
DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA…
Salvo Palazzolo per "la Repubblica"
C´era un «sistema affaristico-politico-mafioso» attorno alla società Gas, il gioiello di famiglia di don Vito Ciancimino, l´ex sindaco boss di Palermo. Questo ha scritto il gip Piergiorgio Morosini dopo aver letto le intercettazioni fra il principale prestanome dei Ciancimino, l´avvocato Gianni Lapis, e Saverio Romano, oggi ministro dell´Agricoltura. «Quei colloqui del settembre 2003-marzo 2004 sono rilevanti», ha deciso il giudice, dunque devono essere trasmessi alla Camera dei deputati, che dovrà autorizzarne l´utilizzazione.
Era quanto chiedevano i pm Nino Di Matteo, Sergio Demontis e Paolo Guido, che da due anni ormai indagano su Saverio Romano per corruzione aggravata dall´aver favorito Cosa nostra. «Secondo l´accusa - ricorda il gip - Romano, nello svolgimento delle sue funzioni pubbliche, si sarebbe messo al servizio degli interessi delle predette società ».
Il ministro ha sempre negato di aver ricevuto soldi da Lapis o dal gruppo che rappresentava. Ha negato soprattutto di avere fatto favori all´insospettabile prestanome dei Ciancimino, che ufficialmente era solo un avvocato tributarista e docente universitario. Ma 25 intercettazioni sembrano dire diversamente. Il gip le ripercorre in un´ordinanza di 40 pagine, che si conclude in maniera pesante per il ministro: ha avuto un rapporto di «stabile disponibilità » con Lapis.
L´EMENDAMENTO ALLA FINANZIARIA
à il 3 dicembre 2003, Lapis (L) chiede a Romano (R) di inserire una modifica in favore delle società che si occupano di metanizzazione.
L: «Avevo bisogno di un´informazione, poi domani ci vediamo... due cose mi serviva sapere, state ritirando tutti quanti gli emendamenti dalla finanziaria?»
R: «No, solo quelli del governo».
L: «Un attimo, ti do... eh, Monia mi dai quell´emendamento... c´è un emendamento che è stato presentato sembra stamattina».
R: «Sì, chi l´ha presentato?»
L: «Sembra... non lo sappiamo... l´ha presentato per conto delle municipalizzate... per il metano».
R: «Sì».
L: «Eh siccome vorremmo capire cos´è... e non dovrebbe interessare il settore privato, quindi, in tutti i casi se passa dovreste integrarlo, che non riguarda il settore privato».
R: «Ah, ho capito».
L: «Va specificato meglio questo emendamento».
R: «Eh, fai una cosa, mandami un fax».
L: «Va bene, aspetta me lo segno, 06...».
IL CONTATTO AL MINISTERO
Quel 3 dicembre 2003, Romano è in aula, la comunicazione s´interrompe. Lapis richiama.
L: «Saverio, io ho bisogno di andare un attimo... eh... se mi... però presentato o accompagnato... al ministero delle attività produttive, per sapere se hanno dato un parere con la legge Prodi per il gruppo Graci, perché c´è una transazione».
R: «E quando ci devi andare?»
L: «Appena tu mi dici che è possibile andarci, perché debbo sapere, perché loro hanno un obbligo di dare un parere... siccome c´è una transazione...».
R: «Eh».
L: «Per un mare di cause».
R: «Prossima settimana lo possiamo fare».
LA PRATICA DA SBRIGARE
A cosa serva quel contatto al ministero viene scoperto qualche giorno dopo dai carabinieri del gruppo Monreale, attraverso un´altra intercettazione. Lapis ha un contenzioso in corso con la Banca d´Italia e ha bisogno con urgenza di alcuni documenti. Il 20 gennaio 2004, alle 16.18, è Romano che telefona a Lapis.
R: «Mi puoi ricordare un attimo il nome della transazione».
L: «Graci... perché c´è sicuramente con la legge Prodi un parere sulla richiesta Banca d´Italia».
R: «Ti richiamo».
Ventisette minuti dopo, Romano telefona a Lapis.
R: «Senti Gianni, la persona che materialmente ha le carte sta a andando a Catania e rientra giovedì. Io tra l´altro giovedì non ci sono, si potrebbe fare martedì».
L: «No, non faccio a tempo, ho da consegnare le carte all´avvocato».
R: «Scusa un attimo Gianni». Romano si rivolge a un´altra persona: «Non fa a tempo perché deve compiere un atto ora...». Poi, dice a Lapis: «Aspetta, vediamo se se li fa mandare, stiamo cercando di recuperarli ugualmente».
à un pomeriggio frenetico. Tre minuti dopo, Romano telefona a Lapis e dice: «Perfetto, domani abbiamo appuntamento all´una al ministero».
INSIEME A MONTECITORIO
Il 21 gennaio, Lapis chiama Romano alle 10,41. Si danno appuntamento alle 12,45, a piazza Montecitorio. Il giorno dopo, il deputato chiama l´avvocato.
R: «Eh, io avrò le carte all´una e mezza».
L: «Perfetto, io sono in via Veneto».
R: «Allora ti chiamo non appena sono in materiale possesso delle carte».
QUEL MILIONE DALLA SVIZZERA
Nel gennaio 2004, Lapis e Massimo Ciancimino stanno curando la vendita del gruppo Gas agli spagnoli di Gas natural, per 120 milioni di euro. Il 18 gennaio, è l´avvocato Giorgio Ghiron a prelevare dal conto svizzero "Mignon" un milione e 330 mila euro, che Massimo Ciancimino porta a Palermo e consegna a Lapis. Al telefono, i due parlano di «operazione sottoveste». Il 28 febbraio, Lapis convoca il deputato regionale Udc Salvatore Cintola (C). Secondo i pm, è il momento delle tangenti.
L: «Ci vediamo alle dodici in studio?».
C: «Eh, concreto sei? Sì».
L: «Sì è logico, se no non ti faccio venire, ma scusa, non ti chiamo più, non ti voglio più bene».
C: «Gioia mia ti voglio bene».
L: «Eh, fai venire pure Saverio così do un compito...».
C: «No, Saverio non sai cosa gli è successo? Sua moglie mentre stava sciando ha preso una scivolata».
Il 3 marzo, Lapis chiama Romano. Concordano di vedersi il giorno dopo. All´ultimo momento, l´avvocato chiede al politico di raggiungerlo a casa: «Ho una piccola influenzella, non mi muovo. Ti aspetto alle quattro».
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