove nascondere una microspia, non sono un tecnico della materia, ma non credo fosse difficile trovarla nella presa di corrente, di fianco al divano».
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