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GIORGIA MELONI SULLA PALESTINA STA FACENDO UNA FIGURA DI MERZ – ORA CHE ANCHE LA GERMANIA APRE AL RICONOSCIMENTO DI UNO STATO PALESTINESE, LA PREMIER È RIMASTA L’UNICA LEADER EUROPEA SCHIERATA A PRIORI A DIFESA DI NETANYAHU – FRANCIA, GERMANIA E REGNO UNITO STANNO ORGANIZZANDO UNA MISSIONE A GERUSALEMME, LA PROSSIMA SETTIMANA, DA CUI L’ITALIA È STATA ESCLUSA. E LA DUCETTA, PER RIBALTARE LA NARRAZIONE, FA TRAPELARE AI GIORNALI LA NOTIZIA DI UN PRESUNTO ALLINEAMENTO CON LA GERMANIA (SMENTITO DALL'APERTURA DEL MINISTRO DEGLI ESTERI TEDESCO ALLA PALESTINA)

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1. MERZ METTE SOTTO PRESSIONE L'ITALIA MA MELONI NON SI SENTE ISOLATA

Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo per “La Stampa”

 

GIORGIA MELONI - BENJAMIN NETANYAHU

Giorgia Meloni vola a Tunisi, poi a Istanbul, lontano da chi l'accusa di essere ormai l'unica in Europa, tra i Paesi leader, a rimanere tenacemente contraria al riconoscimento della Palestina.

 

Sta cercando un proprio spazio, la premier, schiacciata tra la fedeltà finora granitica verso Donald Trump e le fughe diplomatiche dei principali alleati, Francia e Regno Unito, che hanno annunciato di essere pronti a dire sì allo Stato di Palestina.

 

Un atto simbolico, un'arma di pressione sul governo di Benjamin Netanyahu, che però continua a non convincere Meloni, perché «troppo prematuro». La leader non si vede isolata, come dicono le opposizioni: almeno fino a quando la sua strategia resterà allineata a quella della Germania. Ma è sulle sfumature che si manifesta tutta l'inquietudine della presidente del Consiglio e della destra italiana.

 

KEIR STARMER - EMMANUEL MACRON - FRIEDRICH MERZ - IN TRENO PER KIEV

Quello che farà Berlino sarà cruciale per il destino delle scelte di Meloni. E ieri la Germania del cancelliere Friedrich Merz ha fatto un passo in avanti, anche se non così sostanziale come quello di Parigi e Londra.

 

Il ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul è volato a Gerusalemme. Prima di atterrare ha parlato di «isolamento» di Israele e di «un processo di riconoscimento che deve iniziare ora». Parole che mettono sotto pressione l'Italia ma che secondo la Farnesina e Palazzo Chigi vanno lette con attenzione.

 

Fonti diplomatiche e fonti vicine alla premier si dicono certe che Berlino non dovrebbe aderire al piano francese e britannico previsto per settembre, durante l'Assemblea generale dell'Onu. Per la sua storia la Germania, la nazione che è stata patria del nazismo e dell'abisso della Shoah, si muove su una linea di prudenza e di vicinanza massima a Israele.

 

friedrich merz e giorgia meloni foto lapresse.

Ma quello che sta avvenendo a Gaza e le dichiarazioni violente e spudorate dei ministri dell'ultradestra sulla Cisgiordania hanno cambiato il paradigma, con effetti evidenti sull'opinione pubblica. Cosa succederà se poi, invece, la Germania deciderà di accelerare sul riconoscimento?

 

Il dubbio […] pone Meloni in una posizione più complicata rispetto solo a qualche giorno fa. È possibile che il processo sia più breve di quanto lei stessa immaginava. A giorni tornerà a riunirsi il Coreper, il Comitato dei rappresentanti permanenti degli Stati membri dell'Ue.

 

GIORGIA MELONI - BENJAMIN NETANYAHU 1

Si discuterà di un altro atto politico: la sospensione parziale e temporanea del programma Horizon Europe con Israele. La Germania avrebbe cambiato orientamento e sarebbe pronta a dire sì. L'Italia sta valutando, perché a quel punto sarebbe costretta per non restare la sola a dire no.

 

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha sentito Wadephul: la volontà di entrambi è di mantenere uno stretto coordinamento, per azioni comuni su Gaza (per esempio sulla distribuzione degli aiuti umanitari via aereo, annunciata da Tajani) e un lavoro congiunto sulle modifiche al documento che verrà presentato a New York, all'Onu. Se il viaggio di Wadephul è stato preparatorio per una missione a tre di Francia Germania e Regno Unito che si dovrebbe tenere a metà della prossima settimana, l'Italia sarà nuovamente esclusa dal formato della prima linea europea.

 

starmer macron merz

Nei pensieri di Meloni, prima della pausa estiva, però, non c'è solo Gaza. Ieri, a sorpresa, è andata a Tunisi, dove ha incontrato il presidente Kais Saied. Oggi sarà a Istanbul, per un vertice a tre con il presidente turco Recep Tayyp Erdogan e il primo ministro del governo libico di Tripoli, l'unico riconosciuto da Onu e Ue, Abdul Hamid Dbeibeh.

 

Due visite spuntate senza preavviso nell'agenda della premier. Due viaggi che per come sono stati ufficializzati, rendendo impossibile - nel caso di Tunisi - agli inviati al seguito della premier di partire, tradiscono il senso di emergenza sul numero in aumento degli sbarchi nel Mediterraneo, e quanto la situazione venga ulteriormente complicata dallo stato febbrile della Libia.

 

gaza 2

La destabilizzazione del Paese […]  sarebbe anche la causa della mancata visita in Libia di Meloni. La pianificazione si sarebbe arenata di fronte alla mancanza di adeguate garanzie di sicurezza.

 

A Tunisi Meloni è volata per sincerarsi che Saied rispetti tutti gli impegni presi per contrastare il traffico di migranti. Nel governo si fatica a nascondere la preoccupazione per l'aumento dei flussi. […]

 

2. MELONI TEME DI RIMANERE ESCLUSA. E ORA CERCA LA SPONDA DI MERZ

Estratto dell’articolo di Lorenzo De Cicco per “la Repubblica”

 

STRISCIA DI GAZA - PALESTINESI AFFAMATI

[…] Con Berlino le interlocuzioni sono in corso, anche in queste ore tribolate. Si discute di diversi passaggi. Quello più a stretto giro riguarda un’azione limitata, in termini di importi economici, ma dal potente valore simbolico. Nei prossimi giorni a Bruxelles tornerà a riunirsi il Coreper, il comitato dei rappresentanti permanenti dei 27 stati membri dell’Ue.

 

Finora l’organismo non ha potuto approvare la proposta della Commissione di sospensione parziale del programma “Horizon Europe” nei confronti di Israele, limitatamente al programma EIC Accelerator, pensato per supportare start up e pmi.

 

BENJAMIN NETANYAHU E GIORGIA MELONI A PALAZZO CHIGI

Finora si era espresso a favore un nutrito gruppo di Paesi (Francia, Olanda, Spagna, Malta, Irlanda, Lussemburgo, Slovenia, Portogallo, Belgio, Svezia). Sia l’Italia che la Germania si erano opposte alla sospensione. Ora però Berlino, secondo fonti diplomatiche, sarebbe orientata ad avallare l’operazione. Tanto che anche il governo di Roma, secondo le stesse fonti, sta valutando il sì.

 

L’altro tentativo di coordinamento tra Roma e Berlino riguarda l’assemblea generale dell’Onu, in programma a settembre. In quella sede il presidente francese Emmanuel Macron sta preparando un summit dei leader per discutere del riconoscimento dello Stato di Palestina. Ecco, il governo italiano si sta raccordando con l’esecutivo tedesco per provare a presentare insieme alcune proposte di modifica ai documenti che verranno discussi.

Keir Starmer Emmanuel Macron e Friedrich Merz sul treno verso Kiev

 

L’idea di un fronte con la Germania, come detto, serve all’esecutivo italiano anche per appannare la narrazione di un isolamento. Soprattutto se Francia, Germania e Regno Unito organizzeranno insieme una missione a Gerusalemme, forse la prossima settimana.

friedrich merz e giorgia meloni foto lapresse 6friedrich merz e giorgia meloni foto lapresseBENJAMIN NETANYAHU E GIORGIA MELONI A PALAZZO CHIGI