DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA…
Laura Maragnani per Panorama
Sul sito del Senato, alla voce professione, sta ancora scritto: avvocato penalista, contratti d'affari, Real Estate. Con la maiuscola. Ma il vero talento di Luigi Lusi, classe 1961, tesoriere della Margherita e senatore al secondo mandato (prima elezione nel 2006 con la Margherita, in Veneto, e nel 2008 con il Pd in Liguria) a quel che ha scoperto la Guardia di Finanza pare soprattutto un altro: farsi gli affari propri.
I suoi, quelli della moglie, quelli dei fratelli e dei parenti. Ma anche dei suoi elettori in Liguria e, come risulta a Panorama, degli elettori del fratello Nino, sindaco di Capistrello. Pure i suoi concittadini a Genzano, in provincia di Roma, hanno di che ringraziarlo abbondantemente.
La Margherita invece no: la Procura di Roma lo ha iscritto sul registro degli indagati per appropriazione indebita dopo che la Guardia di Finanza ha accertato prelevamenti per 13 milioni di euro dai conti bancari del partito un tempo guidato da Francesco Rutelli e poi confluito nel Pd.
Lusi, lo storico tesoriere, era il custode assoluto dei fondi e dei bilanci; bilanci che gli ex azionisti della Margherita (in origine erano Rinnovamento italiano, 10 per cento; i Popolari di Franco Marini, 35 per cento; i Democratici di Arturo Parisi, 35 per cento; quanto al 20 per cento di Clemente Mastella era già stato liquidato anni fa, con la suddivisione delle quote tra gli altri gruppi) lamentavano da tempo di non poter nemmeno consultare.
Intervistato da Panorama la scorsa estate, dopo che la Margherita aveva incassato l'ultima tranche di rimborsi elettorali della XV legislatura, Arturo Parisi aveva confessato di non sapere «con sicurezza» neanche a quanto ammontava il tesoretto del suo ex partito. Più o meno «30 milioni di euro» calcolava allora l'onorevole azionista Pino Pisicchio, oggi transitato con Rutelli nell'Api.
Pura teoria. Una buona fetta, infatti, era già stata prelevata dal tesoriere medesimo a partire dal gennaio 2008 e utilizzata per acquistare una splendida casa a Roma, in via Monserrato 24, mentre altri bonifici piovevano con generosità sui conti dello studio legale Lusi &Partners (con sedi a Genzano, in Abruzzo e a Toronto) e delle altre società , italiane e canadesi, della famiglia Lusi-Petricone. Una famiglia estesa però coesa, e soprattutto beneficata: non solo dalla Margherita, ma anche da incarichi in società pubbliche, consulenze, addirittura leggi ad personam. O quasi.
Dedicato alla dottoressa Gianna Petricone, di professione chiropratica, nonchè moglie italo-canadese del senatore, è per esempio l'emendamento alla Finanziaria 2008, comma 355 dell'articolo 2, con cui l'affettuoso consorte otteneva che il Servizio sanitario nazionale spalancasse le porte alla figura del «dottore in chiropratica». «Il senatore Lusi si è prodigato strenuamente offrendo il suo instancabile supporto» lo lodava pubblicamente John G. Williams, il presidente dell'Associazione italiana dei chiropratici in questione, che da ben 33 anni inseguivano vanamente il risultato.
Ma non è questa l'unica battaglia a cui Lusi, figura di peso nella commissione Bilancio del Senato, ha offerto in questi anni il suo supporto. Alto, grosso, apparentemente pacioso con la sua barbetta sale e pepe, l'avvocato «impegnato in numerose realtà nel panorama nazionale e non» (ipse dixit) si è rivelato uno specialista della cosiddetta «legge mancia», quella con cui Camera e Senato finanziano gli interventi sui collegi d'elezione dei parlamentari.
Il 2010 per Lusi è stato l'anno del record: eletto in Liguria, ha fatto avere 400 mila euro alle suore della Sacra Famiglia di Sanremo per costruire una palestra presso l'istituto Padre Semeria; residente a Genzano, ha fatto avere una nuova ammiraglia da 41 mila euro alla locale stazione dei carabinieri, mentre il comune ha potuto rinnovare l'illuminazione pubblica (85 mila euro), costruire il parcheggio della biblioteca (95 mila), installare pensiline nelle zone rurali (30 mila) e panchine nel centro storico (12 mila).
Ancora meglio è andata a Capistrello, il comunello (5 mila abitanti) in provincia dell'Aquila di cui la famiglia Lusi è originaria e di cui il fratello del senatore, Nino Lusi, Pd, è sindaco: 275 mila euro per le scuole, 80 mila per la strada in frazione Pescocanale, 50 mila per il tetto della parrocchia, 156 mila per la rete idrica delle frazioni...
E non basta ancora: a rimettere in sesto i conti del comune, il cui consiglio era stato sciolto nel 2009 per un buco di 2 milioni, ha pensato un nuovo emendamento alla Finanziaria: et voilà un bel contributo di 2 milioni tondi.
Ma che vogliamo farci? A Capistrello il senatore non ha solo lasciato il cuore, ma anche un sacco di case, cantine, locali, terreni, in parte condivisi col fratello, la sorella e la madre, in parte acquistati e ristrutturati in proprio, con lavori che in paese ricordano come faraonici. Meno male che il terremoto del 2009 qui non ha fatto cadere neanche una tegola. Cosa che al mago dei contributi pubblici, Luigi Lusi, non ha impedito di far avere al paesello un bel po' di soldi per rifarsi il look.
P.s. Di Lusi c'eravamo già occupati nella rubrica "l'Indiscreto" di Panorama, l'11.11.2010.
Ecco cosa scrivemmo
"Incubo tribunale per i dissenzienti del Pd: criticare pubblicamente i big del partito rischia di far scattare la richiesta di pesanti risarcimenti per "danni morali, esistenziali, patrimoniali e all'immagine". Lo ha scoperto Luciano Tavernelli, iscritto del Pd a Città di Castello, reo di aver definito "capobastone" il presidente Pd della provincia di Perugia, Marco Vinicio Guasticchi, in un incontro pubblico. La raccomandata con la richiesta danni gli è arrivata, fulminea, 5 giorni dopo la riunione.
Altra diffida in Abruzzo: Vincenzo Pisegna, militante Pd a Collelongo (Aq), è stato minacciato di causa per diffamazione dai legali del senatore Luigi Lusi. In vista del rinnovo della segretaria provinciale del Pd dell'Aquila, Pisegna aveva segnalato alla commissione nazionale dei garanti alcune sospette irregolarità nel tesseramento. Nessuna risposta da Pierluigi Bersani. Velocissima, invece, quella degli avvocati.
NOTA DELLA MARGHERITA: I FATTI SUL CASO MARGHERITA-LUSI
1. La Margherita-DL è un partito che ha bilanci sani; tra i pochi ad aver concluso l'attività senza contrarre debiti ma, anzi, con un attivo di bilancio, anche dopo aver risolto ogni contenzioso con i 4 partiti fondatori.
2. Nei 4 anni successivi alla nascita del Partito Democratico, restavano da sciogliere gli ultimi nodi. Il personale (circa 100 persone), le residue attività politiche e gestionali, la sede di v. S. Andrea delle Fratte, il rapporto con il quotidiano Europa.
3. Il potere amministrativo, in base allo Statuto, era interamente nelle mani del sen Luigi Lusi: persona da tutti stimata, che aveva iniziato la propria attività , in quanto Direttore Generale degli Scout (AGESCI), apprezzato dal Sindaco Rutelli e quindi eletto due volte come amministratore del partito, sino alla fase - non breve, per motivi tecnico-amministrativi - di scioglimento del partito. Funzioni di indirizzo e controllo sulle politiche di bilancio erano svolte dal Comitato Federale di Tesoreria; il controllo dal Collegio dei revisori dei conti. L'approvazione dei bilanci preventivo e consuntivo, da parte dell'organo collegiale, l'Assemblea Federale. (Da notare, rispetto ad alcune notizie di stampa, che in nessun modo il Presidente o gli altri dirigenti avevano competenze di gestione, né hanno mai emesso bonifici, assegni etc: l'unico atto compiuto da Rutelli sui 2 conti correnti della Margherita - presso agenzie BNL e Unicredit - è stata la loro formale apertura nell'estate del 2001, in quanto presidente, a garanzia del Partito).
4. Il 16 gennaio scorso, Francesco Rutelli è stato sentito dalla Procura della Repubblica di Roma (Procuratore aggiunto dr Caperna, PM dr Pesci) circa alcune operazioni finanziarie su cui si era appuntata l'attenzione di GdF e Banca d'Italia, giudicate anomale. Completamente all'oscuro di quei fatti, Rutelli ha chiesto al tesoriere Lusi di recarsi immediatamente a fornire ogni informazione agli inquirenti; cosa avvenuta, in presenza del suo avvocato difensore, già l'indomani mattina. In quella sede, Lusi risulta aver ammesso pienamente le proprie responsabilità nell'appropriazione indebita aggravata.
5. L'indomani, 18 gennaio, Rutelli si è costituito come parte offesa, in proprio e come Presidente della Margherita, attraverso l'avv. Titta Madia, nel procedimento penale.
6. Quindi, pur nel pieno rispetto del segreto istruttorio, Rutelli ed Enzo Bianco, Presidente dell'Assemblea Federale, hanno fornito sommarie informazioni sulla gravità della situazione ai dirigenti della Margherita facenti parte del Comitato nominato dall'ultima Assemblea Federale e chiamato proprio a proporre le destinazioni possibili dell'ultimo residuo di disponibilità finanziarie del partito.
7. I tre dirigenti con un formale incarico ricevuto dal Congresso e dall'Assemblea federale (oltre a Rutelli e Bianco, l'on Gianpiero Bocci, Presidente del comitato di tesoreria) hanno quindi rivolto a Lusi la formale richiesta di dimettersi, di delegare i propri poteri ai tre medesimi in forma congiunta, di mettersi a disposizione dei soggetti incaricati di verificare i bilanci del partito oltre che, attraverso gli avvocati, di confermare una completa cessazione da qualsiasi attività amministrativa. Lusi si è dimesso il 25 gennaio. Risulta abbia manifestato ai magistrati inquirenti la volontà di restituire immediatamente alla Margherita una parte importante delle somme di cui si è appropriato depositando una fideiussione.
8. E' stata investita una primaria società di Revisione e consulenza finanziaria, la KPMG, di effettuare una due diligence sui bilanci, e di assistere i tre dirigenti negli adempimenti amministrativi sino alla convocazione di una Assemblea Federale che dovrà eleggere il nuovo Tesoriere ed approvare i bilanci.
9. Le attività di verifica sono iniziate, negli uffici della Margherita, già nel pomeriggio di ieri. La divulgazione sulla stampa delle notizie sull'indagine non muta la strategia della Margherita, che sarà di esigere il pieno recupero, in sede penale e civile, delle somme sottratte.
Roma 31 gennaio 2012
luigi lusifranco marini fran rutelli lapTonino Angelucci e Arturo Parisi - Copyright PizziGuzzanti, De Luca, PisicchioGiuliano Da Empoli, Calearo, Rutelli, Giorgio La Malfa, Bruno Tabacci, Pino Pisicchioluigi lusi lapEnzo Bianco phAgrpress FRANCESCO RUTELLI
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