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Monica Guerzoni per il "Corriere della Sera"
Matteo Renzi la chiama «la sorpresina» e il destinatario è Beppe Grillo, che lo ha sfidato via Twitter a rinunciare ai rimborsi elettorali che spettano al Nazareno in questa legislatura. E poiché al neosegretario del Pd le sfide piacciono (e molto), domenica farà un annuncio destinato a suscitare clamore: «Grillo ha detto "caro Renzie firma qui, abolisci il finanziamento ai partiti", allora io gli faccio una sorpresina e vediamo come va a finire...».
L'idea del sindaco di Firenze non è obbedire alla provocazione del comico. Com'è nel suo stile, Renzi rilancerà . Assumerà l'impegno di rinunciare a un bel po' di soldi pubblici, ma chiederà a Grillo qualcosa in cambio: i voti del M5S per cambiare la legge elettorale e abolire Province e Senato. Fra due giorni Renzi svelerà la «sorpresina» e allora vedremo la contromossa di Grillo.
Intanto però la suggestione di rinunciare ai soldi pubblici previsti dal 2014 ha messo in allarme il Nazareno. Il Pd ha circa 200 dipendenti, 157 dei quali direttamente a carico per un totale di dieci milioni di euro l'anno. A cui bisogna aggiungere la sede del Nazareno (600 mila euro), il quotidiano Europa, Youdem tv... «Se quei soldi non arrivano chiudiamo baracca e burattini» è la paura che da ieri serpeggia tra i dipendenti di un partito che, per il 2013, prevede di spendere 40 milioni. Senza il contributo pubblico atteso per luglio verrebbero meno circa 25 milioni e anche gli stipendi sarebbero a rischio.
Ecco perché al Nazareno tutti sperano che la «sorpresina» di Renzi non sia la rinuncia totale ai contributi. Anche di questo hanno parlato il tesoriere uscente Antonio Misiani e il successore designato Francesco Bonifazi, che lunedì avrà in mano le chiavi della cassa. Il futuro dipende in gran parte dalla legge sul finanziamento passata in prima lettura alla Camera e impantanata da settimane al Senato.
Enrico Letta ha esortato ad approvarla entro fine anno, ma l'ennesimo rinvio è ormai inevitabile. Lo conferma il relatore Luciano Pizzetti (Pd), che mercoledì lo incardinerà in Commissione: «Per me il testo è accettabile e se vogliamo accelerare non dobbiamo toccarlo». Lo approverete entro l'anno? «Impossibile, la legge di Stabilità va licenziata entro Natale. Il finanziamento sarà nella calza della befana...». Letta si è stancato di aspettare, ma la via del decreto non sembra percorribile. Secondo i tecnici di Palazzo Chigi potrebbero non sussistere i requisiti della necessità e dell'urgenza previsti dalla Costituzione.
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