“GIUSTIZIA A OROLOGERIA”, SUL CASO PARNASI I LEGHISTI AL CONTRATTACCO: "QUESTE COSE ESCONO PROPRIO ORA CHE SIAMO AL GOVERNO" – SALVINI CONTINUA A DIFENDERE IL COSTRUTTORE, LA PREOCCUPAZIONE DI GIORGETTI – E DI MAIO DISERTA "PORTA A PORTA"

parnasi

Francesca Schianchi per la Stampa

 

Nelle dichiarazioni pubbliche, sia Matteo Salvini che Luigi Di Maio ostentano sicurezza. Nessun problema, il governo è al sicuro, se qualcuno ha sbagliato pagherà.

Però, in tempi di dirette Facebook fiume, sono parole centellinate, sintomo di un imbarazzo che va di pari passo con i nuovi dettagli usciti dalle carte dell' inchiesta.

Nomi, contatti, relazioni, magari senza alcuna rilevanza penale ma che potrebbero sporcare l' immagine candida dell' autodichiarato governo del cambiamento.

 

Il forfait da Vespa Entrambi i leader rilasciano qualche dichiarazione, consapevoli di non poter fingere che nulla stia accadendo, poi indossano la grisaglia e si dedicano al ministero tutta la giornata. Di Maio è atteso a «Porta a porta»: poco prima della registrazione però annuncia il forfait. Impegni con il premier e con una delegazione di lavoratori, si scusa con la redazione, a sostituirlo andrà la sindaca di Roma Virginia Raggi: un modo per il capo politico dei Cinque stelle di prendere le distanze da una vicenda potenzialmente esplosiva.

salvini di maio

 

No presunzione d' innocenza Mercoledì, allo scoppio del caso, il leader grillino si era volatilizzato: saltata la riunione di Confesercenti, saltato il giuramento dei sottosegretari, saltati un paio di tavoli di crisi. Solo poche parole sull' argomento.

 

Ieri, di buon mattino, prova a togliersi il pensiero a radio Rtl, dove si presenta con la formula standard del Movimento sentita altre volte, noi almeno li cacciamo. «Finché il Movimento allontanerà chi sbaglia, sarà sempre una forza politica che non si lascia infettare», declama nei panni del leader di partito, dichiarando che «per reati così gravi non esiste nel M5S la presunzione d' innocenza», ma si corregge poi con l' aggiunta «dal punto di vista politico». E annuncia «interventi legislativi per rafforzare la lotta alla corruzione: Daspo per i corrotti e agenti sotto copertura». Nella speranza che queste parole bastino a mettere tutta la distanza necessaria fra il M5S, e il governo, e l' inchiesta.

 

MATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO

Il sottosegretario in trincea «Non c' è nulla da dire, la Lega non c' entra nulla», insistono dall' entourage di Salvini. Lui, intercettato dall' Ansa, si limita a dirsi certo che questa vicenda non avrà ricadute sul governo, «nessun problema, aspetto che parli chi ne sa più di me», ma continua a difendere il costruttore Luca Parnasi, «per come l' ho conosciuto mi è sembrata una brava persona».

 

Segue la questione migranti, a cui dedica gran parte delle dichiarazioni, annuncia una serie di visite per oggi tra Piemonte e Liguria al grido di «chi si ferma è perduto», avanti a spron battuto, un piede nel ministero uno nelle piazze. Tra i suoi, qualcuno storce il naso: «Guarda un po', queste cose escono proprio ora che siamo al governo», fa notare un dirigente chiedendo garanzia di anonimato, mentre un altro collega evoca «giustizia a orologeria» e «caccia alle streghe», temendo che, come il classico sassolino che rotola, la vicenda possa trasformarsi in una valanga capace di travolgere il governo.

 

C' è chi descrive preoccupato il sottosegretario Giorgetti, mentre il leader del Carroccio si mostra sicuro di sé, attento solo a dare un' immagine di compattezza al governo. Nei giorni scorsi, ha guidato la vicenda della nave Aquarius prendendosi la scena: ieri l' ha lasciata a Di Maio e agli annunci economici, chinando anche il capo davanti alla correzione dell' altro vicepremier sull' uso dei contanti: lui toglierebbe un tetto massimo, Di Maio no, «ha ragione lui, non è nel contratto», abbozza.

giancarlo giorgetti

 

Perché è convinto che «vogliono farci litigare, ma non ci caschiamo».

salvini giorgetti