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GIULI HORROR SHOW – COME DAGO-DIXIT, IL MINISTRO DELLA CULTURA MELONIANO HA UN PALLINO FISSO: COLPIRE IL MONDO DEL CINEMA, CONSIDERATO OSTILE ALLA DESTRA. LO DIMOSTRA LA MAIL INVIATA DAL SUO GABINETTO AL MEF LO SCORSO 17 OTTOBRE, IN CUI SUGGERIVA DI TAGLIARE DI UN TERZO IL FONDO PER LO SVILUPPO DEGLI INVESTIMENTI NEL CINEMA E AUDIOVISIVO, OVVERO 240 MILIONI DI EURO, MOLTI DI PIÙ DEI 150 MILIONI DEPENNATI POI DALLA MANOVRA – QUELLA FACCIA DI BRONZO DI GIULI, DOPO LE PROTESTE DEL SETTORE PER I TAGLI, HA ANCHE PROVATO IL GIOCO DELLE TRE CARTE: VOLEVA SPOSTARE 100 MILIONI DI CONTRIBUTI AUTOMATICI ALLE IMPRESE, GIÀ ASSEGNATI, AL FONDO PER IL CINEMA. UN “TRAVASO” BLOCCATO DALLA RAGIONERIA GENERALE…
Estratto dell’articolo di Giovanna Vitale per “la Repubblica”
Alessandro Giuli ha sempre avuto un pallino fisso: colpire il mondo del cinema, reo d'essere pregiudizialmente ostile al governo. E per farlo, specie dopo l'intemerata di Elio Germano al Quirinale, non ha esitato a utilizzare l'arma più letale — ovvero le forbici — contro l'industria dell'audiovisivo. Difesa nelle dichiarazioni pubbliche, «mi sta a cuore», ferita a morte con gli atti d'ufficio.
A dimostrarlo sono le carte visionate da Repubblica. I tagli inizialmente proposti dal ministero della Cultura per ottemperare alla spending review imposta dal Tesoro erano infatti ben più ampi rispetto a quelli poi iscritti in manovra.
Di molto superiori ai 150 milioni (destinati a salire a 200 l'anno successivo) sottratti al Fondo per il cinema e scolpiti nel testo della Finanziaria. Cifre che rendono ancor più paradossale l'annuncio lanciato venerdì scorso da Giuli per sedare la rivolta di attori, produttori e distributori: ossia, prelevare 100 milioni di contributi automatici spettanti alle imprese del settore e spostarli sul suddetto Fondo [...]
LUCIA BORGONZONI ALESSANDRO GIULI
Una partita di giro, trattandosi di incentivi già maturati ma non ancora erogati, che ha subito fatto scattare l'allarme fra le associazioni di categoria — da Anica ad Apa — convocate ieri dal ministro e dalla sottosegretaria Lucia Borgonzoni per provare a trovare una soluzione.
Nella mail inviata il 17 ottobre per segnalare i capitoli su cui incidere, il gabinetto della Cultura aveva infatti suggerito al Mef di tagliare di circa un terzo il Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell'audiovisivo.
Si legge infatti nella comunicazione spedita con posta elettronica dagli uffici di diretta collaborazione di Giuli: «Il complessivo livello di finanziamento dei predetti interventi è parametrato annualmente all'11% delle entrate effettivamente incassate dal bilancio dello Stato registrate nell'anno precedente e comunque in misura non inferiore a 450 milioni di euro annuo per il 2026 e a 400 milioni di euro annuo a decorrere dal 2027».
[...] In sostanza, la richiesta era di decurtare fino a 240 milioni il primo anno e quasi 300 quello dopo. Riportando a regime la dotazione complessiva del Fondo a 400 milioni, dagli attuali 696: lo stanziamento originario stabilito nel lontano 2017, quando entrò in vigore. Anche se allora le piattaforme streaming erano ancora agli albori e non c'era neppure una concorrenza tanto agguerrita, anche da parte di Paesi molto più munifici del nostro.
alessandro giuli in audizione al senato foto lapresse
[...] E per sommo della beffa i primi ad accorgersene sono stati proprio i tecnici del Tesoro, che hanno invitato i colleghi della Cultura a rivedere l'entità del taglio, da diluire semmai in un arco temporale più lungo. Necessario, pure in ragione del meccanismo con cui questi stanziamenti vengono incassati, per essere assorbito dal sistema. Pena, la sua sopravvivenza.
Naturalmente Giuli si è ben guardato dal parlarne nel corso della riunione-fiume con le associazioni al Collegio Romano. Dove è tornato ad attaccare la Ragioneria generale: «Sono stati loro a impedirmi il prelievo dei contributi automatici che vi avrei restituito nei mesi successivi, si poteva fare, ci sono dei precedenti. Ora però tutto il governo è al lavoro per trovare una soluzione».
Con Borgonzoni intervenuta però a correggere il tiro: «Non sono d'accordo, la Ragioneria e il ministro Giorgetti ci stanno aiutando a capire come ridurre i tagli». Che per il settore, hanno ribadito Anica e Apa, sono «devastanti». [...]
federico mollicone . alessandro giuli a piazza italia, la festa di fdi a roma foto lapresse
CINECITTA PRIMA DI ALESSANDRO GIULI - MEME BY GNOLA
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