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T.Ci. per "La Repubblica"
à in taxi. Dalla voce, si capisce che per Milena Gabanelli è una giornata infernale, come spesso le accade dopo una puntata di Report che fa discutere. «Ora non posso, aspetto una chiamata, devo lasciare il cellulare libero». Ha appena precisato a Repubblica tv che
la critica, pur fastidiosa, «si deve accettare». E la devono accettare «tutti, anche la sottoscritta».
Puntando i riflettori sulla galassia del M5S - che solo un mese fa l'aveva candidata addirittura alla Presidenza della Repubblica - Gabanelli è stata messa nel mirino dalla Rete. Venduta e prezzolata, ha gridato il web: «L'importante è che non sia vero - è la replica - io faccio la giornalista». Ha anche chiesto chiarezza sulla pubblicità del blog di Grillo e sulla Casaleggio: «Sono state dette cose non vere? In tal caso vengano precisate, e le pubblicheremo».
Da eroina "candidata" al Quirinale a fustigatrice dei grillini. Come si sente?
«Guardi, come è noto io non appartengo a nessun partito. E poi oggi (ieri, ndr) mi hanno chiamato ex Ds incazzati. Ma io questo mestiere faccio!».
Ha sentito Grillo? Vi conoscete da tempo, ha avuto modo di parlare con il leader del M5S?
«No, non l'ho sentito. Le uniche chiamate che ho ricevuto sono quelle di ex Ds, che si sono lamentati e mi hanno insultato...».
Chi l'ha presa malissimo è una fetta del web. Di lei scrivono che è prezzolata. Pagata dal Pdl o, in alternativa, dal Pd. Insomma, una venduta.
«Mah, l'importante è che non sia vero. Io faccio la giornalista».
Ci chiarisce anche la stoccata sulle diarie e sugli scontrini?
«La mia puntualizzazione era rivolta a tutte le forze politiche che sono in Parlamento. Mentre si parlava della questione Ruby, la scorsa settimana, io ho fatto una puntata sul fiscal compact. Mi sono rivolta ai parlamentari, perché la crescita è il nostro grande problema. Bisogna farsi venire delle idee per uscire dalla crisi, da questa depressione. A favore della crescita».
I grillini sui costi della politica hanno centrato la campagna elettorale.
«La loro campagna elettorale sui costi della politica, gli va dato atto, è stata lodevole. E, va riconosciuto, ha avuto effetti sugli altri partiti. Dopodiché, ora basta: si vada avanti, si faccia un passo avanti».
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