roberto gualtieri

“A RISCHIO CI SONO OLTRE CENTOMILA ATTIVITÀ" - L’IPOTESI DI UN NUOVO LOCKDOWN FA PIANGERE COMMERCIANTI E ARTIGIANI - IL GOVERNO È COSTRETTO AD ANTICIPARE I TEMPI DELLE MISURE ECONOMICHE CHE SAREBBERO STATE INSERITE NEL NUOVO DECRETO “NOVEMBRE”, IL QUARTO ANTI-COVID, COL QUALE SI PENSAVA GIÀ DI PROROGARE SINO A FINE ANNO LA CASSA INTEGRAZIONE E CONFERMARE IL PACCHETTO DEI RISTORI - SI CERCANO FONDI PER UN PIANO DI AIUTI DA 5 MILIARDI

Paolo Baroni per “la Stampa”

 

giuseppe conte roberto gualtieri

L'ipotesi di un nuovo lockdown e le notizie che arrivano da palazzo Chigi sui nuovi provvedimenti e le restrizioni che stanno per essere adottate per arginare la pandemia scatenano le proteste di commercianti ed artigiani e mettono in allarme Confedilizia, che teme un nuovo contraccolpo sugli affitti di negozi e botteghe. L'agitazione tra le varie categorie produttive è fortissima e costringe il governo ad anticipare i tempi delle misure economiche che sarebbero state inserite nel nuovo decreto «novembre», il quarto anti-Covid, col quale si pensava già di prorogare sino a fine anno la cassa integrazione e confermare il pacchetto dei ristori.

 

Allo studio ci sono innanzitutto nuovi sussidi a favore di bar, ristoranti, alberghi e le altre attività del commercio, del turismo e dello spettacolo interessate dai nuovi provvedimenti da erogare con modalità più veloci di quanto non è stato fatto in passato. Le risorse Con la legge di bilancio sono già stati stanziati 5 miliardi di euro per gli ammortizzatori e 4 miliardi per il fondo ristori.

 

ROBERTO GUALTIERI GIUSEPPE CONTE

Adesso si tratta di reperire altre risorse per riattivare da subito le misure di sostegno: i tecnici sono al lavoro per monitorare l'effettivo «tiraggio» dei provvedimenti messi in campo nei mesi scorsi coi decreti «Crescita», «Liquidità» ed «Agosto» e verificare quanto è rimasto in cassa. A fronte di uno stanziamento complessivo monstre, nell'ordine di 100 miliardi, al Mef si pensa di rimediarne almeno 4-5.

 

«Stiamo definendo modalità quanto più efficaci e rapide per offrire ristoro agli operatori economici in difficoltà» ha assicurato ieri il presidente del Consiglio Conte in un videomessaggio all'assemblea annuale degli artigiani della Cna. Il governo lavora su un doppio binario: da un lato il nuovo Dpcm e dall'altro il nuovo provvedimento sui sostegni economici da destinare a lavoratori ed imprese, dal rifinanziamento della Cig-Covid che scade a metà novembre, e per la quale si prevede di garantire altre 10 settimane di copertura a cui abbinare anche la proroga del blocco dei licenziamenti, ai contributi a fondo perduto per le partite Iva. Verrà posta grande attenzione soprattutto a quelle attività come bar e ristoranti, parrucchieri, centri estetici, palestre e cinema che da subito saranno oggetto di eventuali restrizioni e chiusure.

 

agenzia delle entrate

A erogare i contributi a fondo perduto dovrebbe essere sempre l'Agenzia delle entrate. Ancora da definire i criteri (in passato i contributi scattavano a fronte di un calo del 30% del fatturato), questo perché non si esclude che in base alla disponibilità effettiva delle risorse che verranno individuate si debbano introdurre altri paletti.

 

Tasse e sfratti Fipe-Confcommercio di fronte all'ipotesi di chiusura generalizzata dei locali pubblici alle 18 chiede ristoro a fondo perduto, proroga del credito di imposta sulle locazioni, blocco degli sfratti, cassa integrazione e sospensione delle scadenze fiscali (Ires e Irpef). «O arrivano interventi immediati o siamo morti» fanno sapere. Per Confesercenti con le nuove restrizioni «si rischia di vedere 110 mila attività abbassare definitivamente le serrande entro l'anno». Calcola infatti Unimpresa che con le misure che il governo conta di inserire nel nuovo Dpcm «tra commercio e turismo, c'è il rischio di bruciare mezzo miliardo di euro al giorno, quasi 20 miliardi al mese», per cui «senza ristori immediati sarà catastrofe economica».