
DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È…
Tonia Mastrobuoni per “la Stampa”
Ancora una volta è toccato alla Bce mantenere il punto. Secondo fonti autorevoli, al termine di una riunione non facile, i venticinque banchieri centrali hanno deciso un aumento minimo dei fondi di emergenza Ela di appena 3,3 miliardi: le banche greche avranno a disposizione, dunque 68,3 miliardi. Saranno appena sufficienti, dopo l’emorragia di fondi delle settimane scorse, a non farle collassare, mentre Atene tenta di concludere il negoziato con i partner europei ed internazionali.
Ma non è certo la boccata d’ossigeno che si aspettava il governo Tsipras, che sta spingendo anche su uno sblocco dei rifinanziamenti con bond governativi, congelati dall’ultima riunione dei direttorio. Ad Atene restano pochi giorni per concludere un accordo con i partner internazionali.
Oltretutto, secondo quanto riportato dal quotidiano conservatore Frankfurter Allgemeine Zeitung, qualche banchiere centrale starebbe cominciando a parlare apertamente di Grexit, di uno scenario di uscita dall’euro, per Atene. «Abbiamo l’impressione che la Grecia stia cercando l’incidente per uscire ma usando un capro espiatorio» ha detto al quotidiano un governatore, a microfoni spenti.
Ma mentre si avvicina la data dell’Eurogruppo che dovrebbe trovare la quadra sulla partita più sofferta, arrivano alcuni segnali importanti della volontà dei tedeschi di chiudere la vicenda greca in maniera non traumatica. Ieri il quotidiano più letto, Bild - al quale Angela Merkel presta un’enorme attenzione - ha dedicato un insolito, appassionato editoriale alla Grecia. «Se perdiamo te, non se ne vanno in fumo solo i nostri miliardi di euro, anche il nostro cuore se ne va in fumo», ha scritto una firma illustre, Franz Josef Wagner.
VIGNETTA BENNY DA LIBERO DRAGHI BAZOOKATE CONTRO LA MERKEL
Ricordando quattro millenni di cultura greca, e cioè che c’erano «Omero, Ippocrate quando il resto dell’Europa girava con le pelli addosso», il tabloid conclude che «dobbiamo salvare la Grecia, se salviamo la Grecia salviamo noi stessi». Un cambiamento d’umore notevole, rispetto agli anni scorsi, quando sulle stesse colonne apparivano spesso articoli al fulmicotone contro Atene. Per Wagner, insomma, «il denaro è niente, conta il pensiero: la Grecia vale più di tutti i miliardi».
Ieri anche Angela Merkel è intervenuta in un convegno a porte chiuse sulla Grecia: «Se alcuni Paesi sono in difficoltà, allora daremo loro la nostra solidarietà. Ma la solidarietà non è una strada a senso unico, piuttosto, con gli sforzi dei Paesi, è una faccia della stessa medaglia e sarà sempre così».
La cancelliera, riportano fonti autorevoli, ha una posizione meno dura del suo ministro delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, sulla Grecia. Il problema, per lei, è tenere a bada una fetta del suo partito, ormai insofferente verso Atene. E alcuni «big» della Cdu non hanno nascosto in questi giorni la loro irritazione per un atteggiamento che definiscono «arrogante», da parte del governo Tsipras.
Merkel dovrà fare approvare l’eventuale nuovo pacchetto di aiuti e di riforme concordate con la Grecia dal Bundestag. Nelle scorse ore il vicecancelliere Gabriel ha mostrato segni di apertura verso la Grecia, parlando a nome dei socialdemocratici. Ma per la cancelliera è importante mantenere insieme, intanto, i cristianodemocratici. In ogni caso, schierando già nei mesi scorsi alcuni mediatori come Joerg Asmussen, il governo tedesco ha dimostrato la volontà di voler chiudere la partita positivamente.
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