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M.Ser. per Corriere.it
à braccio di ferro sull'espulsione delle senatrice Adele Gambaro tra i Cinque Stelle. Nella mattinata di venerdì si è tenuta una riunione informale di un gruppo di senatori dell'M5S che punta a disinnescare
LE SPERANZE DELLE COLOMBE
«Le espulsioni non mi piacciono e sono pericolose, per evitarle ci sono contatti anche con colleghi della Camera. Speriamo di farcela perchè sarebbe proprio un peccato andare in quella direzione» afferma un senatore prima di entrare in riunione. E a chi gli chiede se avranno possibilità di farcela lui risponde: «E sennò non saremmo qui...».
Lo stesso parlamentare invece assicura: «Spaccature gruppo? Non mi sembra proprio». E c'è qualcuno, come Roberto Cotti, che azzarda: «Il clima si sta rasserenando». Poi, la proposta: «Ce la vediamo noi senatori. E perchè non si arrivi al voto lunedì con i deputati. Tra poco si voterà ». Se infatti la votazione di lunedì rischia di trasformarsi in un referendum per Grillo, gli animi dei pentastallati sono ancora agitati.
LE SPACCATURE
Nella giornata di giovedì c'è stato anche chi ha chiesto le dimissioni del neo capogruppo Nicola Morra (che, insieme a Vito Crimi, ha pubblicato il post sul blog di Grillo che, di fatto, avvia la procedura per l'espulsione per Gambaro) perché si sarebbe espresso a nome di tutti, ma senza consultare nessuno. Diversi sarebbero gli eletti a Palazzo Madama contrari alla cacciata della senatrice.
Ma c'è anche chi auspica la fuoriuscita della Gambaro sia l'occasione per stanare altri dissidenti che fino ad oggi non sono venuti allo scoperto. Il tutto mentre i fuoriusciti dal Movimento - come Giovanni Favia - colgono l'occasione per soffiare sul fuoco: «La corrente yesman a 5 stelle interna al gruppo parlamentare sta continuando a fare danni. Ora, eseguendo l'ordine di Grillo e senza alcuna discussione interna al gruppo, decidono di calendarizzare d'urgenza una riunione con all'OdG l'espulsione di Adele. Bella democrazia», ha commentato il consigliere emiliano.
Il tutto mentre il capogruppo alla Camera scrive su Facebook: « Sappiamo con certezza che c'è in atto una compravendita morale e politica dei nostri parlamentari ad opera di persone esterne al MoVimento. Abbiamo ogni giorno il coraggio di fare i nomi del malaffare in aula, non avremo timore di fare i nomi di chi, da tempo fuori dal MoVimento, tenta di colpirlo per antichi rancori e oscuri interessi. E questo vale anche per coloro che, con la scusa della "libertà di critica", già indagano su quanti soldi pubblici spetterebbero loro in caso di formazione di un nuovo gruppo».
LETTA E ALFANO COME I RIGHEIRA
Nel frattempo Grillo in un post dal titolo «No tengo dinero» accusa Letta «di dire panzane» . Il leader del M5S rispolvera il tormentone dell'estate '84 dei Righeira per sintetizzare la situazione italiana e la verità su quanto sta facendo il vertice del governo (Capitan Findus Letta e Angelino Jolie Alfano, messi al posto dei due musicisti in un fotomontaggio).
«Le panzanate elettorali di Berlusconi sull'IMU, che dovremo comunque pagare, le fandonie del Governo sull'Iva, che crescerà comunque di un punto, e sulla riduzione delle tasse, che aumenteranno a livello locale, dicono una cosa sola: le casse sono vuote. Capitan Findus prende tempo, spera che passi la nottata, ma non c'è nessuna alba ad aspettarlo». Per Grillo, i dati economici sono in realtà «terrificanti».
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