DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE…
Franco Stefanoni per il “Corriere della Sera”
Il tema migranti divide nuovamente Matteo Salvini ed Enrico Letta, questa volta a causa di Open Arms, Ong attiva nel Mediterraneo per soccorrere con le proprie navi chi fugge verso l' Europa. Ieri l' occasione dello scontro è stato un incontro a Roma. Il segretario del Pd ha reso noto via Twitter: «È venuto a trovarmi Oscar Camps, il fondatore di Open Arms. Bello scambio di idee. Tante preoccupazioni, e anche qualche elemento di speranza». A corredo, una foto che ritrae Letta insieme al dirigente della Ong con tanto di felpa.
Il leader della Lega ha reagito sdegnato: «Sabato vado a processo proprio per uno (degli innumerevoli) sbarchi organizzati dagli spagnoli di Open Arms - ha scritto sui social - e oggi il Pd riceve questi "signori" con tutti gli onori. Non ho parole». Lo scontro è scoppiato nel giorno in cui Salvini ha depositato una memoria di 100 pagine agli atti dell' udienza preliminare che lo vede imputato a Palermo di sequestro di persona e rifiuto di atti d' ufficio per la vicenda della nave Open Arms bloccata a largo di Lampedusa nell' agosto 2019 con 117 persone a bordo.
Il tema migranti è il principale nodo della discordia tra Carroccio e Pd, ora insieme in maggioranza. A metà marzo, l' ex premier aveva messo proprio lo ius soli nell' agenda del Pd, parlando di «norma di civiltà». Per Salvini una scelta da respingere: «Solo uno che arriva da Parigi o da Marte si occupa ora di regalare cittadinanza agli immigrati». Nonostante il faccia a faccia tra i due della scorsa settimana, su diritti e migranti i leader hanno continuato a duellare.
«Con Salvini andremo divisi alle elezioni», ha confermato ieri Letta a Piazza Pulita su La7. Poi, rispondendo alla domanda «esclude alleanze con Berlusconi?», il segretario ha detto: «No, in Europa siamo alleati e in Consiglio dei ministri Brunetta, Carfagna e Gelmini vanno d' accordo con i nostri ministri». Letta ha anche annunciato che per la corsa a sindaco di Roma «faremo le primarie, credo a giugno, spero in presenza. Avremo un candidato o una candidata in grado di vincere».
Intanto, tra i dem, in vista di un «nuovo centrosinistra», una spinta arriva dai circoli. Il 42% è favorevole al sostegno all' esecutivo «ma difendendo la nostra identità», mentre il 25% suggerisce di «prepararsi alle prossime elezioni». La base indica poi come riferimento il «modello Ulivo» nel 21% dei casi e nel 20% il dialogo con M5S.
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