GIGGINO ‘A MANETTA ATTACCATO DAL SUO PARTITO PER IL “FEELING” CON L’IMPRENDITORE ALFREDO ROMEO, CONDANNATO A DUE ANNI PER CORRUZIONE E SOTTO PROCESSO A NAPOLI PER UN’ALTRA VICENDA DI APPALTI - SI SPACCA IL PLENUM DEL CSM SUL SUCCESSORE DI LEPORE ALLA GUIDA DELLA PROCURA DI NAPOLI E FALLISCE IL “BLITZ” DEI SOSTENITORI DI PAOLO MANCUSO, “TOGA ROSSA” GRADITA A BERLUSCONI IN PERSONA…

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

Carlo Tarallo per Dagospia

1- Compagni, dietrofront! La rivoluzione arancione è finita! Morta e sepolta! Incredibile ma vero: a seppellire i sogni di gloria di Luigi de Magistris non è un oppositore di centrodestra, ma tutto il "suo" partito, quella lista "Napoli è Tua" che ha sostenuto l'ex pm in campagna elettorale, è un pilastro della sua maggioranza in consiglio comunale e soprattutto è (era?) il modello sul quale il narcisindaco avrebbe voluto costruire il suo movimento nazionale, "Italia è Tua".

Tutto finito: il sogno arancione è infranto. "Napoli è Tua" attacca frontalmente De Magistris, praticamente un incubo che prende corpo per i sostenitori di Giggino ‘a Manetta. Al centro della tarantella, i rapporti tra la Giunta Brancarancione e l'imprenditore napoletano Alfredo Romeo, condannato a due anni in primo grado per un episodio di corruzione insieme all'ex Provveditore alle Opere Pubbliche della Campania e del Molise Mario Mautone.

Romeo è tuttora sotto processo (la Procura di Napoli in appello ha chiesto quattro anni per l'imprenditore dopo l'assoluzione in primo grado) per l'inchiesta Global Service, quella su presunti appalti "confezionati su misura" da parte della precedente amministrazione comunale.

Tra Palazzo San Giacomo e Romeo i rapporti in questi giorni sono tornati intensissimi: non solo per la manutenzione del patrimonio immobiliare del Comune, affidata alla "Romeo Gestioni" dalle precedenti amministrazioni e oggetto di una transazione milionaria dopo anni di contenziosi, ma soprattutto per il progetto "Insula" che ha avuto un primo via libera dal Comune e che prevede un accordo con l'imprenditore per la riqualificazione dell'area dell'Antica Dogana di Napoli, dove sorge (guarda caso) il nuovo Hotel Romeo. Un accordo che ai sinistratissimi arancioni suona come uno schiaffo a tutti i buoni propositi sui quali si è basata la campagna elettorale.

Ed ecco il siluro lanciato dal suo partito contro Giggino, detto "Giulietta" da un livorosissimo addetto ai lavori per il suo feeling con Romeo: "Ci lascia scandalizzati la dichiarazione di interesse da parte della giunta comunale per la proposta dell'imprenditore Romeo, protagonista dell'unico grave scandalo politico giudiziario della precedente amministrazione".

Basta così? Macchè: "La riqualificazione della città - smanettano gli arancioni - non passa certamente attraverso accordi con imprenditori con cui secondo il programma elettorale dobbiamo interrompere ogni rapporto, per dare finalmente spazio alla libera concorrenza e agli imprenditori esclusi dalle cricche". Chi butterà giù dalla torre il narcisindaco? Il "suo" partito o Romeo? Ah saperlo...

2- Non riesce il "blitz" dei sostenitori di Paolo Mancuso (Procuratore di Nola e esponente di Magistratura Democratica) e il Plenum del Csm rinvia al prossimo 2 maggio la nomina del successore di Giovandomenico Lepore alla guida della Procura di Napoli. Spaccatura stamattina a Palazzo dei Marescialli: la proposta di rinvio è passata con 15 voti a favore, 7 contrari e 3 astenuti.

Avranno quindi altre due settimane di tempo Unicost e Magistratura Indipendente per trovare l'accordo sul nome di Giovanni Colangelo, attuale Procuratore di Potenza, destinato (salvo imprevisti) a succedere a Lepore dopo che questa mattina è stato evidente che Mancuso non ha i numeri per fronteggiare l'eventuale e a questo punto probabilissima convergenza sul Procuratore di Potenza anche dei sostenitori di Corrado Lembo, attuale Procuratore di Santa Maria Capua Vetere e terzo nome in lizza (MI).

Mancuso, stando agli spifferi, non voleva assolutamente il rinvio: se si fosse andati a oltranza con le votazioni avrebbe infatti finito per spuntarla, poiché i voti per Colangelo e Lembo non si sarebbero sommati.

Ecco perché basta vedere chi ha votato contro la proposta di rinvio di Unicost, la corrente di Colangelo, per scoprire su quanti consensi avrebbe potuto contare la "Toga rossoazzurra", ovvero dieci in totale. I togati di Magistratura Democratica e Movimento per la Giustizia e il laico del Pd Guido Calvi si sono opposti al rinvio, ma è stata l'astensione dei tre "laici" del Pdl a mettere il timbro su quanto Dago aveva ampiamente anticipato: il pressing dei Patonza's campani sui membri pidiellini del Csm affinchè sostenessero Mancuso ha funzionato ma non è stato sufficiente per dare la vittoria al procuratore di Nola, che ha dovuto registrare dolorose defezioni nella "sua" parte politica, a partire dal laico del Pd Glauco Giostra, che ha detto "sì" alla proposta di rinvio.

E spunta un Dagospiffero choc: ieri sera alle 17, secondo un informatissimo addetto ai lavori, l'accordo tra Mi, Unicost e laici del centrodestra su Colangelo. Ma che accade? L'incredibile: Berlusconi in persona stoppa i "suoi" esponenti nel Csm, e gli "suggerisce" di virare su Mancuso. A quel punto la situazione sembra capovolta, ma di traverso si mette la Lega: Ettore Albertoni, "laico" del Carroccio, non ci sta e resta fermo su Colangelo, facendo saltare il banco e riaprendo tutti i giochi...

3- Fermi tutti! La guerra a Caldoro da parte dei Banana's partenopei deve fare i conti con il panorama nazionale, e quindi è ora di stare un po' calmi: sarebbe questa l'indicazione che ieri sera Silvio Berlusconi ha dato a Nitto Palma, coordinatore regionale Pdl che ieri a Roma ha incontrato riservatamente il Patonza a Palazzo Grazioli.

"Il governo tecnico è agli sgoccioli - avrebbe confidato Berlusconi a Nittonapalm - e in vista delle elezioni anticipate a novembre e dello scontro con la sinistra non possiamo consegnare Stefano Caldoro al Terzo Polo e al Pd. Non può avere alibi per lasciare il partito". Meglio aspettare gli eventi, quindi, e non premere troppo sull'acceleratore. E gli ultimatum? E il rimpasto in giunta? E lo sfanculamento dell'Udc? "Se ne occuperà Alfano!": avrebbe concluso Berlusconi....

 

 

de magistrisPAOLO MANCUSO LEPOREalbertoni ettore adnkANGELINO ALFANO ALFREDO ROMEO CON ROSETTA IERVOLINO HOTEL ROMEO GIOVANNI COLANGELO