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Lucio Cillis per "la Repubblica"
C´è chi paga la rivalutazione degli estimi catastali a prezzo pieno e chi, invece, riceve uno sconto.
Nelle pieghe del decreto Salva Italia, si nasconde una diseguaglianza che diversi parlamentari hanno già messo nel mirino: se per le abitazioni, e quindi per la categoria catastale "A", il ritocco della rivalutazione delle rendite è stato del 60 per cento, istituti di credito e assicurazioni (oltre ad un plotone di altre tipologie di immobili), beneficeranno di una rivalutazione delle rendite limitata al 20 per cento, una scelta che potrebbe favorire i soliti noti e gli amici degli amici.
Secondo il testo varato nei giorni scorsi, infatti, se per le abitazioni il nuovo valore è passato d´emblée da 100 a 160 (categoria A, ad esclusione della A10), per i negozi (categoria catastale C1) da 34 a 55 e per gli uffici (A10) da 50 a 80, lo stesso incremento non è stato applicato agli immobili posseduti da istituti di credito e assicurazioni. Insomma, tira aria di sconto per banche e dintorni. E non solo.
A guardare le strutture ospitate nella categoria catastale "D", infatti, il moltiplicatore per calcolare la rendita degli istituti di credito e delle assicurazioni passa da 50 a 60, e lo stesso avviene nel caso di alberghi e pensioni, teatri, cinema, sale per concerti, case di cura e ospedali, fabbricati e locali per esercizi sportivi con fini di lucro, scuole private, posti barca nei porti, residence. L´incremento, in tutti questi casi, resta dunque limitato al 20 per cento.
Ma c´è un´altra partita tutta da giocare nelle prossime ore. à quella relativa al congelamento a quota 140, dei moltiplicatori di cappelle e oratori "non destinati all´esercizio del culto", come recita la normativa, ovvero compresi nella categoria "B". Un calderone questo popolato di immobili di vario genere, molti dei quali sono anche di proprietà dello Stato o degli Enti locali. Nella lunga lista sono presenti collegi, case di cura, convitti, conventi, seminari, opifici, biblioteche, caserme, prigioni e riformatori, uffici pubblici, scuole, pinacoteche, musei, gallerie e accademie.
E ad un primo calcolo, limitato alle tipologie di immobili di proprietà della Chiesa, alcune stime parlano di un mancato introito compreso tra i 100 e i 400 milioni di euro. Una somma di tutto rispetto che potrebbe far comodo al momento di allentare la stretta sulle pensioni.
Va però detto che l´ultimo ritocco a questa categoria è avvenuto di recente e non è stato dei più morbidi: più di cinque annui fa, era il 2006, il moltiplicatore passò repentinamente da 100 a 140, con un incremento del 40%.
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