DAGOREPORT - CHI L’HA VISTO? ERA DIVENTATO IL NOSTRO ANGOLO DEL BUONUMORE, NE SPARAVA UNA AL…
Lorenzo Salvia per il “Corriere della sera”
L' appuntamento è per oggi a mezzogiorno, Aula del Senato. A quell' ora comincerà il dibattito sul decreto legge «sicurezza bis», fortemente voluto dalla Lega e mal visto da buona parte del Movimento 5 Stelle.
Si andrà di sicuro al voto di fiducia. In teoria ci sarebbero ancora 1.240 emendamenti di discutere e votare in commissione. Ma il decreto va convertito in legge prima della pausa estiva, altrimenti decadrebbe. I tempi saranno decisi oggi, dalla conferenza dei capigruppo. La maggioranza punta a chiudere stasera ma sembra probabile un rinvio a domani. In ogni caso sarà la prova del nove per il governo, in una settimana che presenta altri passaggi delicati, a partire dalle mozioni sulla Tav.
LUIGI DI MAIO MATTEO SALVINI GIUSEPPE CONTE
In queste ultime ore la fronda interna al Movimento 5 Stelle sembra crescere. Ai cinque senatori che avevano già manifestato le loro perplessità, lasciando capire di essere pronti a non votare la fiducia, se ne sarebbero aggiunti altri due o tre. La maggioranza è sempre sul filo. Tendendo conto anche dei senatori a vita, che non sono tenuti ad iscriversi a un gruppo, il totale dei seggi a Palazzo Madama arriva a 321.
CONTE SALVINI DI MAIO MOAVERO MATTARELLA
Il quorum, nella remota ipotesi in cui tutti fossero presenti in un caldo lunedì di agosto, arriva dunque a 161. La maggioranza può contare in teoria su 165 voti (se teniamo conto di Bossi, che da tempo non vota). Basterebbero i malpancisti del M5S per andare sotto. Ma se alcuni voti potrebbero mancare, altri si potrebbero aggiungere. Ci sono i tre senatori della Sudtiroler Volkspartei, i due del Maie, il movimento degli eletti all' estero. E anche i due senatori espulsi dal M5S, Maurizio Buccarella e Carlo Martelli, iscritti al gruppo misto, e che finora non hanno mai fatto mancare il loro sostegno al governo in caso di fiducia. Non solo.
GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO CHERNOBYL BY LUGHINO
Alcuni senatori di Forza Italia vicini al governatore della Liguria Giovanni Toti, e quindi a Salvini, potrebbero lasciare l' Aula in modo da abbassare il quorum. La stessa mossa potrebbe essere fatta da altri senatori azzurri, non per scelta politica ma più prosaicamente per tenere in piedi la legislatura e allontanare il momento delle elezioni. Dice la capogruppo al Senato di Forza Italia Anna Maria Bernini: «Noi condividiamo quasi tutto del decreto sicurezza ma servono più risorse per le forze dell' ordine».
Fratelli d' Italia, invece, non lascerà l' Aula, come pure molti continuano a sostenere, forse a sperare. Il partito non appoggia il governo ma condivide i contenuti del decreto. E per questo la scelta più probabile sembra quella dell' astensione.
«Se il governo non mettesse la fiducia - dice il capogruppo Luca Ciriani - il provvedimento troverebbe sicuramente i nostri voti».
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