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1. DANIEL GROS: “BERLINO HA VINTO SU TUTTA LA LINEA. VAROUFAKIS HA CEDUTO”
Tonia Mastrobuoni per “La Stampa”
VIGNETTA VAURO - MERKEL TSIPRAS
Per Daniel Gros è chiaro che la Germania ha vinto su tutta la linea, ieri. «Dal punto di vista simbolico, dunque politico, i greci hanno concesso tutto», sostiene l’economista franco-tedesco. Il governo Tsipras aveva detto che non avrebbe mai concesso una «continuazione del programma» che è invece scolpita nell’accordo di ieri. E la flessibilità che dovrebbe concedere ad Atene margini per negoziare cambiamenti nelle riforme, secondo il presidente del think tank brussellese Ceps, «saranno sempre costretti a cedere».
Chi ha vinto e chi ha perso ieri?
«Dal punto di vista simbolico, dunque politico, i greci hanno concesso tutto. Hanno detto per mesi, il ministro Varoufakis in primis, che non avrebbero mai sottoscritto una continuazione del programma. E invece».
Però ora la Troika si chiama “le tre istituzioni”.
«Sì, contenti loro...Sempre di quelle si tratta: Ue, Fmi, Bce. La verità è che il vero negoziato comincia adesso, la parte più difficile deve ancora arrivare».
Appunto. Quindi i greci potrebbero ottenere qualcosa, quando si entrerà nei dettagli.
«Guardi, i greci non hanno più alcuna posizione da ottenere».
In che senso?
«E’ vero, ora si entra nei dettagli, ma sono sicuro che saranno sempre costretti a cedere. Come ieri».
Ieri hanno incassato anche un obiettivo di avanzo primario che, almeno per quest’anno, sarà rivisto in base all’andamento dell’economia.
«Questo è vero. Ma era prevedibile. E resta il problema di fondo: la Grecia sarà incapace di mantenere qualsiasi promessa».
Gli aggiustamenti in questi anni, però, sono stati fatti, altrimenti non avrebbero un surplus di bilancio.
«In questo momento non si sa, si sa solo che hanno di nuovo perso il controllo sugli introiti».
Quindi rischiano di nuovo un deficit fuori controllo?
poul thomsen capo della troika in grecia
«Io temo di sì. La gente ha smesso di pagare le tasse. Nei primi mesi di quest’anno gli introiti da imposte sono crollati del venti per cento».
Che conseguenze potrebbe avere questo crollo?
«Che dovranno fare sforzi ancora più grandi di quelli che stanno per concordare da lunedì per restare in carreggiata. E poi da metà anno ricomincerà il solito balletto: diranno che il disavanzo è più alto del previsto, che l’aggiustamento chiesto va rinviato, eccetera».
Ma non è legittimo che un governo che ha fatto una campagna elettorale dichiarando fallita l’austerità e che vuole cambiare registro, una volta vinte le elezioni, almeno provi a mantenere le promesse?
gli ispettori della troika ad atene
«Si può discutere sull’austerità dell’Italia o della Francia, ma diciamoci la verità. La Grecia, proprio grazie ai soldi della Troika, ha dovuto fare meno aggiustamenti di quelli che le sarebbero toccati senza aiuti».
Lei esclude uno scenario di Grexit?
«Mi pare ormai escluso, sì. Politicamente, i greci si sono impegnati molto chiaramente ieri a non voler uscire dalla moneta unica. Hanno accettato quasi tutte le condizioni imposte dai partner internazionali».
Ma lei cosa avrebbe suggerito, invece?
«Io penso che sarebbe meglio lasciarli in pace».
Come?
«Io avrei concesso alla Grecia un allungamento delle scadenze sul debito di quest’anno, poi li avrei lasciati soli. Tanto hanno un avanzo primario, non hanno bisogno di altri soldi».
2. DRAGHI TROVA IL COMPROMESSO GRECO
Ugo Bertone per “Libero Quotidiano”
Alla fine, al termine di una giornata convulsa come è ormai tradizione della tribù di Eurolandia, è arrivata la fumata bianca. C'è l'accordo, ha annunciato per primo il governo di Atene poco prima delle 19. Subito dopo è arrivata la conferma ufficiale del presidente dell'Eurogruppo, Jeroem Djissembloem: è pronto, ha detto, un testo che presenteremo a breve ai 19 ministri dell'Eurogruppo che hanno atteso per cinque lunghe ore l'esito dei colloqui.
In sostanza, Atene ottiene l'estensione del programma di assistenza rinviando la scadenza dei debiti di quattro mesi (contro la richiesta iniziale di sei mesi avanzata dalla Grecia). Inoltre, l'accordo prevede che il fondo Efsf garantisca i capitali necessari per render possibile la ricapitalizzazione delle banche greche, ormai allo stremo. Entro lunedì il governo greco dovrebbe presentare però un elenco di misure per rientrare nei parametri concordati con la comunità internazionale.
Ma queste misure dovranno rispondere ai criteri già concordati con le istituzioni internazionali. «Se tutto andrà per il verso giusto - ha commentato a caldo il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan - dopo l'impegno iniziale, comincerà la discussione per la successiva implementazione del programma». Ovvero, il compromesso prevede che Atene rispetti il piano precedente (come vuole la Germania) ma abbia ricevuto garanzie per il varo di un successivo piano, basato sullo sviluppo e non sulla sola austerità. In accordo generico, come si è reso necessario per consentire ai vari Parlamenti nazionali (tra cui quello di Berlino e l'Olanda) di pronunciarsi entro fine mese, la data ultima.
Ma già da lunedì, facile previsione, riprenderanno le discussioni. Per ora, comunque, è il caso di festeggiare l’happy end di una trattativa che ha rischiato di salvare più volte nel corso della giornata e che, come ha commentato Padoan, «ha avuto per oggetto più il processo che i contenuti». Protagonisti, per protagonisti oltre a Djissembloem, il ministro greco Yannis Varoufakis ed il suo collega tedesco Wolfgang Schaueble. Ma, particolare non da poco, l'accordo è stato valutato ed approvato dalle tre istituzioni che hanno seguito (e seguiranno) il dossier Grecia: il Fondo Monetario, l'Unione Europea e, non ultima, la Banca Centrale Europea.
Pare, al proposito, che ancora una volta Mario Draghi abbia svolto un ruolo decisivo nella ricerca di un'intesa convincente e abbia spinto la Merkel al compromesso seppur minimo. «E' stato un processo faticoso ma costruttivo» ha commentato dal canto suo Christine Lagarde, presidente del Fmi. «Ora dobbiamo vigilare sul rispetto del programma». «Ci sono forti impegni della Grecia ad evitare marcia indietro su qualsiasi misura - ha detto Diissembloem - Atene si è impegnata ad onorare gli obblighi finanziari verso i creditori e gli avanzi primari».
Entro lunedì sera, dunque, questi impegni dovranno essere messi nero su bianco. Martedì partirà la lettera per consentire ai Parlamenti di approvare l'intesa. «Entro aprile - ha sottolineato il commissario all'Economia Pierre Moscovici - dovremo arrivare ad un accordo completo, che preveda un piano convincente per far ripartire la Grecia. Non sarà facile ma ce la possiamo fare». Ma chi ha vinto? «Abbiamo vinto tutti», sintetizza Padoan.
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