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MATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE
Per la prima volta, da tre anni a questa parte, nella legge di bilancio non c'è la norma che vietava a Regioni ed enti locali di «deliberare aumenti dei tributi nonché delle addizionali ad essi attribuiti con legge dello Stato». Un primo calcolo, fatto dall' ufficio studi della Cgia di Mestre, quantifica in un miliardo di euro l'impatto sui contribuenti degli inevitabili rincari dell' Irap, delle imposte Imu/Tasi e delle addizionali Irpef. I proprietari di casa saranno, ancora una volta, tra i più colpiti.
«Da un governo del cambiamento», dice Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia, «ci saremmo aspettati una riduzione dello spropositato carico di tassazione sugli immobili, non certo il via libera ai Comuni per aumentare ancora la sua parte più odiosa, quella di tipo patrimoniale».
Lo sblocco mette a rischio anche i contratti di locazione "concordati", nati vent' anni fa sulla base di un patto molto chiaro: canoni al di sotto di quelli di mercato in cambio di agevolazioni fiscali per i proprietari. Il rischio, spiega Spaziani Testa, «è che ora i Comuni aumentino le aliquote proprio per questi immobili, visto che sono fra i pochi con livelli di Imu e Tasi ancora inferiori al massimo. Con l' effetto di spingere i proprietari a scegliere i contratti a canone libero».
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