25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA…
SONO STATI GLI AVVOCATI A “UCCIDERE” LA SINISTRA AMERICANA – LA TEORIA DI GIULIANO DA EMPOLI: “DAL 1980, TUTTI I CANDIDATI DEMOCRATICI ALLA PRESIDENZA ERANO LAUREATI IN LEGGE. NEGLI STATI UNITI GLI AVVOCATI SONO LA CATEGORIA PIÙ ODIATA, SECONDA SOLO AI POLITICI” –“GLI AVVOCATI HANNO MOLTE QUALITÀ, MA NON SONO MAI STATI IN GRADO DI FERMARE UNA RIVOLUZIONE: SONO IL PRIMO BERSAGLIO DEI RIVOLUZIONARI. SE C’È UNA FIGURA INSOPPORTABILE IN UN’INSURREZIONE, È QUELLA CHE ALZA IL DITINO, SOLLEVA OBIEZIONI, PRETENDE IL RISPETTO DELLE PROCEDURE. PEGGIO ANCORA SE LO FA PER DIFENDERE UN NEMICO DEL POPOLO…”
GIULIANO DA EMPOLI - L'ORA DEI PREDATORI
Estratto da “L’ora dei predatori. Il nuovo potere mondiale visto da vicino”, di Giuliano da Empoli (ed. Einaudi Stile Libero)
[…] Donald Trump, dato che si parla di lui, è una forma di vita straordinariamente adatta al tempo presente.
Una delle sue caratteristiche, di cui i suoi consiglieri, in omaggio a un’epoca trascorsa, si lamentano ancora sottovoce quando invece dovrebbero vantarsene a gran voce, è che non legge mai.
Non si parla qui di libri, di tomi di Storia o anche solo di romanzi di spionaggio; l’internauta più sprovveduto non esiterebbe a classificare l’immagine di un Trump sprofondato in un sedile del suo jet privato, o in una poltrona a Mar-a-Lago, con in mano un libro, invece che un dispositivo o un hamburger, tra i deepfake più inverosimili che si possano concepire.
A preoccupare i suoi consiglieri, mentre dovrebbero rallegrarsene, è il fatto che Trump non legge nemmeno gli appunti scritti su una pagina o addirittura mezza paginetta che gli dànno in preparazione di un incontro, con il riepilogo degli elementi essenziali dell’argomento da trattare.
Trump non degna quegli appunti di un solo sguardo. Né una pagina, né mezza pagina, né una sola riga.
Lui funziona solo in modalità orale. Una sfida notevole per chiunque cerchi di trasmettergli una benché minima conoscenza strutturata.
Ma che importa, visto che a contare è innanzitutto l’azione, di cui la conoscenza, come si sa, è uno dei peggiori nemici? Un ambiente caotico richiede decisioni coraggiose che catturino l’attenzione del pubblico, lasciando di stucco gli avversari.
In fondo Trump non è che l’ennesima dimostrazione di uno dei principî immutabili della politica, che chiunque può constatare: non esiste praticamente alcun rapporto tra facoltà intellettive e intelligenza politica.
Ci sono migliaia di persone intelligentissime, anche tra gli specialisti, tra i politologi e gli esperti, che non capiscono assolutamente nulla di politica, mentre un analfabeta funzionale come Trump può raggiungere una forma di genialità nella sua capacità di entrare in sintonia con lo spirito del tempo.
DONALD TRUMP CON MOHAMMED BIN SALMAN
Quanti facoltosi imprenditori, tecnocrati globali, intellettuali e premi Nobel abbiamo visto infliggersi cocenti umiliazioni nel tentativo di riversare i loro trionfi professionali nell’arena politica?
Cominciano tutti allo stesso modo, gonfi d’orgoglio, convinti di aver fatto il più imponendosi con le loro capacità in ambiti altamente competitivi: il mondo degli affari, le organizzazioni internazionali, il mondo della cultura, la scienza. Cosa volete che sia la politica, al confronto?
Un’accozzaglia di personaggi in cerca d’autore, senza un mestiere, senza competenze, a malapena in grado di mettere due parole in fila.
Nessuna persona sana di mente si mischierebbe a quella gente, ma loro hanno deciso che è arrivato il momento di rialzare il livello: dopo tutto, se quelli bravi restano fuori dall’arena, le cose non miglioreranno mai, no?
Così iniziano a sondare il terreno, rilasciano interviste, raccolgono le loro idee in un libro, creano un think tank o accettano direttamente l’invito di un partito a candidarsi alle elezioni. Poi, però, a un certo punto, fanno una terribile scoperta. È tutto molto più difficile di quanto pensassero.
Non perché il campo pulluli di chissà quali geni, ma perché non c’è nessun campo, non ci sono regole e nemmeno punti di riferimento stabili, eppure esiste un gioco a cui pochissimi hanno accesso.
[…]
Non c’è niente di più violento della politica; se i militari combattono solo quando sono in guerra, i politici in guerra ci sono sempre.
Il più delle volte, i loro nemici più temibili si celano nelle loro stesse file, e la velocità con cui tutto accade contribuisce ad accrescere i margini di errore e il tasso di mortalità.
barack obama al convegno per kamala harris 2
In questo ambiente, i fenomeni d’intelligenza in genere non contano nulla, perché non impugnano mai l’alabarda, mentre l’assunzione di rischi è l’unica vera moneta del gioco. I Borgiani sono organismi particolarmente adatti alle fasi di turbolenza, quando un sistema politico fa i conti con i propri limiti e le uniche risposte all’incertezza e al pericolo sono la velocità e la forza.
L’ora dei predatori, in sostanza, non è che un ritorno alla normalità. L’anomalia è stata piuttosto il breve periodo in cui abbiamo pensato di poter arginare la cruenta ricerca del potere con un sistema di regole.
elon musk e javier milei con la motosega alla cpac
Per quanto scioccanti possano apparirci, le azioni dei Borgiani non sono altro che la versione aggiornata di quanto si legge nei libri di Storia, nelle Vite di Plutarco e nei resoconti di Svetonio, nelle cronache del Rinascimento e nei memoriali dell’Ancien Régime.
I Borgiani odierni non leggono gli Antichi, ma si riconoscono tra loro. […] All’ora dei predatori, non sono più i leader della periferia di un tempo che cercano di assomigliare ai nostri, ma piuttosto i leader occidentali che adottano caratteristiche inedite.
BIN SALABIM - VIGNETTA BY ROLLI - IL GIORNALONE - LA STAMPA
[…] Come ha ben detto Javier Milei: «Qual è la differenza tra un pazzo e un genio? Il successo!» Questo è il credo dei Borgiani condiviso oggi dalla maggioranza di persone che ha smesso di considerare le regole come una garanzia di libertà e ha iniziato a vederle come un gigantesco imbroglio, per non dire un complotto delle élite per opprimere il popolo.
«La prima cosa da fare è di ammazzare tutti gli avvocati», dice Shakespeare. O meglio, Dick il macellaio nell’Enrico VI, al fine di provocare una rivolta contro il governo del re d’Inghilterra. Secondo Dick, gli avvocati sono gli sgherri del potere, privi di morale e pronti a sostenere tutto e il contrario di tutto.
Non risolvono i problemi, li creano, hanno sempre una scappatoia a portata di mano per imbrogliare ancor più le cose.
kamala harris e tim walz - convention nazionale democratica chicago
Sono interessati alla forma, non alla sostanza; parlano un linguaggio incomprensibile al solo scopo di ingannare la povera gente e, alla fin fine, non si preoccupano che dei loro affari.
I Borgiani si concentrano sulla sostanza, non sulla forma. Promettono di risolvere i veri problemi della gente: criminalità, immigrazione, costo della vita.
E cosa replicano i loro avversari, i liberali, i progressisti, i bravi democratici? Regole, democrazia a rischio, tutela delle minoranze…
Dal 1980, di tutti i candidati democratici alla presidenza e alla vicepresidenza degli Stati Uniti, Tim Walz, compagno di corsa di Kamala Harris, è stato il primo a non essere laureato in Legge. Venti candidati, in dieci elezioni, negli ultimi quarant’anni: tutti avvocati.
Nello stesso periodo, nessuno dei quattro presidenti repubblicani aveva una formazione giuridica: il primo, Ronald Reagan, era un attore e gli altri tre erano uomini d’affari. Negli Stati Uniti gli avvocati sono la categoria professionale più odiata, seconda solo ai politici.
Come stupirsi allora che il partito degli avvocati sia stato travolto? Che una piattaforma interamente concepita da avvocati, imperniata sulla difesa delle procedure democratiche e sul rispetto dei diritti delle minoranze, il cui argomento principale era costituito dai processi contro il candidato repubblicano, sia stata spazzata via dalle recriminazioni dei Borgiani: l’alto costo della vita, l’immigrazione, il disprezzo di classe?
l attentato a trump foto di doug mills del new york times premio pulitzer
Gli avvocati hanno molte qualità, ma non sono mai stati in grado di fermare una rivoluzione. Al contrario, sono proprio le loro qualità a renderli, quasi sempre, il primo bersaglio dei rivoluzionari. Se c’è una figura insopportabile in un’insurrezione, è proprio quella di chi rifiuta di unirsi alla massa, che alza il ditino, solleva obiezioni, pretende il rispetto delle procedure. Peggio ancora se lo fa per difendere un nemico del popolo, che Dick il macellaio aspetta solo di veder penzolare da una forca improvvisata.
meme di donald trump e i gatti 1
l attentato a trump foto di doug mills del new york times premio pulitzer
sostenitori di trump fuori dalla reagan library
MUSK CONTRO FEMMINE - MEME DI EMILIANO CARLI
russ vought come la morte nel video meme sullo shutdown pubblicato da donald trump
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