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Maurizio Molinari per "La Stampa"
Sull'Air Force One si parla della crisi politica italiana e il portavoce della Casa Bianca fa trapelare il timore che pregiudichi la stabilità dei mercati finanziari e valutari in Europa.
Sono le 10.55 del mattino ora di Washington, le 15.55 in Italia, quando Josh Earnest, portavoce del presidente Barack Obama, va nel retro del velivolo in rotta verso Miami per parlare con i reporter. All'inizio un tema obbligato è la missione di Obama in Florida per promuovere il piano sulle infrastrutture, poi c'è una domanda sull'escalation con la Nord Corea e subito dopo i reporter pongono la questione dell'Italia.
Già da alcuni giorni tentavano di farlo ma i portavoce non avevano raccolto, se adesso la risposta arriva è perché su numerosi quotidiani e siti web dal «Wall Street Journal» al «Financial Times» - campeggiano le notizie sul «fallimento del tentativo di dare un governo all'Italia» con conseguenti timori di nuove elezioni e scossoni per l'Eurozona. Da qui l'interrogativo al portavoce: «Siete preoccupati per l'incapacità dell'Italia di formare un governo?». Earnest replica con prudenza: «Esito a esprimermi, bisogna consentire al popolo italiano di prendere le decisioni che ritiene appropriate al fine di determinare la leadership del suo Paese».
E' una maniera per sottolineare la volontà di non interferire con le trattative in corso per l'esecutivo. Ma ai reporter non basta perché da Wall Street rimbalzano i timori dei mercati sulla tenuta del Belpaese. Arriva dunque una seconda domanda: «Ma la salute economica dell'Italia è importante per l'economia mondiale per gli Stati Uniti...».
Su questo terreno Earnest è assai più loquace. «Alti funzionari del ministero del Tesoro sono in contatto con i loro colleghi in Europa come avviene da diversi anni» per monitorare i rischi alla stabilità e «rimane nell'interesse economico degli Stati Uniti che gli europei risolvano i motivi dell'instabilità finanziaria che ha luogo nel Continente». Da qui il riferimento all'Italia perché l'instabilità finanziaria «ha un impatto sulla politica interna in Italia come su altre nazioni».
Pur ribadendo di non volersi esprimere sulle «situazioni politiche interne» il portavoce descrive l'approccio dell'amministrazione Obama alla fase di transizione in Italia: «Gli Stati Uniti hanno interesse in una maggiore stabilità dei mercati finanziari e valutari in Europa».
E' un linguaggio che tradisce la speranza di una soluzione rapida della crisi italiana e riporta l'amministrazione Obama alla fine del 2011 quando, durante e dopo il G20 di Cannes, l'approccio alla debolezza economica del nostro Paese fu segnato dal timore di ripercussioni negative per «la stabilità dell'Eurozona» e dunque nocive per gli Usa. Tale preoccupazione scomparve con la formazione del governo Monti e il sostegno alle riforme economiche nel programma.
Per questo, durante la campagna elettorale, la posizione di Washington è stata di augurarsi il «proseguimento delle riforme iniziate da Monti» come detto a più riprese dall'ambasciatore a Roma, David Thorne. Ma ora il riferimento a tali riforme viene prudentemente meno, per evitare qualsiasi interferenza, e ciò riporta le lancette delle relazioni bilaterali alla fase pre-Monti: quando a prevalere era l'interesse che l'Italia evitasse in qualsiasi maniera di contribuire all'instabilità dell'Eurozona.
Roma torna dunque ad essere una preoccupazione per Obama. Anche perché la Casa Bianca sta preparando per metà giugno un viaggio in Europa teso a rilanciare la necessità della liberalizzazione degli scambi transatlantici per favorire la crescita comune e ciò significa aver bisogno di interlocutori stabili e prosperi.
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