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1. RUTELLI: «NEL 2000 FU UN TRIONFO STAVOLTA SARÀ FRANCESCANO DARÒ UNA MANO DA VOLONTARIO»
Andrea Garibaldi per il “Corriere della Sera”
I TRE SINDACI RUTELLI VELTRONI MARINO AL FUNERALE LAICO DI ARNOLDO FOA FOTO LAPRESSE
Domandiamo a Francesco Rutelli se Roma è pronta per il nuovo Giubileo. Risposta: «Roma già soffre nella quotidianità, ma il Giubileo è un’occasione! Il primo Giubileo, con Bonifacio VIII nel 1300, fu indetto quando l’anno era già cominciato da due mesi...».
Lei era sindaco di Roma e fu nominato commissario del governo per il Giubileo 2000.
«Nel 2000 ci fu una celebrazione di massa, fu un Giubileo triumphans , trionfante, per Giovanni Paolo II e per la Chiesa. Questo invece dovrebbe essere un Giubileo nel nome della humilitas , l’umiltà».
Niente grandi opere.
«Impossibili le grandi opere in otto mesi. Il sindaco di Roma dovrà chiedere al governo finanziamenti straordinari per la manutenzione ordinaria e il decoro della città».
A Roma non funzionano trasporti, raccolta dei rifiuti, traffico, verde pubblico.
«Si tratta di mettere in piedi una grande organizzazione: Comune, Regione, governo».
E Vaticano.
«Con il Vaticano va tenuto un costante coordinamento. Il cardinale Re, persona mite e gentile, mi convocò, molto alterato: “Ho visto il piano pullman, volete impedire ogni accesso in Vaticano!”. Gli illustrai le nostre ragioni, gli accessi pedonali e si convinse. Quel piano è ancora valido».
«Ci vuole una cabina di regia», dicono i suoi ex collaboratori Anzaldi e Bonaccorsi.
«Questa non è operazione da “faccio tutto io”. Nella squadra del 2000 Zanda era capo dell’Agenzia per il Giubileo, Gentiloni assessore al Giubileo, Tocci alla mobilità. Parteciparono 34 istituzioni e servizi. Lavorarono 80 mila volontari».
Il vicecommissario era Guido Bertolaso, più avanti investito da diverse inchieste giudiziarie.
«Lavorò benissimo. L’avevo conosciuto in Etiopia, durante la campagna radicale contro la fame. Faceva il medico, lo vidi circondato da una folla di persone scheletrite».
Rapporti con la Prefettura?
«Il prefetto era Enzo Mosino. Lo incaricammo di sorvegliare i cantieri».
Nessuna polemica sindaco -prefetto come nel caso recente dei tifosi del Feyenoord?
«Quando ti parli tutti i giorni non possono nascere polemiche sulle colpe. Il risultato del Giubileo 2000 è zero inchieste, zero tangenti. E zero morti sul lavoro: avevo giurato che non avremo ripetuto il disastro dei Mondiali ‘90».
Avete avuto a disposizione fondi ingenti.
«Tremilacinquecento miliardi di lire nel complesso, di cui 1.700 per Roma. Abbiamo lasciato musei e gallerie, nuovi pronto soccorso, nuove ferrovie, 3.000 facciate di palazzi restaurate, il grande molo per le crociere di Civitavecchia, il sottopasso di Castel Sant’Angelo».
Ha un rimpianto? La metro C, dal Colosseo a San Pietro?
«La annunciammo nel 1995, ma capimmo che non si poteva fare entro il 2000: non è finita ancora oggi. Abbiamo chiuso il 96 per cento dei cantieri in tempo. Il rimpianto è proprio sul sottopasso: doveva partire dal Palazzaccio, ma la sovrintendenza si oppose. Dissero, assurdamente, che sarebbe crollato Castel Sant’Angelo».
vandalismo dei tifosi del feyenoord 45
Quanti soldi ci vorranno per questo nuovo Giubileo?
«Penso che basteranno alcune centinaia di milioni di euro. Credo che il Papa darà un’impostazione francescana, ognuno dovrà fare opere di bene nella sua comunità. Magari venire a Roma a piedi dalla strada di Assisi...
O dalla via Francigena.
«Ecco, da due anni ho avuto l’incarico dal Papa di collaborare ai pellegrinaggi per le vie storiche. Ho collezionato molte delusioni».
vandalismo dei tifosi del feyenoord 39
Per esempio?
«A Roma la strada entra in città attraverso il Parco dell’Insugherata, sulla Cassia. Il Parco non ha i soldi per battere il sentiero e per combattere gli abusivi che hanno messo un cancello e una sbarra. Ho trovato 100 mila euro dalla fondazione Baroni, non riescono a spenderli».
Se la chiamassero per il nuovo Giubileo, sarebbe pronto?
«Non ho incarichi pubblici e non ne voglio. Come volontario e cittadino sarei felice di dare una mano, senza ruoli istituzionali. Continuerò comunque a occuparmi di chi vuole camminare a piedi...».
2. TUTTE LE STRADE PORTANO A FRANCESCO RUTELLI: L’EX PRIMO CITTADINO ALLA «CABINA DI REGIA»
Dal “Corriere della Sera - Roma”
Tutte le strade portano a Francesco Rutelli. Se cabina di regia sarà, dunque, a guidarla potrebbe essere l’ex sindaco, l’ex ministro dei beni Culturali, con il curriculum arricchito anche dall’aver reso il Giubileo del 2000, da primo cittadino, un evento impeccabile e virtuoso per la città. Solamente un’ipotesi, al momento: e però se i rumors si intensificano come avvenuto nelle ultime ore, c’è qualcosa in più delle illazioni. Perché anche solo a mettere assieme le dichiarazioni dei parlamentari rutelliani immediatamente successive all’annuncio di Papa Francesco, ciò che ne viene fuori è quasi un identikit che al posto dei tratti somatici ha un nome e un cognome.
Andiamo con ordine: quali sono i parlamentari Pd che, poco dopo l’annuncio di Papa Francesco, gelano il sindaco Ignazio Marino dicendo che «Roma non è pronta» e che «è necessaria una cabina di regia?». Lorenza Bonaccorsi e Michele Anzaldi: lei già capo della comunicazione di Rutelli nella campagna elettorale del 2008, lui a lungo portavoce dello stesso Rutelli.
Un caso? Marino in qualche modo li bolla come «gufi» (e questo spiega in qualche modo anche la sua posizione su una nomina esterna all’amministrazione): e però, raccontano i ben informati, non è un caso se due fedelissimi di Rutelli prendono una posizione tanto netta. Lo fanno per «amore» di Rutelli? E però anche questa spiegazione non basta: perché entrambi conoscono bene il peso delle parole. Eppure, sempre ieri al Corriere, Anzaldi dice: «Adesso gli ospedali sono in tilt, le strade fanno schifo. È una città che non è stata in grado di controllare quattrocento tifosi, figuriamoci un Giubileo...».
Ecco, si tratta di dichiarazioni che, sostengono oggi i più, non sono casuali. E poi gli indizi che portano a Rutelli sono numerosi: come quello che vuole tutte le persone che un tempo «lavoravano per lui» ad essere oggi vicinissime al presidente del Consiglio, Matteo Renzi: Filippo Sensi che oggi come allora si occupa di comunicazione, il parlamentare Roberto Giachetti che fu capo segreteria di Rutelli, oltre naturalmente a Bonaccorsi e Anzaldi. E senza ricordare Gentiloni, Lanzillotta...
Lo stesso Maurizio Pucci, che con Rutelli lavorò al Giubileo, oggi ha un ruolo al Comune di Roma. L’unico rimasto fuori, alla fine, è proprio Francesco Rutelli. Infine, Rutelli in un’intervista ad Andrea Garibaldi descrisse così il giovane Matteo Renzi: «Lo portavo in giro nel mondo, India, Giappone, Stati Uniti. Lo presentai a Hillary Clinton e le dissi: “Questo te lo ritroverai davanti, fra qualche anno...”». In sintesi, è nella Margherita di Rutelli che il presidente del Consiglio è politicamente cresciuto.
Ora, naturalmente: Renzi è imprevedibile, è vero. E però, al momento, per il ruolo di commissario straordinario tutte le strade portano là, a Francesco Rutelli.
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