MARIO FA E ANGELONA DISFA - GLI AIUTI “ILLIMITATI” PROMESSI DALLA BCE AI PAESI IN DIFFICOLTÀ RIMARRANO ARIA FRITTA SENZA L’OK DEI FALCHI DEL BUNDESTAG - MERKEL: NON SAREBBE “CONVINCENTE” UNA RICHIESTA DI SOCCORSO DA UN PAESE CHE NON SIA IN ASFISSIA FINANZIARIA - FINO AL VOTO CHE CAMBIA IL DESTINO EUROPEO, CIOÈ QUELLO IN GERMANIA, TUTTO RIMARRÀ COM’È…

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Federico Fubini per il "Corriere della Sera"

Nell'interminabile tango dei salvataggi europei, il grammofono sembra di nuovo sul punto di guastarsi. Gradualmente i protagonisti tornano a muoversi fuori tempo uno sull'altro. Non sono solo le ennesime voci (smentite) su un appello imminente di Madrid al fondo europeo Esm e alla Bce. C'è una corrente più profonda. Ieri il governo tedesco ha fatto sapere che troverebbe «non convincente» la richiesta di aiuto di un Paese che non sia già in asfissia finanziaria.

Questa è un'opinione influente, perché la Corte di giustizia tedesca di fatto ha consegnato al Bundestag un diritto di veto sull'intero sistema europeo dei salvataggi: da sempre sostenitori dell'indipendenza della banca centrale, i politici tedeschi di fatto sono riusciti a conquistare il posto di blocco che apre o chiude la strada perché la Bce intervenga. E l'impressione diffusa a Madrid e a Parigi è che per ora a Berlino si terrà quella sbarra abbassata.

È la novità dell'autunno. In estate, Angela Merkel ha assecondato Mario Draghi quando il presidente della Bce ha proposto interventi «illimitati» per i Paesi in difficoltà. Ora la cancelliera ha iniziato a esercitare il suo attrito indiretto e silenzioso: non fa chiarezza sulle condizioni che la Germania potrebbe chiedere ai Paesi in crisi, così paralizzandone le scelte; e mira a rinviare a dopo le elezioni tedesche (tra un anno) qualunque progresso sull'unione bancaria nell'area euro. Così Merkel disfa il lavoro di Draghi, senza lasciare impronte.

 

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