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PNRR, SI CAMBIA: SARA’ TUTTO NELLE MANI DI MELONI E FITTO - CON MARIO DRAGHI LA GUIDA DEL PNRR ERA NELLE MANI DEL MEF, ORA IL GOVERNO DELEGA I POTERI A QUATTRO UFFICI GUIDATI DAL MINISTRO FITTO E DALLA MELONI - LA NUOVA REGIA CHE NASCERÀ A PALAZZO CHIGI AVRÀ UN COORDINATORE, QUATTRO DIREZIONI GENERALI, 50 FUNZIONARI IN PIÙ RISPETTO A QUELLI DISLOCATI OGGI NELLE STRUTTURE DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO - AVRÀ POTERI OPERATIVI E POLITICI: DA QUI PASSERANNO ANCHE LE TRATTATIVE CON LA COMMISSIONE EUROPEA - IL RIASSETTO APRE ALLO SPOILS SYSTEM: IN USCITA I TECNICI SCELTI DA DRAGHI…
1 - E MELONI ACCENTRA A PALAZZO CHIGI LA MACCHINA DEL PNRR
Estratto dell’articolo di Giuseppe Colombo per “la Repubblica”
Un accentramento dentro l’accentramento. A Palazzo Chigi, nelle mani del fedelissimo Raffaele Fitto. È il decreto che arriverà giovedì sul tavolo del Consiglio dei ministri a dare forma al disegno di Giorgia Meloni sulla governance del Pnrr. Il titolo dell’operazione è “Struttura di missione”, la nuova regia che nascerà presso la presidenza del Consiglio.
Avrà un coordinatore, quattro direzioni generali, cinquanta funzionari in più rispetto a quelli dislocati oggi nelle strutture della presidenza del Consiglio.
roberto garofoli mario draghi giorgia meloni alfredo mantovano
Avrà soprattutto poteri. Operativi, ma anche politici. […] da qui passeranno anche le trattative con la Commissione europea e qui si metteranno a confronto gli obiettivi concordati a Bruxelles con i risultati raggiunti. È il primo livello di accentramento, quello interno a Palazzo Chigi. Cade uno dei pilastri dell’impianto messo a punto da Mario Draghi: la Segreteria tecnica. I compiti e le funzioni saranno trasferiti alla Struttura di missione; tra quelli più importanti l’individuazione e la segnalazione alla presidente del Consiglio delle azioni necessarie per superare le criticità nella realizzazione del Pnrr.
[…] Il riassetto […] apre allo spoils system. Il nome cerchiato in rosso è quello di Chiara Goretti, la coordinatrice della Segreteria scelta e blindata da Draghi. In molti, dentro al governo, scommettono su un’uscita volontaria imminente, proprio perché la Segreteria tecnica sarà ridimensionata nei suoi poteri. Se resterà, il suo ruolo sarà comunque secondario.
E sempre alla sostituzione delle figure chiave del Pnrr guarda l’articolo del decreto che lascia mano libera ai ministeri nella riorganizzazione delle Unità di missione, le strutture più importanti. Le attività e le funzioni potranno passare a un altro dirigente interno; i ministri potranno procedere con le sostituzioni dei coordinatori che erano stati scelti dal governo precedente. Matteo Salvini è pronto: via Davide Ciferri, che al ministero dei Trasporti è arrivato, tramite concorso pubblico, con l’ex ministro Enrico Giovannini.
[…] Il secondo livello di accentramento del Pnrr a Palazzo Chigi impatta sul ministero dell’Economia. Il Servizio centrale, di stanza alla Ragioneria generale dello Stato, sarà sostituito dall’Ispettorato generale: si occuperà sempre di monitoraggio e rendicontazione, ma dovrà rispondere a Fitto e dovrà raccordarsi con la Struttura di missione di Palazzo Chigi. Soprattutto l’Ispettorato non sarà più il punto di contatto nazionale per l’attuazione del Pnrr, fino ad ora rappresentato dal Servizio centrale al Mef. La […] nuova governance, […] trasloca a Chigi, assegnata alla Struttura che supporterà Fitto. […]
2 - PNRR, LA REGIA A PALAZZO CHIGI FITTO AL FIANCO DELLA PREMIER SPUNTA L'AGENZIA DELLA GIOVENTÙ
Estratto dell’articolo di A. Barb. per “la Stampa”
[…] il decreto di modifica del Piano nazionale di ripresa e resilienza è il più rilevante spostamento di poteri interno al governo dall'inizio della legislatura. Ai tempi di Mario Draghi, tutt'uno con Daniele Franco, la regia del Pnrr era al ministero del Tesoro. Il testo che Raffaele Fitto porterà giovedì in Consiglio dei ministri cambia radicalmente il quadro, accentrando le decisioni a Palazzo Chigi. Presso la presidenza del Consiglio nasce una «struttura di missione» divisa in quattro direzioni generali. Avrà un coordinatore e assicurerà «il supporto all'autorità politica delegata per l'esercizio delle funzioni di indirizzo e coordinamento dell'azione strategica».
Detta più semplicemente: con Mario Draghi il Pnrr era gestito da tecnici di tre strutture (due alla presidenza, quella decisiva alla Ragioneria), coordinate dall'allora sottosegretario Roberto Garofoli. Il governo Meloni delega i poteri a quattro uffici guidati da Fitto - ministro per le Politiche comunitarie - e in ultima analisi dalla Meloni.
Le quattro direzioni generali si divideranno il lavoro sulle sei missioni del Piano. Per citarle in estrema sintesi: digitalizzazione e competitività, transizione ecologica, infrastrutture, istruzione, Sud e salute. C'è di più. Il governo ha ottenuto da Bruxelles la possibilità di sostituire i dirigenti delle unità dei singoli dicasteri, per i quali non era prevista la possibilità di spoils system. Ciascun ministro potrà scegliersi persone di fiducia.
[…] Fitto ha proposto a Bruxelles di spostare al 2029 (termine del programma settennale sui fondi di coesione) la chiusura dei cantieri più complessi. Sempre per restare nella sintesi: se entro il 2026 Roma deve spendere i circa 200 miliardi del Recovery Plan, le regole europee concedono ulteriori tre anni per usarne altri cento. L'Italia è nota per essere un pessimo investitore di quei fondi.
Nella migliore delle ipotesi arriva a sfruttarne la metà. L'ambizione di Fitto è di ottenere dalla Commissione Ue un unico e grande calderone da cui attingere i fondi con flessibilità e accelerare così gli investimenti e le opere. […]
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