giorgia meloni autonomia premierato

QUANTO DURA LA MELONA? COME DAGO DIXIT I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE (EUROPA, FINANZIARIA, PNRR, PATTO DI STABILITÀ, ETC.) E LA DUCETTA RINCULA SULLA RIFORMA DEL PREMIERATO (SU CUI ERA STATA BASTONATA DA MATTARELLA E DAI COSTITUZIONALISTI) E MORDE IL FRENO – SORGI: “ERA PIU’ CHE ANNUNCIATO, LA MELONI VUOLE ASPETTARE IL REFERENDUM ABROGATIVO DELLA RIFORMA DELLE AUTONOMIE DIFFERENZIATE PER CAPIRE SE PROSEGUIRE COSÌ, O SE CAMBIARE QUALCOSA...”

DAGOREPORT

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/dagoreport-sotto-ombrelloni-capoccioni-palazzi-romani-si-405281.htm

 

 

Marcello Sorgi per la Stampa - Estratti

giorgia meloni premierato

 

 

Il rinvio delle riforme istituzionali da parte del governo, ancorché non esplicito, è emerso ieri all'improvviso alla Camera, mentre in Commissione, con la ministra competente Casellati, si procedeva all'audizione dei governatori di centrodestra.

 

Era più che annunciato: nel senso che nei corridoi parlamentari se ne parlava da tempo, come se Meloni si fosse un po' pentita della sua proposta di premierato elettivo e avesse bisogno di rifletterci su.

 

giorgia meloni premierato

Non solo perché è percepibile un raffreddamento degli alleati sulla proposta, che se realizzata, non è un mistero, porterebbe a un innalzamento della figura della premier e a una corrispondente riduzione del ruolo degli altri membri della coalizione. (...)

 

Il secondo problema irrisolto riguarda la legge elettorale, connessa al progetto di elezione diretta ma ancora tutta la definire.

 

Con l'aggiunta che si tratterebbe di una legge ordinaria, che verrebbe approvata prima, con una procedura normale e non con quella rafforzata prevista per le modifiche costituzionali (quattro votazioni consecutive sullo stesso testo, a intervalli non inferiori a tre mesi). Si sa che le leggi elettorali si fanno, quando si fanno, al termine della legislatura, non a metà, quando resterebbero come una tagliola sospesa sull'eventualità di uno scioglimento delle Camere. Una ragione in più per rallentarne l'iter parlamentare.

ARTICOLO DI POLITICO CONTRO IL PREMIERATO

 

C'è poi un terzo argomento che Meloni ha messo in conto: se la Corte di Cassazione prima, e quella Costituzionale poi, daranno il via al referendum abrogativo della riforma delle autonomie differenziate, il voto, che dovrebbe tenersi nella prossima primavera, tra il 15 aprile e il 15 giugno, sarebbe un interessante test sull'interesse degli elettori per la materia. Una bocciatura o invece il fallimento del referendum per mancanza di partecipazione, oppure ancora una vittoria dei "no" all'abrogazione sarebbero dati sensibili sui quali logicamente la premier vuol ragionare, per capire se proseguire così, o se cambiare qualcosa, sulla strada delle riforme.

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