DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
Danilo Taino per il “Corriere della Sera”
Il governo tedesco è contrario a finanziare con debito le spese per affrontare la crisi dei rifugiati. Per questo, ieri, ha detto di no a uno dei pilastri della proposta italiana avanzata nel fine settimana per un patto Ue sull' immigrazione: quella che riguarda l' emissione di eurobond.
Una contrarietà limitata alla parte economica della strategia proposta da Roma: il resto è in via di valutazione, a Berlino, e in generale si nota che i due Paesi hanno interessi e idee non dissimili sulla gestione del problema. L' opposizione a caldo della Germania non è però piaciuta a Matteo Renzi.
«Se la Merkel non è d' accordo e i tedeschi hanno soluzioni diverse - ha detto - ce le dicano, noi non siamo affezionati a uno strumento piuttosto che a un altro, ma questo è un problema che deve risolvere l' Europa».
Anche la cancelliera è dell' idea che la questione sia europea e che solo a quel livello possa essere risolta. La differenza di vedute - se si preferisce di filosofie - è sul modo di finanziare i salvataggi in mare, l' integrazione e l' aiuto ai Paesi di partenza dei profughi.
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Su questo, la Germania mantiene la sua posizione: piuttosto che deficit, una tassa sulla benzina, come già ebbe a proporre il ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble.
«Il governo tedesco non vede alcuna base per un finanziamento comune dei debiti per le spese degli Stati membri per la migrazione», ha detto il portavoce di Angela Merkel, Steffen Seibert.
Non si tratta di un no al cosiddetto «migration compact», la strategia proposta da Matteo Renzi. Seibert ha assicurato che Berlino «esaminerà in modo approfondito» il merito della proposta. E altrettanto ha detto, sempre ieri, il braccio destro della cancelliera, Peter Altmeier, che è anche il coordinatore per la crisi dei rifugiati, al sottosegretario italiano all' Interno Domenico Manzione durante un incontro a Berlino.
Lo stesso ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha registrato interesse sulle proposte italiane, apprezzata a Bruxelles dal presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker. E - ha detto Gentiloni - la proposta sugli eurobond e su tutto il resto «pare che sia guardata con attenzione anche dal governo tedesco».
Il quale governo, però, vuole lavorare assieme all' Italia, anche per quel che riguarda la rotta dei profughi che interessa direttamente il nostro Paese, ma all' ortodossia dello zero deficit di bilancio non vuole rinunciare.
La differenza di impostazione tra Berlino e Roma si riassume nel fatto che il governo tedesco finanzia la crisi dei rifugiati grazie al proprio surplus di bilancio, il governo italiano chiede invece di finanziarla con più flessibilità dei conti pubblici (deficit) o con eurobond (debito).
Ieri, Manzione ha spiegato che la proposta di Roma va oltre la mera gestione del salvare e dell' integrare i profughi: intende sviluppare una strategia di lungo periodo con i Paesi da cui i migranti partono, e questo sarebbe il senso pieno della proposta di eurobond.
L' impressione è che tra i due governi non ci sia ancora chiarezza sul significato della proposta italiana: oggi, per parlarne, si incontreranno a Roma i due ministri degli Interni, Angelino Alfano e Thomas de Mazière. Berlino, però, una chiarezza la ha: non intende lavorare a debito.
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