DAGOREPORT – IN POLITICA IL VUOTO NON ESISTE E QUANDO SI APPALESA, ZAC!, VIENE SUBITO OCCUPATO. E…
Estratto dell'articolo di Emanuele Lauria per www.repubblica.it
Spunta a sorpresa, in uno dei palchi principali dell’aula di Palazzo Madama. E una delle immagini-chiave del pomeriggio in cui il Senato commemora Silvio Berlusconi, è quella di Gianni Letta che, con le mani giunte, in piedi, ricambia l’applauso dei presenti. Il presidente Ignazio La Russa lo ha appena citato, indicandolo come il rappresentante della famiglia del Cavaliere: segnatamente “dei figli, del fratello Paolo, di Marta Fascina”.
Rieccolo, l’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio: è strano vederlo in un’aula parlamentare, lui che ha sempre evitato di candidarsi. Preferendo le stanze dove si esercita la diplomazia.
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Ma Letta stavolta ha voluto esserci. Confermando – anche pubblicamente – il ruolo di link fra l’azienda, il partito e il Palazzo. Gianni Letta in questi giorni è stato spesso ad Arcore, ha fatto da tramite con Chigi per i funerali di Stato, adesso lavora silenziosamente per cucire le anime di un partito che sta tentando di ripartire cancellando le divisioni recenti. Il tutto attorno alla figura di Antonio Tajani, il coordinatore che – sulla base di un accordo interno che si sta cercando di consolidare – sarà il primo presidente di FI dopo Berlusconi. In vista di un congresso che è ancora avvolto nella nebbia.
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Letta si pone accanto a Tajani come garante della continuità. Sembra ripetersi quanto accaduto nel 2016, quando la famiglia affidò le redini del partito proprio a e a Niccolò Ghedini durante la lunga convalescenza di Berlusconi dopo la delicata operazione a cuore aperto al San Raffaele di Milano. Non a caso, anche la capogruppo al Senato di Forza Italia Licia Ronzulli (tra i fedelissimi di Arcore, alla guida dell’ala risultata perdente nella sfida interna con i governisti vicino a Tajani e i Fascina boys) nel suo commosso intervento ha citato Letta, chiamandolo per nome, tra gli "amici" e i confidenti più stretti del “Dottore”.
C’è da vedere se, nella sua abile tessitura, ex braccio destro di Berlusconi si adopererà per trovare un ruolo di partito a Marta Fascina o, soprattutto, ai parlamentari a lei più vicini come Tullio Ferrante, Alessandro Sorte e Stefano Benigni, visto da Ronzulli&C. più o meno come il diavolo (e il Milan non c’entra nulla)
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MARINA BERLUSCONI - GIORGIA MELONI - MARTA FASCINAIL BACIO TRA GIORGIA MELONI E MARINA BERLUSCONI - MARTA FASCINAGIANNI LETTA BERLUSCONIGIANNI LETTA SILVIO BERLUSCONI
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